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A San Paolo Albanese la festa ''Croce e Basilico''

11/09/2024

Sabato, 14 settembre, a San Paolo Albanese si ripropone l’importante appuntamento di “Croce e Basilico”, ormai alla sua V edizione. Il 14 settembre, come da calendario liturgico, si celebra nel piccolo ma meraviglioso borgo arbëreshë la festività religiosa della ”Esaltazione della Santa Croce”, alla quale è intitolata la Chiesa Madre. Durante la liturgia religiosa, nel suggestivo rito greco-bizantino, viene evocato il ritrovamento, su un campo di basilico, dell’erba profumata cresciuta sul Calvario. Com’è tradizione, la Croce, posata su un letto di foglie di basilico, viene portata dal sacerdote, con un vassoio, in processione davanti all’altare. Al termine della funzione religiosa ogni fedele prende dal vassoio rametti di basilico da conservare per tutto l’anno nella propria abitazione come simbolo augurale di amore e di prosperità. Alla tradizione religiosa di questa festività si accompagnavano, in passato, le usanze popolari legate al ciclo lavorativo della vita dei campi. Alla celebrazione religiosa seguirà, come già negli anni scorsi, la festa organizzata dall’Amministrazione comunale di San Paolo Albanese, guidata dal sindaco Mosè Antonio Troiano, con la finalità di salvaguardare la biodiversità naturale, le antiche radici culturali, la biodiversità agroalimentare, le tradizioni locali. Insomma, uno sforzo in grado di valorizzare il patrimonio identitario del paese arbëresh. Nel programma, dopo la funzione religiosa, è previsto, in mattinata, una visita guidata alla Chiesa Madre, al Museo della Cultura Arbëreshe e al Centro Storico Shën Paljit. Nel pomeriggio, invece, si prosegue con un momento ludico legato al vecchio e tradizionale gioco della Lippa, “Picullit”. “Il Sacro, la Comunità, il Patrimonio”, sarà il tema che tratteranno, in un tavolo tematico, alcuni ricercatori dell’UNIBAS. La festa si concluderà come sempre in una cornice rievocativa, ma con lo sguardo proiettato al futuro, con canti e musiche popolari e la degustazione dei prodotti agroalimentari tradizionali: “Shtridhëljat me vasilikua” e “Petullat”. Un appuntamento tra l’estate che man mano va via e l’autunno che bussa alle porte. Uno spaccato di storia e di storie che si tengono per mano. Ricordi di vita, di sacrifici, di passioni, di storie vissute come donne, uomini e comunità. Ricordi che ancora oggi si ascoltano attraverso magnifiche melodie, suoni, racconti, suggestioni. Una comunità resiliente che non smette di sognare, di lavorare, di guardare al futuro con slancio e passione, mentre lo sguardo e la mente travalicano, da sempre, i monti e il mare, per incontrare, anche se solo con il pensiero, la terra dall’aquila nera, dove un tempo, ormai lontano, tutto ebbe inizio.

Vincenzo Diego



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