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| 'Cara professoressa Lacolla, grazie!' |
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20/03/2025 | Non è facile racchiudere in poche righe il ricordo di una persona che ha avuto un grande ascendente su di te, che ha contribuito alla tua formazione umana e professionale. Soprattutto non è facile evitare che i propri sentimenti vengano percepiti come ridondanti e di circostanza. La motivazione che mi spinge a raccontare in poche battute la professoressa Ida Lacolla va oltre il grande affetto che ci legava da anni e che rendeva pregnante ogni nostro incontro, negli ultimi anni un appuntamento annuale estivo. Ritrovarci e chiacchierare della scuola cambiata, dei nostri affetti familiari, dei suoi progetti relativi alla crescita del nipotino, del desiderio di pubblicare i suoi scritti, confermava la certezza di sentirci legate al di là dello spazio e del tempo, nonostante la distanza anagrafica. Era inevitabile scivolare nel passato.
Non un passato nostalgico ma un passato che poteva ancora avere valenza per il presente, parlare ai docenti e agli alunni di oggi, non sempre a proprio agio nella scuola. Come non ricordarla, ora che non è più con noi, giovane professoressa appassionata in una scuola media riformata dalla L. n. 1859 del 31 dicembre 1962 ! Scuola media fortemente voluta da lei anche a Noepoli, nei locali messi a disposizione dalla sua famiglia: un presidio scolastico di prossimità, che ha consentito a molti ragazzi, alcuni provenienti anche da altri paesi della Val Sarmento, di frequentare la nuova scuola senza allontanarsi da casa e senza gravare sui magri bilanci familiari.
Come non ricordare la sua passione educativa, la sua capacità di mediare contenuti didattici attraverso una metodologia attiva e coinvolgente, un approccio pedagogico favorente la promozione di ciascuno e un apprendimento significativo. La quotidianità dell’aula con lei è stata sempre piacevole e coinvolgente: i contenuti disciplinari intrecciati alle narrazioni delle sue vicende personali e ai nostri vissuti; l’ascolto delle letture fatte per noi ad alta voce che metteva le ali alla nostra fantasia; lo stimolo all’osservazione, alla descrizione, alla ricerca e all’ uso della parola per l’arricchimento del nostro lessico; le sue rappresentazioni grafiche che colmavano la carenza di strumenti visivi didattici ed evidenziavano sensibilità e creatività; la documentazione delle nostre attività didattiche su quaderni che diventavano libri di testo personali, dove lo scritto, colorandosi con immagini e disegni, si fissava prima e meglio nelle nostre menti. Personalmente devo a lei l’amore per la lettura e per i classici della letteratura italiana, devo a lei molto del mio passato da maestra.
Grazie di cuore, cara professoressa, per tutto l’affetto e la stima che mi hai donato. Continuerai a vivere nel mio cuore.
Filomena Valicenti |
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