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Scuola digitale:il nuovo piano del Miur per una spinta al processo in Basilicata

13/10/2019

La digitalizzazione delle scuole in Basilicata
Quando si parla di digitalizzazione e di scuole, ci si trova di fronte ad una situazione molto frammentata, in base alle regioni e alle province. È per questo motivo che conviene iniziare proprio da un’analisi del settore a livello nazionale, basandoci sui dati proposti dall’Agcom.

Stando al report in questione, la zona fanalino di coda della Penisola è il Sud, dove si trova oltre il 3% degli istituti scolastici non ancora digitalizzati. Se si analizza la situazione partendo dalle medie dello Stivale, le regioni messe peggio sono l’Abruzzo, la Puglia, la Calabria e la Basilicata. In questi casi i problemi riguardano soprattutto i mancati processi di digitalizzazione delle scuole, da un punto di vista gestionale oltre che amministrativo. In sintesi, c’è bisogno di una svolta in grado di intensificare il processo in atto.

Il Miur stanzia dei fondi contro la povertà educativa

In questo quadro si colloca la decisione del Miur di stanziare dei fondi per porre un freno al problema della povertà educativa, che vede il digitale come lo strumento risolutivo per eccellenza e che arriva a toccare anche regioni come la Basilicata. Si parla di un totale di risorse PON che arrivano fino a quota 50 milioni di euro, suddivise per tutte le regioni della penisola sensibili alla problematica, come la Sicilia, la Calabria, il Molise e la Sardegna. Come funzionerà questo bando? Gli istituti scolastici potranno presentare al Miur un programma dettagliato mirato al rafforzamento delle competenze degli alunni, comprese quelle tecnologiche. Ogni progetto approvato dal Ministero dell’Istruzione, poi, potrà contare su un finanziamento al massimo di 32 milioni di euro.

Un nuovo approccio alla digitalizzazione

Guardando i numeri, si capisce come si renda necessario un nuovo approccio alla digitalizzazione, allo scopo di creare consapevolezza e favorire il digitale nelle scuole. Se è vero, infatti, che il percorso di digitalizzazione delle nuove generazioni parte nelle loro case, dove ormai non si può più fare a meno di attivare offerte con internet veloce e senza limiti, anche a scuola è necessario l’impiego di tecnologie all’avanguardia per rimanere al passo con i tempi. A tale proposito, gli strumenti tecnologici non dovrebbero cambiare in maniera radicale l’istruzione, ma diventare un mezzo per migliorarla e renderla più efficace. Questo è il ragionamento sposato ormai anche dagli organi competenti. Il Miur precisa, per l’appunto, che non basta parlare di digitalizzazione a livello concettuale, ma serve dare maggiore enfasi ai fattori culturali ed epistemologici, evitando di focalizzarsi soltanto sui mezzi tecnologici. È quindi possibile parlare, in primo luogo, di educazione digitale, tramite un processo che sia in grado di coprire ogni singolo aspetto di questa transizione. Non a caso, tali linee guida rappresentano l’ossatura del Piano Nazionale Scuola Digitale lanciato dal Ministero dell’Istruzione e ormai arrivato da tempo anche in Basilicata.

In conclusione, il digitale deve diventare parte integrante del presente e del futuro delle nostre scuole seguendo un iter in grado di valorizzare prima di tutto la cultura e creando così un continuum tra vita privata e formazione dei giovani alunni.



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