La specialità dell’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi, giudicata a buon diritto, una delle migliori d’Europa, in questa stagione è stato mettere a “confronto” i massimi della musica, con le loro opere più importanti. La settimana scorsa, sono saliti sul palco Van Beethoven e Sostakovic, con le loro Quinte Sinfonie, in Do minore,op.67 e in Re minore,op.47: una battaglia tra titani , che ha fatto vibrare mille violini, ai comandi della bacchetta del Maestro Jader Bignamini, in un Teatro tutto esaurito ed entusiasta. Stasera, altro duello tra Mozart e Beethoven che hanno messo in campo le rispettive “Eroiche”, quella di Mozart, eseguita al doppio pianoforte con alle tastiere Lucas e Arthur Jussen.
Due modi diversi dedicati a Napoleone, l’Imperatore prima osannato e successivamente criticato. Quello che ha travolto il pubblico, ancora una volta, è stata la musica immortale.
In un breve intervallo, l’attore Massimiliano Finazzer Flory ha recitato”5 Maggio”, scritta da Manzoni, dopo aver appreso sgomento della morte dell’Imperatore.
La settimana precedente, è stato molto apprezzato “Un violino per due”, dove il violino è stato Domenico Nordio, diretto dal Maestro Jader Bignamini con la sua orchestra, che ha eseguito Concerto per violino ed orchestra di Silvia Colasanti, sinfonia n.9,in Mi Bemolle maggiore di Sostakovic e Concerto per violino ed orchestra , in Re Maggiore,op.61 di Ludwig Van Beethoven. Tutto questo dopo l’esecuzione della Pastorale , sinfonia n. 6 in Fa maggiore, opera 68 ,una delle più belle,a mio parere e non solo, del Mago di Bonn, Beethoven. Oggi, alle 18, per arricchire la stupenda settimana di grande musica, l’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” eseguirà “La Grande”, sinfonia n.9, in Do maggiore di Franz Schubert, direttore Thomas Guggens.

Domenica ,infine, per chiudere la settimana ,a beneficio degli abbonati, saranno ripetute le Eroiche.
Come si vede, Milano ha ripreso il suo ritmo ,che ci porterà ad un crescendo di massima intensità, se facciamo riferimento anche alle altre realtà musicali. Niente male.
Giovanni Labanca |