Ti siedi sulla poltroncina rossa ben consapevole di ciò che ascolterai. Il palco del Teatro San Mauro di Lavello è pronto; con un’aria a tratti mistica, a tratti tangibile. Perché tutto è lì, a un passo da te. Con ogni singola parte del tuo corpo, ti sembra di sbattere contro tutto ciò che un venticinquenne Jack Kerouac ha reso parola: il viaggio e il Jazz. I quattro Blue Moka, insieme all’immenso Fabrizio Bosso e alle sue dita elettriche, ti trascinano: un sound incontenibile, irruento, dove alle grandi influenze (date da Pat Metheny, dal batterista bop Art Blakey e da Jimmy Smith, dal capofila degli young lions Wynton Marsalis e dal R&B di Robert Glasper, da Roy Hargrove e da Larry Goldings) si mischiano Funk e Rhythm and Blues, Modern Jazz, con un bel segno di Hammond anni ‘60. E così, accompagnati dalla furiosa tromba di Fabrizio Bosso, i Blue Moka subito ti sbattono in faccia tradizione jazzistica, sound newyorkese e sperimentazioni da ogni dove. Nati nel 2009 dalla collaborazione tra Michele Morari (batterista jazz/funk/R&B), Michele Bianchi (chitarrista allievo di Franco Cerri, già membro della band di Mario Biondi e performer con la grande Dee Dee Bridgewater), e Alberto Gurrisi (considerato oggi un riferimento internazionale per l'organo Hammond per le formazioni blues-jazz-funk di Gegè Telesforo, Enrico Rava, Max Ionata), chiudono il cerchio con il sax di Emiliano Vernizzi (già membro del “Blakey Lagacy” di Gianni Cazzola e fondatore del progetto “Pericopes”, tra Parigi, l’Italia e gli Stati Uniti, e dal 2011 nucleo della band newyorkese di Izzy Zaidman, con tour ovunque); fino a quando, nel 2013, arrivano Fabrizio Bosso e la sua tromba. Un album d’esordio che porta il nome della band e che parte, in questo suo “Winter Tour”, proprio dal Vulture (per essere il 13 gennaio al Teatro Cicolella di Foggia; il 30 gennaio al Cento Jazz Club di Cento; il 31 gennaio al Vapore Jazz Club di Marghera; l’1 febbraio al Jazz on Top di Prata di Pordenone e il 29 marzo al Blue Note di Milano); con un disco in uscita il prossimo 19 gennaio. Otto composizioni originali, strepitose – come “Bacon VS Tofu” firmata da Emilio Vernizzi, con la quale si apre il live, o “30 Mesi” composta da Alberto Gurrisi o, ancora, una splendida “I Felt This For You” di Michele Bianchi – alle quali si aggiungono “Brazilian Like” del grande Michel Petrucciani e “Footprints” di Wayne Shorter, ricordando anche Lucio Dalla e la sua dolcissima “Futura”; mentre, durante il live, non è mancato – a noi pubblico perso tra incredibili assoli e armonie a cinque – lo splendido regalo fattoci con “Body and Soul”. Loro si guardano, si sorridono, si scambiano le note; noi restiamo incollati ai nostri posti, con gli occhi sgranati e le orecchie spalancate. Altre parole sono inutili. Non vi restano che due sole cose da fare: sedervi e ascoltare.
Marialaura Garripoli
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