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Ferramonti: un racconto di umanità e rispetto in un campo di concentramento |
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31/01/2024 | Storie vissute, storie che hanno segnato il proseguo della storia e che vanno studiate e, in qualche modo tramandate. Quella che vi proponiamo oggi, è una storia appunto rivissuta dai ragazzi della scuola dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale “Giustino Fortunato” di Sant’Arcangelo e, per la precisione delle classi 4 e 5 (sez. B) che, accompagnati dalla professoressa Rosa Viggiani, hanno affrontato quello che si può definire “un viaggio nel passato” . Ecco allora che è proprio a questi che ne concediamo il racconto, attraverso un articolo che i ragazzi/e, tutti assieme, hanno voluto scrivere e condividere con tutti coloro che ne avranno il piacere di leggere.
Carlino La Grotta
Le classi quarta e quinta (sez.b) dell’ istituto professionale per l’agricoltura e lo sviluppo rurale “Giustino Fortunato”, insieme alla professoressa Rosa Viggiani, sono andati a visitare il campo di concentramento di Ferramonti. Nel cuore della tragica storia della Seconda Guerra Mondiale, spesso emergono racconti di orrore e disumanizzazione nei campi di concentramento. Tuttavia, nel buio della brutalità, emerge un'isola di umanità e rispetto - il campo di concentramento Ferramonti. Situato in Calabria, Italia, Ferramonti ha sfidato l'orrendo stereotipo associato ai campi di concentramento nazisti. Gestito dai fascisti italiani durante il periodo bellico, Ferramonti si distingueva per la sua relativa umanità nel trattamento degli internati. Ciò che rendeva unico Ferramonti era l'approccio più moderato nei confronti degli internati. Gli ufficiali e il personale cercavano di mantenere una certa umanità, fornendo condizioni di vita relativamente migliori rispetto ad altri campi. I prigionieri non erano solo numeri, ma individui con storie, speranze e dignità.
Nel cuore di Ferramonti, il rispetto reciproco tra prigionieri e guardiani rappresentava una luce nella tenebra. L'umanità emergeva attraverso piccoli gesti di gentilezza, come la condivisione di cibo o la condivisione di storie per mantenere viva la speranza. Questi atti dimostravano che, anche in situazioni estreme, la solidarietà poteva fiorire. La direzione di Ferramonti cercò di preservare la dignità umana, promuovendo la cultura e l'istruzione tra gli internati. Gli prigionieri ebbero accesso a libri, lezioni e spettacoli teatrali, offrendo loro una boccata d'aria culturale che contrastava con l'orrore circostante. Il rispetto dell'umanità a Ferramonti, tuttavia, non nega le sofferenze subite dagli internati. La mancanza di cibo sufficiente, le condizioni igieniche precarie e il costante timore della deportazione facevano comunque parte della loro dura realtà. In un periodo buio della storia, Ferramonti brilla come un esempio di come, persino nei momenti più cupi, l'umanità e il rispetto possano sopravvivere. Ogni racconto da Ferramonti è un monito contro l'oblio, invitando il mondo a riconoscere il coraggio e la dignità di coloro che hanno vissuto e lottato attraverso quell'epoca oscura. Ferramonti si distingueva per la sua relativa umanità nel trattamento degli internati. Ciò che rendeva unico Ferramonti era l'approccio più moderato nei confronti degli internati. Gli ufficiali e il personale cercavano di mantenere una certa umanità, fornendo condizioni di vita relativamente migliori rispetto ad altri campi. I prigionieri non erano solo numeri, ma individui con storie, speranze e dignità. Nel cuore di Ferramonti, il rispetto reciproco tra prigionieri e guardiani rappresentava una luce nella tenebra. L'umanità emergeva attraverso piccoli gesti di gentilezza, come la condivisione di cibo o la condivisione di storie per mantenere viva la speranza. Questi atti dimostravano che, anche in situazioni estreme, la solidarietà poteva fiorire. La direzione di Ferramonti cercò di preservare la dignità umana, promuovendo la cultura e l'istruzione tra gli internati. Gli prigionieri ebbero accesso a libri, lezioni e spettacoli teatrali, offrendo loro una boccata d'aria culturale che contrastava con l'orrore circostante. Il rispetto dell'umanità a Ferramonti, tuttavia, non nega le sofferenze subite dagli internati. La mancanza di cibo sufficiente, le condizioni igieniche precarie e il costante timore della deportazione facevano comunque parte della loro dura realtà. In un periodo buio della storia, Ferramonti brilla come un esempio di come, persino nei momenti più cupi, l'umanità e il rispetto possano sopravvivere. Ogni racconto da Ferramonti è un monito contro l'oblio, invitando il mondo a riconoscere il coraggio e la dignità di coloro che hanno vissuto e lottato attraverso quell'epoca oscura. La direzione di Ferramonti cercò di preservare la dignità umana, promuovendo la cultura e l'istruzione tra gli internati. Gli prigionieri ebbero accesso a libri, lezioni e spettacoli teatrali, offrendo loro una boccata d'aria culturale che contrastava con l'orrore circostante. Il rispetto dell'umanità a Ferramonti, tuttavia, non nega le sofferenze subite dagli internati. La mancanza di cibo sufficiente, le condizioni igieniche precarie e il costante timore della deportazione facevano comunque parte della loro dura realtà. In un periodo buio della storia, Ferramonti brilla come un esempio di come, persino nei momenti più cupi, l'umanità e il rispetto possano sopravvivere. Ogni racconto da Ferramonti è un monito contro l'oblio, invitando il mondo a riconoscere il coraggio e la dignità di coloro che hanno vissuto e lottato attraverso quell'epoca oscura.
Classi 4 e 5 sez. B
Istituto professionale per l’agricoltura e lo sviluppo rurale
“Giustino Fortunato”
Sant’Arcangelo (PZ)
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