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Matera: presentazione del catalogo della mostra Mario Cresci. Forse Fotografia |
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18/09/2012 | Giovedì 20 settembre 2012 alle ore 18.30 a Matera, presso Palazzo Lanfranchi, sarà presentato il catalogo della mostra Mario Cresci. Forse fotografia, curato da Luigi Ficacci, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etonantropologici delle Province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini e Marta Ragozzino, Soprintendente per i Beni Storici Artistici ed Etonantropologici della Basilicata.
Interverranno: il Sindaco di Matera Salvatore Adduce; i curatori del volume; Maria Grazia Bellisario, Direttore del Servizio V Architettura e Arte Contemporanee – Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee; Marina Miraglia, storico dell’arte e della fotografia; Goffredo Fofi, saggista.
Sarà presente Mario Cresci.
Il volume ripercorre le tre tappe della mostra svoltasi nell’arco temporale 2011-2012, a Bologna presso la Pinacoteca Nazionale, a Roma all’Istituto Nazionale per la Grafica e a Matera a Palazzo Lanfranchi dove sono stai presentati un nucleo di lavori realizzati specificatamente dall’artista in rapporto a ciascuna sede espositiva e una parte retrospettiva comune alle tre edizioni.
Mario Cresci è uno dei più rilevanti interpreti della ricerca fotografica in Italia degli ultimi quattro decenni del XX secolo e, contemporaneamente, una figura di punta dei nostri giorni. Nel suo lavoro più recente, infatti, Cresci porta un rigore e una curiosità sperimentale che si uniscono a una leggerezza ludica e dissacratoria, tipici dell’avanguardia italiana di fine anni Sessanta e Settanta, cui egli appartiene per generazione e poetica. Nel panorama italiano attuale questi aspetti del suo linguaggio artistico assumono una pungente originalità.
Scrive Fofi nel catalogo edito da Allemandi «Necessariamente Cresci “saggia” e va avanti […] la sua opera non si accontenta dei risultati raggiunti e segue non solo “la vita, gli scossoni, i ribaltamenti, le mode, il mercato” dell’arte contemporanea, perché la fotografia (e gli spazi che la sua arte affronta) deve sì collocarsi nel tempo, ma nel tempo profondo e deciso, ancorché nascosto dal chiasso dell’attualità: deve mettersi in grado di comprenderlo e di superarlo, negandone le apparenze e le funzioni, cercando un nuovo tempo».
La pubblicazione ricostruisce l’eccezionale rilevanza complessiva dell’opera di Cresci.
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