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Recensione de "L'inganno di Tangentopoli"

31/07/2012

Il libro dal titolo “ L’inganno di Tangentopoli” di Renato Altissimo e Gaetano Pedullà descrivono con dovizia di particolari lo scandalo di Tangentopoli che ha determinato uno scossone nella traballante partitocrazia.
In particolare, nella DC che dopo oltre 40 anni perdeva la sua leadership indiscussa come dimostrano gli Exit Poll delle elezioni politiche del 1992 anno di nascita di questo terremoto e del Partito Socialista Italiano con l’inquisizione di Bettino Craxi che in quel periodo fu oggetto di un attacco giudiziario e mediatico che non ha eguali nella storia di tutti i tempi, il Partito Liberale di cui era capostipite Renato Altissimo che come afferma nel libro cercò con ardore di respingere le accuse rivoltegli dalla Magistratura il cui artefice era un giudice dal pugno di ferro fino ad allora sconosciuto , Antonio di Pietro.
Le sue indagini molto accattivanti, colpirono sia politici sia finanzieri molto illustri che erano collusi con lo scandalo delle tangenti.
Quell’anno si caratterizzo anche per gli omicidi di stampo mafioso che avevano sostituito i metodi abituali di offesa, con le bombe, di giudici come Giovanni Falcone sull’autostrada di Capaci in cui morirono la moglie Francesca Morbillo ed i cinque carabinieri della scorta, di Paolo Borsellino qualche mese più tardi e a livello politico dell’elezione al primo scrutinio di Oscar Luigi Scalfaro.
Malgrado questi omicidi l’inchiesta contro lo scandalo delle tangenti definita “Mani Pulite andò avanti con l’arresto di altri nomi eccellenti della politica e finanza.
Bettino Craxi che non era più Presidente del Consiglio essendo uno dei più bersagliati dall’inchiesta, tenne un discorso alla Camera dei Deputati in cui affermò che tutti erano collusi con le tangenti.
Però non si sa perché la Magistratura abbia cercato di accanirsi soltanto su alcuni partiti e non su tutti come avrebbe dovuto fare come il PDS di cui si sarà in seguito che era legato a filo diretto con L’URSS che versava consistenti somme nelle casse del partito di Botteghe Oscure.
In quegli anni, La magistratura aveva abdicato al suo ruolo di imparzialità e terzietà come stabilisce la Costituzione italiana, assumendo un ruolo politico ed assumendo un ruolo di supplenza legislativa.
Dopo questo ciclone, la situazione politica non è migliorata ed partiti della Seconda Repubblica, composti da politici della prima repubblica che avevano assunto un ruolo di moralizzatori, continuarono ad avere lo stesso comportamento di quelli della Prima.
In conclusione possiamo affermare che come ha affermato Altissimo la politica è debole come allora e la credibilità dei partiti è stata ridotta scientificamente al lumicino.
Anche la giustizia che attende da anni di essere riformata sia nella velocità dei processi sia per quanto attiene alla separazione delle carriere è rimasta con le sue aporie.

Biagio Gugliotta










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