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Le ricerche del lucano Pasquale D’acunzo al simposio internazionale di Roma

29/11/2023

Proseguono con successo le ricerche condotte dal neuroscienziato di origine lucane Pasquale D’Acunzo sui disturbi neurologici e sulle malattie neurodegenerative, con particolare interesse per l’Alzheimer e per la specifica forma di questa patologia che si sviluppa in persone con sindrome di Down. Nativo di Tursi in provincia di Matera, D’Acunzo ha recentemente scoperto una sottopopolazione di vescicole extracellulari di origine mitocondriale a cui ha dato il nome di mitovescicole.
Diplomatosi al liceo scientifico di Policoro, il neuroscienziato lucano ha proseguito gli studi accademici tra Milano e Roma e attualmente vive a Manhattan (New York) dal 2018 dove lavora nel laboratorio della Prof.ssa Efrat Levy al Nathan S. Kline Institute.
Il neuroscienziato lucano sarà tra i relatori all’ “ISEV 1st Symposium on EVs in Nervous System”, organizzato dalla task force dell’ISEV denominata “EViNS”, un importantissimo simposio internazionale che si terrà a Roma dal 6 all’8 dicembre prossimi. Si tratta di un evento di grande rilievo scientifico che vedrà la presenza di relatori internazionali provenienti da Germania, Belgio, Israele, Regno Unito, Svezia, Australia, Francia, Corea del Sud, Canada e una discreta presenza USA. L’Italia sarà rappresentata da scienziati provenienti dal CNR di Milano, dall’Università di Siena, e dall’Università Federico II di Napoli.
Lo scienziato D’Acunzo sarà relatore per il Nathan S. Kline Institute l’Istituto, con un nuovo elaborato dal titolo “Le mitovescicole patogeniche interferiscono con la long-term potentiation: implicazioni per le disfunzioni della memoria nelle malattie neurodegenerative”.
Nell’intervento mostrerà in anteprima alcuni nuovi dati, non ancora pubblicati, volti a definire lati ancora nascosti della biologia delle mitovescicole. In collaborazione con il gruppo del Prof. Ottavio Arancio della Columbia University di New York, si dimostra che le mitovescicole isolate dal cervello di modelli murini di sindrome di Down 'spengono' alcuni meccanismi con cui si pensa che il cervello immagazzini informazioni sotto forma di memoria (definiti con la locuzione inglese 'long-term potentiation'), mentre altri tipi di vescicole extracellulari o mitovescicole di controllo non hanno questo effetto. Si tratta di un passo importante nella definizione del ruolo delle mitovescicole nella malattia di Alzheimer e, con un occhio al futuro, al possibile sviluppo di farmaci per 'aggiustare' l'attività di queste nuove entità biologiche durante lo sviluppo di malattie neurodegenerative.

La relazione che D’Acunzo presenterà al simposio di Roma segue una serie di nuovi studi che ha svolto nell’arco del 2023 tra i quali si segnala quello su “Cocaine perturbs mitovescicle biology in the brain” pubblicato il 24 gennaio scorso sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Journal of extracellular vesicles. Il 13 marzo dello stesso anno, durante la ‘settimana mondiale del cervello’, ha preso parte in remoto ad un workshop sulle disfunzioni mitocondriali tenuto dall'istituto Mondino di Pavia proprio per parlare delle mitovescicole nei processi di invecchiamento e del loro ruolo nelle malattie neurodegenerative. Nell’estate scorsa, dal 16 al 20 luglio ad Amsterdam (Olanda) ha preso parte all’Alzheimer’s Association International Conference (AAIC2023), la più importante conferenza al mondo sull’argomento, descrivendo i suoi più recenti studi. Dopo l’iniziale scoperta delle mitovescicole, lo scienziato lucano ha pubblicato su riviste scientifiche specializzate ed esposto in convegni e giornate di studio, diversi dati riguardanti le alterazioni di queste vescicole in svariate condizioni patologiche, ma come queste alterazioni impattino sui meccanismi di funzionamento del pensiero e della memoria era rimasto però più nebuloso.
GLI STUDI DEL NEUROSCIENZIATO PASQUALE D’ACUNZO
Tutto nasce da un prestigioso lavoro che D’Acunzo ha presentato nel 2021, con la scoperta di una sottopopolazione di vescicole extracellulari di origine mitocondriale a cui ha dato appunto il nome di mitovescicole e con l’elaborazione di un metodo per isolarle dal parenchima cerebrale. Per questa importante scoperta nell’aprile 2021 gli venne attribuito il premio internazionale “ISEV2021 Young Investigator Award”. Inoltre, durante il convegno internazionale organizzato dall’ISEV dello stesso anno, la sua lecture sulla scoperta venne selezionata dalla stessa commissione tra le prime quattro su 583 proposte. Lo studio ebbe una grande eco internazionale in quanto ha aperto nuovi scenari per la terapia e la diagnosi nel campo delle malattie neurodegenerative. Dal 2022 i suoi studi sono finanziati dall’Alzheimer Association (fondazione no profit americana) e dalla fondazione Jérôme Lejeune per lo studio della sindrome di Down (fondazione no profit francese).
Nel 2023 di rilievo si segnala un nuovo studio dal titolo “Cocaine perturbs mitovescicle biology in the brain” pubblicato il 24 gennaio scorso sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Journal of extracellular vesicles. Il 13 marzo dello stesso anno, durante la ‘settimana mondiale del cervello’, ha preso parte in remoto ad un workshop sulle disfunzioni mitocondriali tenuto dall'istituto Mondino di Pavia proprio per parlare delle mitovescicole nei processi di invecchiamento e del loro ruolo nelle malattie neurodegenerative. Nell’estate scorsa, dal 16 al 20 luglio ad Amsterdam (Olanda) ha preso parte all’Alzheimer’s Association International Conference (AAIC2023), la più importante conferenza al mondo sull’argomento, descrivendo i suoi più recenti studi. Dopo l’iniziale scoperta delle mitovescicole, lo scienziato lucano ha pubblicato su riviste scientifiche specializzate ed esposto in convegni e giornate di studio, diversi dati riguardanti le alterazioni di queste vescicole in svariate condizioni patologiche, ma come queste alterazioni impattino sui meccanismi di funzionamento del pensiero e della memoria era rimasto però più nebuloso.




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