Federconsumatori Basilicata lancia un appello forte contro le pratiche sleali che stanno mettendo in crisi l’olivicoltura lucana e il comparto italiano dell’olio extravergine d’oliva. Secondo l’associazione, i contratti a ribasso e le massicce importazioni da Paesi extra-UE rappresentano un vero attacco alla dignità dei produttori e alla qualità del Made in Italy. La Basilicata, terra di ulivi secolari e tradizioni agricole profonde, si trova oggi nel pieno della campagna olearia ad affrontare una situazione drammatica: l’ingresso sul mercato di grandi quantità di olio estero a basso costo sta schiacciando i prezzi e compromettendo la sostenibilità economica delle aziende agricole. Molti produttori denunciano di essere costretti a vendere in perdita o a rinunciare alla raccolta, mentre i frantoi lavorano a ritmi ridotti. Le testimonianze dal territorio raccontano di una filiera sotto pressione, schiacciata da una competizione giudicata “impari e distruttiva”. «Abbiamo investito in qualità, certificazioni e sostenibilità. Ora ci troviamo a competere con oli importati a prezzi stracciati che non rispettano i nostri standard. È una guerra impari», afferma un frantoiano di Ferrandina. Federconsumatori parla apertamente di speculazione e chiede di rendere pubblici i nomi di chi manovra al ribasso il prezzo dell’olio, soprattutto in un momento in cui le giacenze italiane sono ai minimi storici. L’associazione sollecita inoltre la denuncia di chi utilizza olio estero per rivenderlo come italiano, ritenendo inaccettabile che la filiera nazionale venga penalizzata in questo modo. Da qui la richiesta al Masaf e all’ICQRF di interventi urgenti: controlli straordinari nei porti e nei varchi doganali, una cabina di regia con le forze dell’ordine, campionamenti rigorosi dei lotti importati e monitoraggio dei contratti futures per individuare eventuali manovre speculative. La crisi dell’olivicoltura non ha solo effetti economici: mette a rischio l’ambiente, il territorio e la coesione sociale.
L’abbandono dei campi provoca degrado del paesaggio rurale, perdita di biodiversità, aumento del rischio idrogeologico e alimenta lo spopolamento delle aree interne. Difendere l’olio lucano significa difendere la Basilicata e le comunità che la abitano. In questo scenario, il ruolo dei consumatori diventa decisivo: scegliere prodotti italiani certificati, leggere con attenzione le etichette, sostenere i produttori locali e segnalare eventuali frodi alimentari è un atto concreto per contrastare le pratiche sleali e la diffusione di prodotti di scarsa qualità. La Basilicata custodisce varietà olivicole pregiate come la Majatica di Ferrandina, l’Ogliarola del Vulture, il Leccino e il Frantoio; un patrimonio che rischia di essere compromesso da logiche di mercato aggressive e da un sistema di controlli insufficiente.
Federconsumatori propone un rafforzamento delle norme a tutela del settore, con sanzioni più severe per le frodi agroalimentari, tracciabilità totale dell’olio extravergine, incentivi alla produzione sostenibile e una maggiore tutela delle denominazioni di origine e delle varietà autoctone. L’associazione ribadisce che non farà passi indietro e continuerà a denunciare speculazioni, vigilare sulla trasparenza del mercato, mobilitare cittadini e istituzioni e promuovere il consumo consapevole. L’olio extravergine d’oliva italiano, e quello lucano in particolare, non è una semplice merce: è identità, cultura, salute. Per questo va protetto con determinazione, responsabilità e trasparenza.