Il 4 luglio 2021, alle ore 18.30, in occasione del quarantennale della scomparsa di Libero De Libero, attraverso due libri d’artista viene ricordata l’amicizia del poeta di Fondi con l’artista di Fontana Liri Umberto Mastroianni. E non è un caso che uno dei due libri sia Ascolta la Ciociaria di De Libero, un poemetto del 1951 uscito per la prima volta con De Luca nel 1953 e ristampato, in 100 esemplari numerati da 1 a 100, da L’Arco Edizioni d’Arte Roma nel 1977 con un’acquaforte di Umberto Mastroianni preparata per i torchi di Renzo Romero.
Il poemetto, che in più occasioni ha messo a confronto la Ciociaria di De Libero con l’Andalusia di Lorca, è dedicato all’amico Guido Mosillo ed è un invito a conoscere la terra d’origine del poeta e dell’artista, tappa imprescindibile per entrare nella creatività di due maestri del Novecento e fissare il rapporto con questi territori del Lazio a sud-est di Roma.
Boschi, fiumi, colline, strade, paesi, vicoli, donne, miti, colori, profumi: bellezze di una terra che l’ultima strofa dell’inno esemplifica: “O mia voce deserta, Ciociaria, / conservami un sasso delle tue colline / se non torno e nell’avida acqua / dei tuoi fossi cerca l’immagine mia”.
È sempre Romero lo stampatore-editore di Vento furente, il libro d’artista uscito nel 1972, con una introduzione di De Libero, prose e poesie di Umberto Mastroianni che lo correda di 12 incisioni all'acquatinta e all'acquaforte tirate in 83 esemplari (60 numerati da 1 a 60, VIII numerate da I a VIII con un disegno originale e 15 siglati da A a Q).
Come scrive De Libero, gli scritti di Mastroianni non sono “paginette di taccuino o quaderni di un diario”, convogliano “riflussi ed esiti dentro gli imbuti dell’arte sua”. Ed è proprio il vento furente “che inarca e contorce e dilania forme e significati nelle creazioni telluriche di lui, a dirompere questo fraseggiato temerario fino ad arruffarne la smodata vegetazione della sintassi. In quello spinoso scendere e salire d’immagini fitte ricorrono non poche scintille delle martellate che scheggiano pieghe e anfratti e nodi nel metallo e la pietra delle sue sculture”. E delle incisioni che, in controcanto, illuminano testi quali L’arena, Fiesta, Juke-box, La festa del redentore, Maremma, La terra trema, La mandria, Il vento, Deserto, L’uomo del bosco, La vita che corre, Il vulcano spento di Fontana Liri, La cava di pietra o poesie come questa: In ogni muro / una sentenza / in ogni pietra / un sepolcro. / La vita fugge / l’oro che apparve / breve nel nostalgico / gioco della fortuna dove lo specchio di Ascolta la Ciociara di De Libero si fa subito esplicito e chiarificatore. |