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La voce della Politica
Il programma di Basilicata Casa Comune |
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2/04/2024 | Dopo mesi di ascolto dei cittadini che abbiamo incontrato girando il territorio, abbiamo immaginato un programma elettorale per le prossime elezioni regionali della Basilicata.
Questo programma rappresenta il nostro impegno a costruire un futuro migliore per la nostra comunità, basato su valori di integrità, trasparenza, inclusione.
È sotto gli occhi di tutti la disaffezione nei confronti della Politica. Eppure, per dirla con le parole Aristotele, essa è l’arte e la scienza del governare, la teoria e la pratica concernente la costituzione, l’organizzazione e la gestione della cosa pubblica. Oggi, al contrario, c’è un incontrovertibile dato di fatto: la politica a livello regionale sembra, ed in realtà è, una forma di gestione accentrata e spesso sconclusionata del potere che, nel corso degli anni, ha portato al deterioramento del rapporto con i cittadini il fatto che la classe politica attuale non sia stata in grado di proporre ed attuare un programma idoneo a fornire risposte alle crescenti necessità di intervento in specifici settori di cui la Regione ha disperatamente bisogno, non è un dato emergenziale, ma il punto più basso di un
lungo declino politico e sociale.
A ciò si affianca un ulteriore dato: una gestione personalistica del potere da parte delle classi dirigenti, la quale ha determinato, per conseguenza, un sostanziale distacco da parte dei cittadini nei confronti dei partiti, quasi sempre sordi rispetto alle istanze provenienti dal loro esterno, soprattutto
se dirompenti rispetto ad una prassi oramai consolidata ed attualmente del tutto autoreferenziale. Sono sotto gli occhi di tutti, difatti, le logiche clientelari sulla scorta delle quali sono costruite le attuali strutture di potere, le quali, a loro volta, hanno condotto a pratiche politiche ed amministrative senza dubbio poco costruttive per lo sviluppo della Regione.
A fronte di questa amara realtà, riteniamo necessario immaginare un nuovo approccio da parte dei cittadini alle questioni politiche che vada a sostituire l’esistente, ricreando e rifondando un sentimento di cittadinanza ed appartenenza alla società da parte dei singoli.
È quanto mai necessaria una nuova interpretazione della politica: ma esiste un modo per invertire questo circolo vizioso ed introdurre elementi di novità? Noi pensiamo che la risposta non possa che essere positiva. Il punto di partenza necessario è l’individuazione di un elemento cardine su cui basare questo nuovo concetto di partecipazione democratica, meno ideale e più concreto, meno irreggimentato e più irregolare, frattale appunto.
L’ORGANIZZAZIONE DELLA MACCHINA REGIONALE COME ELEMENTO STRATEGICO
Se vogliamo davvero ritornare a crescere, se vogliamo ricominciare a costruire un’idea di Regione sopra le attuali macerie, dobbiamo pensare a un’ottica di medio-lungo periodo in cui lo sviluppo passi obbligatoriamente per la valorizzazione dei saperi, delle culture, puntando in questo modo sulla capacità di guidare il cambiamento. La cultura e la ricerca innescano l’innovazione, e dunque creano occupazione, producono progresso e sviluppo.
È una condizione indispensabile per il futuro dei giovani e della popolazione tutta. Chi pensa alla crescita senza ricerca, senza cultura, senza innovazione, ipotizza solo un futuro da consumatori disoccupati, e inasprisce uno scontro generazionale senza vie d’uscita.
Ciò impone innanzitutto un radicale cambiamento di marcia: ciò significa che tale strategia, e le conseguenti scelte operative che da essa scaturiscono, devono essere oltre che condivise, portate avanti in modo sinergico dalle varie Direzioni, Enti e società controllate che governano la macchina regionale. Non si tratta solo ed esclusivamente di una razionalizzazione di risorse e competenze, che pure va urgentemente effettuata, ma dell’assunzione di responsabilità condivise per la crescita del territorio. Il procedere a silos, la disorganizzazione, il non avere una strategia di crescita comune è stato per troppo tempo un alibi per l’inazione. Le competenze vanno assorbite, pensando
anche ad un piano straordinario di reclutamento, e il personale regionale dovrà essere in grado sempre di più di gestire in autonomia le proprie incombenze, sia amministrative che strategiche.
