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Intervista a Mamadou Dioume, attore protagonista dell’ultimo spettacolo della regista lucana Gina Merulla

30/03/2022

Attore, regista teatrale e pedagogo di origini senegalesi naturalizzato francese, Mamadou Dioume è una figura intensa e versatile del panorama attoriale internazionale.
Si diploma presso l'Istituto Nazionale delle Arti del Senegal (INAS) dove consegue il primo premio “Prix de tragèdie” e interpreta numerosi importanti ruoli. Tra le numerose esperienze professionale va citata quella che lo vede attore di punta per diversi anni dello spettacolo"Mahābhārata" diretto dal grande regista Peter Brook. 
“Il quarto vuoto” è invece lo spettacolo, scritto e diretto dalla regista lucana Gina Merulla, che lo vede protagonista della scena oggi e di cui ci parla nell’intervista che segue.


Come nasce il suo percorso artistico?
Nel ‘66 incontrai Pablo Picasso grazie a un mio parente, anche lui affermato pittore. Ero solo un ragazzo ma fui molto colpito dalle sue parole e quell’incontro mi spinse a cercare la mia strada e ad affrontare senza paura il mio amore per il teatro. Ho iniziato il mio percorso all’Istituto Nazionale delle Arti del Senegal per poi essere scritturato nelle produzioni del Teatro Nazionale Daniel Sorano. Ero già un attore affermato in Senegal quando Brook volò fino a Dakar per venire a vedere il mio lavoro. Fu tutto molto spontaneo: lui mi chiese di raggiungerlo a Parigi per entrare a far parte del suo gruppo e io lasciai l’Africa per continuare il mio percorso artistico in Europa, poi in Asia e negli Stati Uniti.

L'esperienza con Peter Brook ha senza dubbio segnato il suo percorso.  In che modo le chiedo, ha cambiato la sua Arte e la sua persona?
L’incontro con Peter è stato un grandissimo stimolo per intraprendere un percorso nell’arte teatrale che dura una vita intera. Peter ha creato questo gruppo di ricerca multiculturale con attori provenienti da tutto il mondo in modo tale che ognuno potesse arricchirsi dall’incontro con l’altro. Al di là della provenienza e del substrato culturale degli artisti il lavoro era orientato nell’esplorazione dei fatti umani. Abbiamo messo al centro del nostro lavoro di ricerca l’essere umano con tutto quello che porta con sé.

Attualmente è in scena con lo spettacolo " Il quarto vuoto" diretto da Gina Merulla. Quale il suo  ruolo e cosa significa per lei questa esperienza ?
“Il Quarto Vuoto” è un lavoro molto impegnativo sia a livello psicologico che emotivo. Siamo quattro persone ma è come se fossimo una sola persona: fusi in un viaggio interiore e esteriore ci confrontiamo con noi stessi, con il nostro lato oscuro, con tutti gli ostacoli, le tentazioni, le attitudini, gli istinti primordiali. Questo era il percorso proposto da Gina e noi attori abbiamo strappato da dentro noi stessi tutte queste emozioni affinché sorgessero a fior di pelle.

Da attore internazionale quale lei è, qual è la sua relazione con l'Italia e che idea ha del "bel paese"?
L’Italia è la culla della Cultura: ha creato nuove forme di espressione, ha unito diverse discipline e ha raffinato ogni forma d’arte. Ho sempre studiato fin da quando ero in Senegal la poesia, la letteratura e l’arte italiana. Da quando mi sono sradicato dall’Africa per trasferirmi a Parigi, l’Italia ha sempre esercitato su di me un fascino magnetico. Direi che ho  un rapporto carnale con questo paese. Dall’altra parte sento però che, dopo aver lasciato la sua impronta ovunque e aver influenzato il mondo intero, l’Italia sia un paese che sta riposando sulla sua grandezza. Sono necessari nuovi stimoli e sollecitazioni per risvegliarsi. Bisogna dare una possibilità alle nuove generazioni perché la vera ricchezza è andare sempre oltre.

Roberta La Guardia



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