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Sgombero ex Felandina:per il Tar inammissibile il ricorso.Bitonti:'pagina buia'' |
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18/02/2020 |
| Il TAR si è pronunciato oggi sul ricorso contro il Comune di Bernalda per l’annullamento dell’ordinanza sindacale del maggio 2019, adottata per fronteggiare l’emergenza sanitaria e di igiene pubblica rilevata nell’area industriale della Felandina.
Il ricorso, proposto da uno degli occupanti dei capannoni oggetto dell’ordinanza, è stato dichiarato inammissibile per varie ragioni: la mancanza di prove dello stabile soggiorno del ricorrente nell’area in questione; il contratto di lavoro in una sede diversa; l’assenza di un titolo giuridico idoneo a consentirgli di alloggiare in quel luogo; la mancata contestazione dei presupposti igienico sanitari e di tutela della salute sostanziati nell’ordinanza. Non si poteva in alcun modo continuare a consentire ai giovani extracomunitari di protrarrela loro permanenza in un luogo privo di condizioni igienico-sanitarie idonee, oltre che dei requisiti minimi di abitabilità, soltanto perché “prossimo al luogo di lavoro”.
Non c’è stata pertanto alcuna “violazione di legge” né “eccesso di potere” in quella ordinanza eseguita il 28 agosto scorso, a seguito dei drammatici eventi occorsi nel ghetto.
C’è stata unicamente la volontà di cessare di avallare una situazione al limite della violazione dei diritti fondamentali dell’uomo.
''Sullo sgombero dei capannoni ex Felandina è stata scritta una pagina buia oggi- ha detto l'avvocata Angela Maria Bitonti- Sapevamo che non sarebbe stato facile portare , non una, ma 500 persone a riavere dignità, ma una sentenza che chiude ogni possibilità di riscatto è andata oltre ogni nostra più nera previsione.
Siamo convinti , sempre, e per sempre, che gli esseri umani abbiamo dei diritti fondamentali che non possono essere lesi e che nessun provvedimento possa essere preso in violazione di essi.
La situazione dei lavoratori agricoli stagionali è nota, è palese, è chiara a tutti.
Non smetteremo di combattere. Non ci fermeremo. Lavoreremo con maggiore determinazione affinché si vada avanti sulla strada della civiltà e della legalità.
Seguirà comunicato stampa delle associazioni che hanno sostenuto il ricorrente''. |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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