LA SALUTE
I fondamentali della sanità lucana sono, negli ultimi anni, tutti peggiorati. Il dovere della Regione, invece, deve essere quello di assicurare l’accesso tempestivo e qualità elevata delle cure sanitarie a tutti, indipendentemente dal luogo di residenza. Negli ultimi anni, prima del disastro attuale, l’equilibrio tra medici di base e ospedali diffusi ha sostenuto il sistema lucano, ma la necessità di ottimizzazione e riorganizzazione ha sollevato forti dibattiti sulla sostenibilità economica ed organizzativa dei numerosi ospedali locali: è un dato di fatto che le indicazioni nazionali abbiano spinto in modo deciso nella direzione dell’avere pochi ospedali altamente specializzati e una rete capillare di assistenza sanitaria territoriale, che include medicina di base, assistenza domiciliare e telemedicina.
I principali problemi che attualmente assillano i cittadini lucani sono l’accessibilità geografica ineguale alle cure, soprattutto per i pazienti oncologici, le lunghe liste d’attesa, che spingono molte famiglie a sostenere costi diagnostici a vantaggio di una sanità privata troppo spesso non complementare, ma sostitutiva di quella pubblica.
Il programma che intendiamo attuare riguarda significativi punti, dai quali a cascata è possibile definire un percorso di ottimizzazione per uscire dall’attuale situazione: innanzitutto, è necessario rivedere la qualità del management sanitario lucano, a cominciare dal Dipartimento Salute della Regione, sino alle aziende territoriali e al CROB. Troppo spesso in questi anni abbiamo assistito, pur nelle difficoltà oggettive di una crisi pandemica senza precedenti, a scelte manageriali insensate, quando non addirittura dannose. Definire degli obiettivi chiari e di indirizzo a livello regionale, significa anche attuare un ferreo sistema di monitoraggio e controllo delle aziende
dal punto di vista organizzativo, finanziario, qualitativo. I buchi a livello di bilancio delle aziende sanitarie, le lunghe liste di attesa, la mobilità sanitaria sono tutti figli di una sanità disorganizzata, priva di obiettivi strategici e qualitativi con grande danno per i cittadini lucani.
Dobbiamo intervenire in modo deciso sulla governance della medicina di base e specialistica, ridefinire i rapporti ospedale-territorio e pensare ad un piano straordinario di reclutamento
del personale per migliorare l’assistenza territoriale e ridurre il ricorso e la congestione delle strutture ospedaliere.
Un tema molto sensibile, che sta a noi a cuore, è quello delle cure oncologiche. In questo è necessario fare una operazione di chiarezza: il CROB deve ritornare ad essere l’hub lucano per la ricerca, le tecnologie, l’alimentazione e le cure per tutto ciò che concerne le malattie oncologiche, superando le grandi difficoltà del momento e divenendo sempre di più riferimento anche per le regioni limitrofe.
Va poi ulteriormente potenziata la gestione delle cure psichiatriche, con la necessità di un approccio rinnovato che superi vecchie concezioni e affronti il disagio psichiatrico con soluzioni concrete e supporto alle famiglie coinvolte, e tutti i servizi collegati alla salute dei minori, delle donne, delle coppie e delle famiglie.
IL LAVORO
Bisogna definire in modo chiaro le linee strategiche di sviluppo della Regione: il nostro territorio deve diventare foriero di iniziative imprenditoriali e di sviluppo ad alto valore tecnologico nei settori maggiormente competitivi, come energia ed automotive, ma anche in quelli più tradizionali come agricoltura e settore culturale.
