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Caballum Costantini

11/06/2012

Ci sono stati nella storia, ci sono tuttora e ce ne saranno in futuro uomini capaci di segnare col proprio ingegno, con l’esempio del coraggio o molto più semplicemente con idee e personalità, dei solchi profondi nella storia. La nostra Nazione ha dato i natali ad uno di questi uomini nel lontanissimo 121 d.c. Ne nascerà un altro secoli dopo, nel nuovo mondo. Figlio della multietnica America, Barack Obama viene alla luce ad Honolulu, nel 1961. Entrambi rimangono orfani di padre in tenera età. Entrambi saranno adottati dai nonni. Il destino porrà questi due uomini alla guida delle due più grandi potenze della storia dell’umanità. Ma non sono queste però le caratteristiche che ci spingono ad accostarli nelle nostre modestissime “vite parallele”, bensì le loro personalità. Nella magnifica Roma Imperiale brillò una stella nella quale il pensiero filosofico, il coraggio, la buona pratica politica, una grande personalità ed un altrettanto grande senso di umanità si fusero insieme nella figura dell’imperatore Marco Aurelio. Forse fu proprio affermando la parentela degli uomini con Dio che quest’uomo si pose, rimanendovi ancorato per tutta la vita, in una posizione di superiorità rispetto alle vicende umane. Si potrebbe obiettare, ricordando Seneca, che la corrente filosofica a cui Marco Aurelio aderì, e cioè lo stoicismo, si caratterizzava proprio per l’atteggiamento di indifferenza da parte del saggio nei confronti dei motivi propriamente umani della vita. Ma l’Imperatore Marco fu qualcosa di più. Costretto dal suo tempo a trascorre l’intero mandato sui campi di battaglia, tra mille difficoltà e perseguitato da una delle peggiori pestilenze della storia che, secondo alcuni, lo ucciderà nel 181 egli vince nelle campagne militari pur aborrendo nel suo cuore la guerra. Combatte i nemici, agguerriti nell’intento di annientarlo, confessando ai suoi diari la necessità di perdonare gli errori compiuti dal prossimo, di non giudicare nemmeno chi sbaglia perché l’errore deriva dalla inconsapevolezza del male e perché tutti gli uomini sono parenti nella unicità della specie a cui appartengono. Pensieri nobilissimi e riformatori soprattutto in un tempo in cui le questioni teoretiche influenzavano la condotta pratica degli individui. Nonostante la guerra lo costringesse a rimanere lontano da Roma egli diede vita a riforme che rimasero come fari accesi nella storia oscura dei secoli che seguirono. Rispettoso sin da subito dell’autorità del Senato si comportò come un vero e proprio Primo Ministro e mai come un despota. Cercò di abbattere con leggi riformatrici le differenze sociali tra i cittadini, che poterono in tal modo competere per le cariche dello Stato sulla base dei meriti personali e non più della condizione di nascita. Altre leggi come quelle in favore degli schiavi, la costrizione delle pratiche di tortura, e tante altre che non è opportuno qui riportare per ragioni di spazio fanno di questo personaggio un uomo giusto nelle cui parole si scorge una profondità impensabile per un politico e per un guerriero di quel tempo e di questo, anche. La politica ed il potere sono ricettacoli di germi patogeni per la società: avventurieri, saccenti, falsi saggi presuntuosi quanto incapaci, arroganti quanto intimamente pavidi e vigliacchi infestano le da sempre le stanze del potere. Il giovane afro americano Obama attraversa le proprie sofferenze interiori senza lasciarsi trascinare nel pantano dell’individualismo. Sembra che tali personalità non possano mai abbassare gli occhi ma che invece il loro sguardo resti sempre e comunque rivolto ai grandi ideali. Le lotte per i diritti civili, contro la guerra, a favore del superamento delle diversità di ogni genere, e non solo di quelle a sfondo raziale, fanno di questo giovane Presidente degli Stati Uniti un “illuminato”. Né questo suo particolare mondo di essere gli impedirà di condurre le proprie guerre difensive e di principio anche sui campi di battaglia, proprio come del resto avvenne al suo grande predecessore Marco Aurelio. E di vincerle anche con le armi quelle battaglie, come avvenuto ad esempio per la lotta al terrorismo di Osama Bin Laden. L’arte della mediazione, l’intuito riformista, le larghe vedute in campo economico e sociale, lo spirito pacifista e collaborativo che pervadono la personalità di Obama non possono rimanere prigionieri del ruolo e così fuoriescono al momento opportuno nelle sue proposte di legge, nella sua politica estera, nella visione tutta personale della società del futuro. La critica sostanziale al capitalismo nelle sue forme più estreme e ciniche. Le battaglie in favore dell’ambiente e di una sanità per tutti, di un Welfare migliore fanno di questo giovanissimo Capo di Stato uno dei politici più completi e capaci della storia contemporanea. Gli insegnamenti di Marco Aurelio ci portano a considerare questo Presidente anche come nostro, in quanto portatore di saggezza a favore dell’intera umanità. Ai cittadini degli USA va il nostro plauso per aver operato una scelta coraggiosa che ha consentito ad un uomo diverso, illuminato ed innovatore, di porre la propria visione del mondo, la propria sensibilità e la propria genialità al servizio del mondo intero. Un primo, giusto riconoscimento è stato tributato alla personalità di Obama col premio Nobel per la pace. Tale onorificenza non fa che incorniciare i meriti di quest’uomo affinché non succeda ciò che Marco Aurelio scriveva pensando alla morte: “tra poco avrò dimenticato tutto, tra poco tutti mi avranno dimenticato”. Un’altra, e più grande gli verrà tributata dal posto che potrà occupare nella storia proprio come avvenne per il taciturno, riflessivo, appartato e saggio Imperatore Cesare Marco Aurelio Antonio Augusto.
Antonio Salerno



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