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Ritorna il Carnevale al Don Uva e in ospedale con Gente Allegra

21/02/2025

La locuzione latina “semel in anno licet insanire” (una volta all’anno è lecito uscire da se stessi, impazzire o più semplicemente indossare altri panni) racconta quello che accadeva durante i Saturnalia, festa pagana che in qualche modo ricorda il nostro Carnevale, la festa più colorata dell’anno, quella durante la quale è possibile mascherarsi, indossare panni che non ci appartengono normalmente.
Qualche volta, durante i nostri turni di clownterapia qualcuno, ci ha chiesto in maniera più o meno ironica se ci fossimo mascherati per Carnevale, oppure ci ha fatto notare che Febbraio era ormai lontano. Quello che normalmente abbiamo risposto è che essere un Clown significa scegliere in parte che ogni giorno sia il giorno giusto per indossare la nostra maschera, quella più piccola del mondo: il nostro naso rosso, quel piccolo dettaglio che ci consente di regalare sorrisi ed accorciare distanze.
Proprio perché ci riconosciamo nello spirito di questa festa allegra, tradizionale e divertente, anche quest’anno, noi clown di Gente Allegra, abbiamo deciso di celebrarla a modo nostro: dedicando delle giornate speciali al Carnevale nei luoghi del disagio. Abbiamo iniziato con le RSA e case di riposo dall'inizio di febbraio.
Sabato 22 febbraio, la nostra allegrissima compagine scorrazzerà festosa su e giù il Centro Universo Salute Don Uva portando canti, balli, e intrattenimenti vari in tutti i reparti della struttura.
Il Sabato successivo, ossia il 1° Marzo sarà la volta dell’Ospedale San Carlo, dove quasi tutti i reparti saranno contagiati da una travolgente ondata di buon umore, e finiamo con domenica 2 partecipando e collaborando nell'organizzazione alla sflilata di Carnevale cittadina.
In un contesto di crescente solitudine e disagio, in cui molto spesso i degenti delle strutture sono lontani dalle famiglie, ci accorgiamo che la nostra presenza settimanale diventa talvolta un punto di riferimento.
Il processo di umanizzazione delle cure intesa come impegno a rendere i luoghi di assistenza e i programmi diagnostici terapeutici orientati quanto più possibile alla persona, considerata nella sua interezza fisica, sociale e psicologica – è un elemento essenziale per garantire la qualità dell’assistenza, di cui sempre più spesso si sente parlare negli ultimi tempi, prevede una collaborazione sinergica fra le strutture, il personale sanitario ed i volontari, proprio perché nessuno sia lasciato solo, nessuno sia lasciato indietro, come se fosse Carnevale ogni giorno.
Perché quando sei un clown di corsia impari che magari non puoi essere una penna in grado di riscrivere il mondo, ridisegnare la realtà, progettare un futuro immune dalla tristezza, ma quando indossi il tuo piccolo naso rosso puoi diventare una gomma che anche solo per qualche attimo cancella la tristezza dal volto di chi ti è di fronte.



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