Fatte salve le legittime aspirazioni e passioni dei giovani di indirizzare la propria vita professionale verso gli studi più confacenti la propria indole, appare utile istituire un sistema informativo che miri a valutare la domanda futura di laureati per l’economia locale quale primo passo per consentire, con ragionevole grado di certezza, maggiori opportunità occupazionali a livello locale. Questo prevede uno strutturato rapporto tra mondo dell’istruzione e imprese, a cominciare dalla creazione e alla nascita degli ITS di cui in Basilicata si è avuta una sola esperienza, ai corsi di formazione
professionalizzanti, all’università, alle attività di ricerca esplorativa.
Si vuole prioritizzare, in tale ottica, gli strumenti di supporto al raggiungimento del titolo di studio finanziando borse di studio di alta specializzazione, i master, il conseguimento della laurea. Il supporto alla creazione di una nuova classe dirigente non può essere scollegato da una effettiva possibilità di assorbimento da parte del territorio.
Riteniamo indispensabile potenziare le strutture che mirano a facilitare la nascita d’impresa, ipotizzando per le nuove realtà delle agevolazioni anche sul piano amministrativo e fiscale.
In un’epoca in cui la crisi climatica si fa sempre più pressante e le risorse naturali richiedono una gestione oculata e sostenibile, vogliamo porre l’attenzione sulla necessità vitale di promuovere e sostenere un piano straordinario di lavoro nel campo della forestazione. Riconosciamo che la salvaguardia e il potenziamento delle nostre aree boschive non sono solo un dovere ecologico ma anche come un’opportunità economica e sociale senza precedenti per le nostre comunità,
soprattutto per quelle che versano in condizioni di maggiore vulnerabilità economica.
Al riguardo, ci impegneremo per la creazione e il mantenimento di migliaia di posti di lavoro attraverso un piano straordinario che miri al rimboschimento, alla manutenzione e alla protezione delle aree boschive della nostra regione.
Intendiamo poi incentivare e sostenere le imprese locali che operano nel settore della forestazione, favorendo l’innovazione e l’adozione di tecnologie verdi. Attraverso incentivi e finanziamenti agevolati, supporteremo la nascita e lo sviluppo di start-up e PMI dedicate alla forestazione, al recupero di aree degradate e alla valorizzazione del patrimonio boschivo lucano.
CULTURA
In assenza di assessorato da 15 anni, in Basilicata non esiste una politica culturale da almeno 15 anni.
Uno dei primissimi obiettivi che ci poniamo a livello di programma è strutturare un metodo di concertazione, monitoraggio e controllo tra regione, privati e associazionismo, stimolando co-progettazione e co-scrittura di PIANI STRATEGICI PER LA CULTURA con attivazione diretta degli stakeholders sui territori: Anci, Assessorati dei Comuni, Fondazioni, ma anche le grandi e medie imprese al fine di investire in un patto a lungo termine, evitando la parcellizzazione delle richieste degli operatori necessariamente prive di strategia e con scarso impatto sul territorio.
Sono totalmente assenti da questo supporto finanziamenti per arte contemporanea, festival letterari e promozione culturale non ascrivibile alle soprascritte categorie. Inoltre, è necessaria una revisione
strutturale delle modalità di finanziamento della cultura. Attualmente, i finanziamenti alla vasta pletora di operatori culturali arriva dalla Regione, con legge 37-2015 che, sebbene abbia avuto un ruolo significativo negli ultimi anni, ha una dotazione irrisoria:1 solo milione di euro quando per coprire il fabbisogno, da fonte Osservatorio Regionale dello Spettacolo, ne servirebbero almeno 4 milioni. Addirittura, nel 2023 la capienza di tale legge è stata di ZERO, avendo messo così in estrema difficoltà tutti gli operatori culturali che, sulla fiducia, hanno proseguito nelle loro attività.
è indispensabile avere un Assessorato (Ufficio di Presidenza?) ad hoc che svolga la funzione di Cabina di Regia. E’ necessario ampliare fino al almeno 4 milioni la dotazione finanziaria di supporto alle iniziative culturali della regione, ampliare la legge vigente ai settori culturali attualmente non coperti (arte contemporanea, festival letterari e promozione culturale).
