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Messina. Caporalato ed estorsione nelle RSA: eseguite 7 misure cautelari

12/10/2022

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale della città dello Stretto, su richiesta della Procura della Repubblica di Messina, nei confronti di n. 7 persone (n. 5 arresti domiciliari e n. 2 obbligo di presentazione alla P.G.), con contestuale sequestro di beni per un valore di oltre € 180.000,00 e l’applicazione del “controllo giudiziario” nei confronti di n. 2 società, per i reati di associazione a delinquere, estorsione e intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (cd. caporalato).

Il provvedimento cautelare interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto, pertanto, della presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva, svolgendo ogni ulteriore accertamento che dovesse rendersi necessario, anche nell’interesse degli indagati.

L’operazione scaturisce dalla rimodulazione delle linee d’azione volte a contrastare, in maniera trasversale, i fenomeni di illegalità economico-finanziaria più lesivi ed insidiosi del già precario quadro socio-economico, così progressivamente orientando i controlli in materia di lavoro nero e irregolare, verso le condotte più gravi e pervasive.

Nello specifico, dopo una meticolosa mappatura economica del territorio di competenza, in pieno periodo pandemico, le Fiamme Gialle della Compagnia di Taormina effettuavano un mirato intervento in materia di sommerso da lavoro presso una RSA della provincia, riscontrando come il titolare si fosse avvalso, per l’assistenza degli anziani ivi ricoverati, negli anni dal 2016 al 2020, di ben 36 lavoratori “in nero”, a fronte di una forza lavoro complessiva impiegata di 40 dipendenti.

Di qui la genesi delle successive indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, consistite in complesse ricostruzioni documentali, intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari, dalle quali emergeva come il dominus della struttura residenziale, al fine di ottenere indebiti risparmi in termini di versamento di contributi ed oneri previdenziali, avesse abusivamente impiegato, completamente e/o parzialmente, i predetti lavoratori, senza effettuare la prescritta comunicazione al Centro per l’Impiego.

In particolare, all’esito degli accertamenti svolti dai Finanzieri si acquisiva alle indagini come il titolare delle strutture assistenziali giungesse, addirittura, ad impedire la fruizione di qualsiasi forma di riposo o ristoro durante l’orario di lavoro, nonché di socializzare tra loro, arrivando persino a vietare lo scambio reciproco dei numeri di telefono.

Di non minore rilevanza, poi, la circostanza come i medesimi lavoratori effettuassero, singolarmente, il turno notturno, pari a dodici ore, durante il quale, oltre ad accudire gli anziani, avrebbero anche dovuto svolgere altre incombenze, quali il lavaggio e la stiratura delle telerie.

Parimenti, si acquisiva come, a fronte della previsione dei contratti di lavoro collettivo che, “per i dipendenti dalle cooperative, consorzi e società consortili del settore socio-sanitario-assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo”, prevedono una paga base che va, a seconda del livello di inquadramento, da € 1.184,19 a € 1.426,41, per un orario di lavoro pari a 38 ore settimanali, i lavoratori della RSA ispezionata percepissero solo circa € 700,00, indipendentemente dalle mansioni svolte e dalle ore lavorate, peraltro pari, in media, a 45 ore settimanali.

In altri termini, secondo ipotesi d’accusa, si documentavano palesi violazioni alla normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale, all’aspettativa obbligatoria, alle ferie, in totale spregio della normativa nazionale e comunitaria in materia di organizzazione dell’orario di lavoro.

Nel merito, salvo diverse valutazioni nei successivi gradi di giudizio e fermo restando il principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, le indagini consentivano di documentare come, al fine di giungere contabilmente all’importo di 700,00 euro, il gruppo tra imprenditori e consulenti oggi tratto in arresto predisponesse specifici prospetti paga che:

- per un verso, solo formalmente, certificavano l’esecuzione di prestazioni lavorative in linea con la tipologia di contratti di lavoro stipulati con i dipendenti, attestanti la corresponsione di tutte le categorie di indennità spettanti, al solo scopo di dare una parvenza di legalità in termini di diritti sindacali concessi e, così, evitare eventuali successivi controlli;

- d’altro canto, invece, riportassero anche l’inserimento, tra le voci stipendiali, di giorni e/o ore di assenza dal lavoro che, di fatto, non risultavano fruite dai dipendenti, talché si determinava una significativa riduzione delle spettanze stipendiali, in palmare danno dei medesimi lavoratori.

Ma v’è di più. Tale illecito meccanismo era oggetto di imposizione sin dalla prima fase del colloquio per l’assunzione, mortificando le legittime aspettative dei lavoratori che, loro malgrado, si trovavano costretti a soggiacere all’illecito meccanismo estorsivo perché bisognosi di lavorare.

