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| La quotidianità 'fantascientifica' degli adolescenti ai tempi del Covid |
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11/05/2020 | Il coronavirus ha generato quasi dappertutto disorientamento, paura e ansia, ma ha anche attivato subito in molti il desiderio di reagire, di mettersi in gioco e di adattarsi ad una nuova realtà.
Il periodo che stiamo vivendo ha, certamente, influenzato la quotidianità e i ritmi di tutti, in particolar modo quelli dei giovani che, da un giorno all’altro, si sono ritrovati in una dimensione quasi “fantascientifica”.
Ciò, però, ha permesso loro di comprendere cosa sia realmente essenziale: il calore della famiglia, il supporto degli amici, il rispetto delle regole, ma soprattutto ha messo in evidenza l’inutilità dell’ individualismo.
Anche la scuola ha reagito a questa “epidemia senza confini”, proponendo una modalità alternativa di didattica, per permettere agli studenti di continuare gli studi in una situazione di “ quasi normalità”.
La cosiddetta “didattica a distanza” sfrutta la potenzialità di piattaforme dedicate, tramite le quali gli studenti possono seguire le lezioni, svolgere consegne e confrontarsi con insegnanti e compagni.
Il passaggio dalla didattica “in presenza” a quella “a distanza”, inizialmente difficoltoso, ben presto è diventato normale. Orari da seguire, collegamenti da fare, compiti da consegnare corrispondono ormai alla routine di ogni alunno, che tuttavia , pur adattandosi a questo cambiamento forzato, credono che la scuola “fisica” sia ancora l’ambiente di apprendimento che faciliti la relazione educativa, la condivisione, il piacere di conoscere e il benessere. Ritrovarsi ogni mattina dinanzi ad un edificio scolastico, discutere e scherzare, abbracciarsi sono comportamenti e gesti insostituibili, dai quali abbiamo dovuto giocoforza prendere le distanze in questa situazione di emergenza. Gli studenti credono in una scuola che non si ferma e che si sa trasformare: le modalità didattiche innovative rappresentano oggi una risorsa irrinunciabile per conseguire l’obiettivo una solida formazione culturale.
La rete, dunque, non è più un diversivo, ma è diventata una priorità. La connessione non è solo più utile per guardare serie tv e giocare, ma è diventata fondamentale per studiare, riflettere e crescere.
Ginevra Incerto
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