TURISMO
La Basilicata possiede punti di forza unici: bellezze naturali, patrimonio culturale e artistico, design e gastronomia, che rappresentano un grosso potenziale di crescita per il turismo. Il turismo in Basilicata però non si è però sviluppato per varie ragioni: comunicazione legata a vecchi schemi di promozione ormai poco funzionali, visitatori poco interessati alle peculiarità della Regione e più orientati ad esperienze effimere, la perifericità geografica, l’insufficienza infrastrutturale e
la difficoltà a raggiungere alcuni luoghi, un’ospitalità spesso non sofisticata. La cura attenta di questi dettagli può trasformare queste debolezze in punti di forza per un turismo di élite piuttosto che di massa. Anche qui: un approccio basato sulle ricerche e sulla raccolta di informazioni sui fattori importanti della domanda di attività del tempo libero espressa dai visitatori è un prerequisito indispensabile al fine di orientare meglio le azioni di marketing e di erogazione dei servizi in tale settore.
E’ necessario potenziare il ruolo dell’APT non solo a supporto delle Aree Pivot (Matera,Maratea
e Costa Jonica) ma anche a valorizzazione delle altre aree territoriali attraverso Sistemi turistici locali di coordinamento; prevedere un ruolo definito ed attivo delle Pro Loco e degli IAT territoriali, in maniera sinergica e strutturata con Regione e APT per l’attuazione del Piano Strategico Regionale; prevedere strumenti di programmazione integrata dei fondi strutturali per
combinare soluzioni multilevel a sostegno ad operatori turistici, operatori culturali e soggetti pubblici, nell’attuazione del Piano Turistico Regionale; assegnare ad APT un ruolo di supporto tecnico alle amministrazioni territoriali per l’attuazione di misure a valere su PNRR in materia turistica e culturale; definire un Piano di accessibilità e trasporti per il turismo regionale; rafforzare il Portale Basilicata turistica con strumenti innovativi e tecnologici per utenti ed operatori, prevedendo soluzioni integrative di promo commercializzazione delle attività ricettive.
AMBIENTE ED AGRICOLTURA
Le biotecnologie applicate in campo agricolo e industriale sono potenzialmente una straordinaria risorsa per uno sviluppo sostenibile, e possono giocare un ruolo chiave per dare una risposta concreta alle grandi sfide della nostra epoca: la necessità di produrre più cibo con meno risorse, la salvaguardia della biodiversità, la lotta al cambiamento climatico o l’urgenza di adottare un approccio One Health. Incentivare gli agricoltori ad adottare pratiche agricole sostenibili, come
l’agricoltura biologica, l’agroforesteria e la rotazione delle colture, che favoriscono la conservazione delle risorse naturali e la riduzione degli sprechi.
Promuovere l’uso efficiente delle risorse idriche attraverso l’implementazione di sistemi ottimizzati di irrigazione, la raccolta e il riutilizzo delle acque reflue e l’adozione di pratiche di gestione delle acque piovane per ridurre il consumo di acqua dolce e minimizzare l’inquinamento idrico.
ENERGIA
L’approccio culturale al tema delle energie deve essere affrontato da un punto di vista molto pragmatico, distanziandosi da certe ubbie modaiole respingenti per partito preso le novità, salvo poi lamentarsi di determinate arretratezze e scarsità di opportunità. Certo, il punto di partenza dal quale non si può prescindere è uno: la salvaguardia e la tutela della salute dei cittadini, della natura e dell’ambiente.
Per aumentare dunque i benefici derivanti dall’estrazione petrolifera e di gas, l’attenzione si dovrebbe focalizzare su tre aree: valutare e minimizzare l’impatto sull’uomo e sull’ambiente dell’attività di estrazione petrolifera e del gas; utilizzare le royalty attraverso una pianificazione collaborativa e attuare una migliore gestione delle stesse, ma soprattutto sfruttare le potenziali ricadute tecnologiche che avrebbero già potuto/dovuto esserci e delle quali, in realtà, non vi è traccia.
Promuovere investimenti mirati nella produzione e nell’infrastruttura per l’energia rinnovabile, con particolare attenzione all’idrogeno verde e all’elettricità da fonti pulite, per alimentare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.