Nel medesimo ambito, l’Autorità Giudiziaria ha inoltre disposto, nei confronti delle RSA investigate, anche l’applicazione del controllo giudiziario introdotto con la L. 199/2016, nominando un Amministratore giudiziario che affiancherà gli imprenditori nella gestione dell’Azienda e autorizzerà lo svolgimento degli atti di amministrazione utili all’impresa, al fine di impedire il reiterarsi di situazioni di grave sfruttamento del lavoro.

Si tratta di uno dei pochi casi a livello nazionale e, sicuramente, il primo caso di applicazione a livello provinciale di tale straordinario strumento di contrasto, previsto dal legislatore quale misura alternativa al sequestro cd. “impeditivo”, proprio al fine di salvaguardare i livelli occupazionali. Sul punto, il competente Giudice ha così motivato la sua decisione: “nel caso di specie, sussistono fondate ragioni per ritenere che la libera disponibilità da parte degli indagati delle strutture possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato, atteso che, in assenza di controllo, è del tutto probabile che gli stessi proseguirebbero nelle condotte di sfruttamento dei lavoratori dipendenti.”

In conclusione, l’odierna operazione testimonia, ulteriormente, come la Procura della Repubblica di Messina e la Guardia di Finanza, vieppiù in ragione delle specialistiche funzioni di polizia economico - finanziaria, operino costantemente per la salvaguardia dei lavoratori, per garantire il corretto assolvimento degli oneri contributivi e previdenziali, nonché, soprattutto nell’attuale periodo di crisi economica, attribuisca una rilevanza primaria alla tutela dei diritti delle fasce più deboli della società, le quali potranno rivolgersi con fiducia alle Istituzioni in ipotesi della specie.


 

 

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struttura dell'Asl Toscana Sud Est. L'ini...-->continua


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NEWS BREVI
1/12/2021 Ultimo lotto Bradanica, domani alle 11.30 l’apertura al traffico

Come annunciato nei giorni scorsi verrà aperto domani, 2 dicembre, l’ultimo lotto “La Martella” della strada Statale “Bradanica”.
L’apertura al traffico è in programma alle ore 11.30 al km 135 lato La Martella.
Sarà presente l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità, Donatella Merra.

28/11/2021 Poste Italiane: estesi orari apertura di tre uffici postali lucani

Poste Italiane comunica che a partire lunedì 29 novembre, gli Uffici Postali di Matera 5, Melfi e Moliterno saranno interessati da un potenziamento degli orari di apertura al pubblico.
In particolare, gli uffici postali di Melfi e Moliterno (PZ) saranno aperti dal lunedì al venerdì, dalle ore 8:20 – 19:05, il sabato dalle ore 8:20 alle 12:35. Matera 5 osserverà l’orario di apertura su 6 giorni lavorativi. Lun/ven 08:20 – 13:45, sabato  08:20 – 12:45.
Questi interventi confermano la vicinanza di Poste Italiane al territorio e alle sue comunità e la volontà di continuare a garantire un sostegno concreto all’intero territorio nazionale. Anche durante la pandemia, infatti, Poste Italiane ha assicurato con continuità l’erogazione dei servizi essenziali per andare incontro alle esigenze della clientela, tutelando sempre la salute dei propri lavoratori e dei cittadini.
L’Azienda coglie l’occasione per rinnovare l’invito ai cittadini a recarsi negli Uffici Postali nel rispetto delle norme sanitarie e di distanziamento vigenti, utilizzando, quando possibile, gli oltre 8.000 ATM Postamat disponibili su tutto il territorio nazionale e i canali di accesso da remoto ai servizi come le App “Ufficio Postale”, “BancoPosta”, “Postepay” e il sito www.poste.it. 

15/11/2021 Obbligo di catene o pneumatici da neve

E’ stata emessa questa mattina e trasmessa alla Prefettura ed a tutte le Forze dell’ordine, l’ordinanza firmata dal Dirigente dell’Ufficio Viabilità e Trasporti della Provincia, l’ing. Antonio Mancusi, con la quale si fa obbligo:“A tutti i conducenti di veicoli a motore, che dal 01 Dicembre 2021 fino al 31 Marzo 2022 transitano sulla rete viaria di competenza di questa Provincia di Potenza, di essere muniti di pneumatici invernali (da neve) conformi alle disposizioni della direttiva comunitaria 92/33 CEE recepita dal Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 30/03/1994 e s.m.i. o a quelle dei Regolamenti in materia, ovvero di avere a bordo catene o altri mezzi antisdrucciolevoli omologati ed idonei ad essere prontamente utilizzati, ove necessario, sui veicoli sopraindicati.

Tale obbligo ha validità, anche al di fuori del pericolo previsto in concomitanza al verificarsi di precipitazioni nevose o formazione di ghiaccio”.





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