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CISL: Quattro proposte per un lavoro pubblico più moderno

16/04/2018

Il 2017 si è chiuso con la sottoscrizione dell’ipotesi di Ccnl del comparto delle funzioni centrali dopo otto anni di sterilizzazione contrattuale che ha sacrificato l’innovazione organizzativa e la valorizzazione delle competenze dei lavoratori sull’altare della riduzione del costo del lavoro. Il 2018 si apre con l’auspicio di una sollecita sottoscrizione dei restanti Ccnl del pubblico impiego in uno scenario caratterizzato dall’avvio della nuova legislatura. La Cisl Fp intende porre all’attenzione delle forze politiche e dell’opinione pubblica il tema del rilancio del lavoro pubblico come motore del buon funzionamento della pubblica amministrazione. Le politiche degli anni passati hanno puntato a ridurre lo stock dei dipendenti pubblici e a contenerne il costo. Ora però ci troviamo in una situazione nella quale la riduzione del numero dei dipendenti e l’aumento dell’età media rischiano di determinare uno scadimento dell’offerta dei servizi per i cittadini.

Per i prossimi anni non c’è solo il problema di sostituire il personale in uscita con nuove assunzioni ma anche quello di accompagnare le necessità di evoluzione del capitale umano, sia in termini di nuove professionalità, sia di riqualificazione e aggiornamento professionale del personale già in servizio. Il lavoro pubblico può sicuramente diventare il motore del buon funzionamento della pubblica amministrazione a condizione che il nuovo parlamento e il nuovo governo predispongano un grande progetto di revisione e sviluppo della pubblica amministrazione che parta dai fabbisogni urgenti delle amministrazioni e degli enti; valuti i nuovi servizi e le tecnologie più efficaci da introdurre; sostenga il diritto dei lavoratori e delle lavoratrici alla formazione e alla riqualificazione professionale; raccolga la sfida di un ricambio generazionale per realizzare un lavoro pubblico in grado di migliorare la vita dei cittadini e l'attività delle imprese.

Per realizzare questi obiettivi c'è bisogno, oltre che di nuovi investimenti finanziari, anche di un investimento politico, culturale e sociale in grado di valorizzare il ruolo che i dipendenti pubblici svolgono nell'adempimento delle proprie mansioni e delle proprie funzioni al servizio del paese, tutelando la loro dignità umana, oltre che quella professionale, spesso mortificate da una narrazione politica e mediatica costruita artificiosamente sugli sbagli di pochi.

Per questi motivi la CISL FP, in occasione della campagna per il rinnovo delle Rsu, avanza quattro proposte concrete per sollecitare al parlamento e al futuro governo risposte chiare e impegni coerenti, volti a superare le differenze normative tra privato e pubblico, a scapito di quest'ultimo. In particolare occorre:
1) adottare un piano di reclutamento straordinario per rispondere alle esigenze del rinnovamento professionale del lavoro pubblico e ai gravi problemi di carenza degli organici, in particolare attraverso lo scorrimento delle graduatorie degli idonei; la valorizzazione della quota da riservare al personale interno per i nuovi posti messi a concorso; il pieno utilizzo delle modifiche al testo unico del pubblico impiego che prevedono l'attivazione delle procedure selettive riservate al personale interno di ruolo, nei limiti del 20% delle facoltà assunzionali ai fini delle progressioni fra le aree; l'aggiornamento degli ordinamenti professionali.

2) offrire nuove possibilità di progressione economica fra le aree, garantendo a tutti i dipendenti pubblici opportunità di sviluppo di carriera che premino e valorizzino il merito, l'esperienza e le competenze professionali acquisite. Ciò va realizzato sia valorizzando il possesso del titolo di studio ai fini dell'accesso alle posizioni di maggiore responsabilità e complessità decisionale e per lo svolgimento delle funzioni di carattere direttivo, sia assicurando a tutto il personale interno l'accesso a percorsi di studio e formazione professionalizzanti, promossi e organizzati in collaborazione con facoltà universitarie, che consentano di conseguire un attestazione in cui è certificata la corrispondenza della competenza formativa acquisita ai requisiti previsti per lo svolgimento delle diverse funzioni per cui è richiesto il titolo;

3) estendere anche ai settori pubblici il regime delle agevolazioni fiscali che si applica al settore privato sui premi di produttività erogati tramite i contratti collettivi integrativi, così come i benefici per l'utilizzo e lo sviluppo del welfare contrattuale. Ciò non solo per incentivare la crescita della performance individuale e l'apporto dei dipendenti pubblici alla performance organizzativa, ma anche per valorizzare un più efficace collegamento tra la retribuzione accessoria e il miglioramento dei servizi a beneficio dei cittadini e delle imprese;

4) armonizzare, tra settore pubblico e privato, i tempi di erogazione dei trattamenti di fine rapporto (Tfs o Tfr) che per il pubblico impiego vengono liquidati anche dopo 3 anni dalla cessazione del rapporto di lavoro. Inoltre, armonizzare la disciplina sulle visite fiscali, equiparando le norme previste per i lavoratori pubblici a quelle applicate ai lavoratori privati. La malattia è un evento che colpisce gli uni come gli altri ed è ingiusto, oltre che mortificante, prevedere fasce di reperibilità e condizioni di verifica e controllo differenti per il lavoro pubblico rispetto a quello privato. Le verifiche vanno effettuate a tappeto, punendo le assenze ingiustificate ma senza intenti persecutori e punitivi pregiudiziali nei confronti dell'intero mondo del lavoro pubblico.

* segretario generale Cisl Fp nazionale
** segretario generale Cisl Fp Basilicata



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