Vogliamo realizzare progetti per aumentare la capacità di generazione di energia verde, incentivando lo sviluppo di impianti di produzione di energia solare, eolica e idroelettrica, nonché la costruzione di infrastrutture di distribuzione e trasmissione efficienti e sostenibili.
Implementare politiche e programmi volti a migliorare l’efficienza energetica negli edifici, nei trasporti e nell’industria, attraverso l’adozione di tecnologie innovative e pratiche sostenibili, al fine di ridurre il consumo di energia e le emissioni di carbonio.
INFRASTRUTTURE
Immaginiamo il “Piano di manutenzione e qualificazione della mobilità infraterritoriale: 100 strade
provinciali per 100 comuni”.
Vogliamo impegnarci in un piano di manutenzione e riqualificazione, miriamo a migliorare 100 strade provinciali, selezionate per il loro impatto strategico sulla connettività e lo sviluppo economico di 100 comuni. Questo non solo faciliterà la mobilità locale ma anche stimolerà l’economia delle aree meno accessibili. Il piano prevede un’attenta pianificazione che integri la riqualificazione delle strade provinciali con lo sviluppo del trasporto pubblico, al fine di ridurre la
dipendenza dall’auto privata e promuovere una mobilità sostenibile. Saranno valorizzate le interconnessioni con stazioni ferroviarie, fermate degli autobus e percorsi ciclabili.
In linea con gli obiettivi di sostenibilità, il piano include l’adozione di soluzioni ecocompatibili
nella manutenzione e riqualificazione delle strade, come l’utilizzo di materiali riciclati e tecniche a basso impatto ambientale. Sarà inoltre incentivata l’installazione di infrastrutture per la mobilità elettrica, come colonnine di ricarica lungo le vie principali.
Per assicurare la fattibilità e l’efficacia del piano, ci impegneremo a identificare fonti di finanziamento innovative, includendo fondi regionali, nazionali, europei e possibili partenariati pubblico-privato. Questo approccio multi-fonte garantirà la sostenibilità finanziaria del progetto senza gravare eccessivamente sul bilancio regionale.
MIGRANTI
Nella nostra regione, la Basilicata, ci impegniamo a promuovere un modello avanzato di accoglienza e integrazione per i richiedenti asilo, che non solo rispetti i loro diritti umani fondamentali ma li supporti nel percorso verso l’inserimento sociale e lavorativo. Riconoscendo la complessità di questa sfida, proponiamo un approccio olistico che coinvolga tutte le parti interessate: amministrazioni pubbliche, terzo settore, volontariato e comunità locali.
Per questo è necessaria l’attuazione piena della legge regionale N. 13/2016, come punto di partenza per rafforzare le politiche di accoglienza e asilo; lo sviluppo di percorsi di formazione per i funzionari pubblici e i volontari sui temi dell’accoglienza, dell’asilo e dell’integrazione, assicurando una distribuzione capillare delle competenze; la creazione di un sistema efficiente di scambio informativo tra Amministrazioni centrali, Regioni, Enti locali e organizzazioni del terzo settore per coordinare le attività di accoglienza e integrazione; l’implementazione di specifici percorsi di capacity building per migliorare le competenze; il potenziamento dell’offerta di servizi essenziali quali alloggio, trasporti e assistenza sanitaria, garantendo un’accoglienza integrata che risponda efficacemente ai bisogni dei richiedenti asilo; lo sviluppo di programmi di mediazione linguistico-culturale per facilitare la comprensione reciproca tra le comunità locali e i nuovi arrivati; la promozione dell’associazionismo straniero per migliorare l’inclusione sociale, conoscere meglio le necessità delle comunità di immigrati e facilitare l’esercizio delle libertà religiose e culturali.
Siamo consapevoli delle sfide che ci attendono, ma siamo anche fiduciosi nelle nostre capacità di affrontarle e di costruire un futuro migliore per tutti. Siamo pronti a lavorare duro e a collaborare con tutti i settori della società per realizzare la visione di una comunità prospera, inclusiva e sostenibile.
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