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Felisao Etnochic: a Senise con un'ispirazione internazionale

6/02/2018

Innovazione, contaminazione culturale, colori. Tutto partendo da un territorio, l'area sud della Basilicata e dimostrando che la creatività non ha confini. Parte da Senise il progetto di moda Felisao Etnochic, di Felicita Castelluccio, imprenditrice e viaggiatrice, che ha coniugato le sue passioni con la creazione di abiti dal sapore internazionale. L'abbiamo incontrata, proprio a Senise, nella redazione de lasiritide.it.

Cos’è per lei la moda?
La moda per me è un prolungamento della persona, del proprio modo di vivere e del modo di percepirsi; ed anche la scelta del capo dovrebbe essere una sorta di prolungamento della personalità.
Come e perché nasce Felisao etnochic?
R:”La Felisao nasce in modo un po’ anomalo rispetto ai percorsi di uno stilista o di un fashion designer o comunque delle case di moda, per un semplice motivo: io non mi sono formata accademicamente nel mondo della moda, sono un’autodidatta e tutto quello che è uscito fuori, è frutto di un’ ispirazione del mio vissuto. Questo da un lato mi permette una maggiore libertà perché non ho una formazione “classica” come quella che può essere fornita da un’ accademia. Ma, d’altro canto, mi pone anche dei grossi limiti: non so disegnare, quindi tutto quello che poi viene trasformato in abito, nasce da idee, che traggono spunto appunto dal mio vissuto, dalla mia cultura generale, dai miei viaggi. La connotazione etnica nasce proprio dal volermi ispirare a quello che è il mio patrimonio di esperienze, nel fatto di aver viaggiato e soprattutto nel voler cercare il bello in ogni cultura.
Qual è per lei una tendenza o uno stile che vorrebbe far risaltare?
Più che tendenza mi piacerebbe dare risalto e incuriosire il pubblico femminile spingendolo a una maggior apertura rispetto a quelli che sono i canoni della bellezza, della moda, della femminilità delle altre parti del mondo. Ovviamente in questo modo si dà anche una spinta propulsiva al ritorno in auge di quelli che erano gli abiti del periodo coloniale. Questo, dal mio punto vista ,che è estremamente personale, ha dei lati positivi e dei lati negativi perché il periodo coloniale è vero che ha portato influenze di altre culture però è anche un periodo nero nella storia, il colonialismo di per sé non ha una connotazione positiva dal mio punto di vista.
I suoi abiti in che modo vengono distribuiti, dove possiamo trovarli?
Noi ci siamo focalizzati più che altro sul rapporto diretto con la clientela proprio perché cerchiamo di creare dei capi unici. Abbiamo dei rivenditori ma il nostro è un mercato di nicchia, essendo abiti da sera, di alta moda e quindi avendo dei costi abbastanza elevati non possiamo inserirci nel classico rivenditore di abbigliamento. I nostri rivenditori sono negozi particolari che non hanno le griffe del momento e quindi delle grandi case di moda ma hanno le particolarità e soprattutto danno spazio alla sartoria artigianale Made in Italy. Preferiamo, come dicevo, prima il servizio su misura, il servizio del capo unico quindi un rapporto collaborativo nella creazione con la cliente.
Da dove trae maggiormente ispirazione?
Non ho dei modelli, i modelli sono le varie popolazioni che ho incontrato e tutto quello che mi arriva attraverso la lettura, questa curiosità di scoprire come viene vissuta la femminilità in altre parti del mondo.
Qual è un elemento che nei suoi capi non può mai mancare?
La particolarità e l’unicità della ricerca dei materiali, quindi parliamo di tessuti e di applicazione: un capo non deve essere mai uguale all’altro, può essere il modello di base ma ogni capo deve essere distinto con la scelta del tessuto e con l’applicazione.
Perché ha deciso di ispirarsi proprio all’ Oriente?
L’Oriente è semplicemente l’ispirazione iniziale. Io ho iniziato con il Medio Oriente perché parliamo di caftani che sono di matrice medio orientale. La nascita del caftano è legata alla Mesopotamia, quindi parliamo dell’Iraq, e ogni caftano ha un nome diverso. La seconda collezione è orientale e infatti si chiama Levante d’ispirazione nipponica. La prossima collezione, invece, sarà ispirata all’Africa.



Rita Abitante
lasiritide.it



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