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Basilicata. Evento conclusivo del progetto di ricerca nazionale RI.P.ROVA.RE

20/04/2022

Venerdì 22 aprile 2022 si svolgerà a Missanello (Potenza) - dalle ore 9.30, nella Sala del Convento di S. Maria delle Grazie - l’evento conclusivo del progetto di ricerca nazionale “RI.P.ROVA.RE” (Riabitare i Paesi. Strategie operative per la valorizzazione e la resilienza delle aree interne), finanziato dal Ministero della Transizione Ecologica,con la presentazione della “Proposta di strategia integrata per il Medio Agri”. Il progetto è stato promosso da tre gruppi di ricerca di Università meridionali (l’Università della Basilicata, l’Università campana “Vanvitelli” e l’Università di Salerno). La prof. ssa Adriana Galderisi dell’Unità di Napoli è coordinatrice del progetto, e Piergiuseppe Pontrandolfi (Professore Associato di Tecnica e Pianificazione Urbanistica nel Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo, DiCEM, dell’Università della Basilicata) è coordinatore dell’Unità Locale di ricerca. Il progetto ha come scopo quello di fornire strumenti di supporto alla costruzione di politiche integrate in grado di accrescere la resilienza delle aree interne e coniugare più efficacemente gli obiettivi della Strategia nazionale (SNAI) e quelli per lo sviluppo sostenibile (SNSvS). In particolare, attraverso un percorso di elaborazione metodologica e verifica sul campo in due regioni pilota del Mezzogiorno (Campania e Basilicata), il progetto intende fornirecriteri e metodi per la delimitazione delle aree interne e la valutazione degli attuali livelli di resilienza, strategie d’area e progetti pilota delineati attraverso processi di co-progettazione - in grado di coniugare riduzione dei rischi, sviluppo socio-economico e rigenerazione dei tessuti urbani e dei sistemi naturali - e metodologie per la valutazione tecnica e partecipata di strategie e azioni alternative.
In Basilicata l’area di sperimentazione scelta è quella del Medio Agri, ein particolare i Comuni di San Martino d’Agri, San Chirico Raparo, Roccanova, Gallicchio, Missanello e Sant’Arcangelo. Sono stati inoltre interessati in alcune attività i comuni di Armento, Castelsaraceno ed Aliano.Oltre al gruppo di ricerca dell’Unibas, le attività hanno visto il coinvolgimento attivo degli amministratori locali, dei Sindaci in particolare, e di un gruppo di circa quaranta persone residenti nei sei comuni, all’interno del “Living Lab” organizzato nei sei comuni e con studenti e docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Carlo Levi” di Sant’Arcangelo (Potenza) nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro. I territori interessati – ha spiegato il prof. Pontrandolfi- presentano una forte criticità rappresentata dall’accelerato spopolamento che, nel giro di alcuni decenni, porterebbe di fatto alla scomparsa delle attuali comunità di residenti, o comunque ad un forte ed irreversibile squilibrio strutturale della popolazione insediata. E’ questo “il problema principale che, se non affrontato adeguatamente, renderebbe improbabile ed inefficace qualunque strategia di sviluppo e rilancio dei territori”. L’obiettivo prioritario “è dunque quello di arrestare lo spopolamento: da un lato “promuovendo politiche che incentivino ‘la restanza’ degli attuali abitanti e il ritorno di cittadini andati via in anni recenti o, ancora, il trasferimento di nuclei familiari dai centri urbani e metropolitani, attratti da modelli di vita alternativi e più sostenibili. Per altro verso, è necessario ‘attrarre’ nuove popolazioni, anche con avanzate ed innovative politiche di accoglienza delle popolazioni migranti”.Le attività del Living Lab sono state strutturate in sei incontri, uno per ciascun comune, in cui si sono incontrati e confrontati cittadini, imprese, ricercatori e istituzioni”. Tra i temi approfonditi, la qualità della vita, le attività economiche e occupazione, la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturale, i rischi naturali ed antropici, il patrimonio culturale ed identitario, e l’accoglienza. In particolare, “il tema dell’accoglienza – ha aggiunto il docente Unibas - è questione molto importante per le Aree Interne. Per cercare di porre rimedio all'abbandono del territorio bisogna attivare meccanismi virtuosi perché chi abita questi luoghi decida di restarvi ed accogliere nuova popolazione; solo in tal modo sarà possibile garantire una adeguata dotazione infrastrutturale e di servizi alla popolazione ed alle comunità che abitano sui territori”.La strategia integrata proposta si fonda innanzitutto sul rafforzamento della governance territoriale, a partire dal rafforzamento delle funzioni attribuite all’Unione dei Comuni del Medio Agri, e su una più elevata consapevolezza delle comunità insediate e delle amministrazioni locali rispetto ai temi della sostenibilità dello sviluppo. Strategie specifiche fanno riferimento ad un miglioramento significativo della qualità della vita nell’area interessata, puntando in particolare al miglioramento della accessibilità ai centri e alla riorganizzazione dei servizi di base; inoltre la strategia prevede azioni finalizzate a favorire lo sviluppo dei settori economici che meglio interpretano le potenzialità ed i valori identitari presenti nell’area (in particolare agricoltura e turismo), anche con l’organizzazione di un itinerario di fruizione turistica multimodale dell’area che colleghi i nove centri ed i territori interessati utilizzando l’attuale viabilità di versante, opportunamente adeguata e messa in sicurezza. L’attuazione delle due strategie specifiche contribuirebbe, significativamente, al conseguimento dell’obiettivo di arrestare lo spopolamento dei comuni dell’area e dell’obiettivo di rendere il territorio più attrattivo per nuovi residenti (declinando le forme diverse della accoglienza ed in particolare di quella dei migranti).



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