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A Rionero 'esplode' la XIX edizione del Vulcanica Live Festival

21/08/2017

C’è fermento all’ombra del vulcano spento. Alle pendici del Vulture, l’Arte – come cenere – va a posarsi e a rendere fertile ogni cosa. Ed anche la XIX edizione del Vulcanica Live Festival – con il patrocinio del Comune di Rionero in Vulture, della Regione Basilicata e della Fondazione Matera-Basilicata 2019 – divenuto appuntamento fisso, gode di questo fervido vento: nello splendido giardino di Palazzo “Giustino Fortunato”, due giorni dedicati al cinema, all’intrattenimento (come “Bambini in Fiore”, un progetto di comunità in collaborazione con “Pro Loco Rionero”, “I briganti di Crocco Rionero” e “Associazione Rivonigro”, attivo fino al prossimo 9 settembre) e, ovviamente, alla musica quale protagonista immancabile. “The Prince of Venusia”, cortometraggio di Silvio Giordano, spalanca le porte dell’evento: nel Castello di Venosa, il principe e grande compositore di madrigali e musica sacra Carlo Gesualdo ripercorre tutta la sua vita, tra flashback e ricordi ossessivi; come in una tragedia greca, immaginariamente presenti nella stanza, le cinque coriste del madrigale a cinque voci – da lui avanguardisticamente sperimentato – tessono la vita del principe di Venosa, interpretato dall’attore Fabio Pappacena: e così, questi rivive il rapporto con sua madre, Geronima Borromeo (Nicole Millo) sorella di San Carlo Borromeo; la morte del fratello maggiore, che lo porta ad essere unico erede dei Gesualdo; l’uccisione della sua sposa nonché cugina Maria D’Avalos (Rosangela Lopomo) e del suo amante il duca di Andria Fabrizio Carafa (Mauro Santopietro), omicidio che gli assegna la triste fama di assassino – anche se si pensa all’omicidio come probabile conseguenza di trame contro il suo casato; fino alla morte dei suoi due figli. A chiudere la prima serata, Davide Brienza – poliedrico artista lucano, classe 1997 – ed il cantautore brindisino Vincenzo Maggiore che nella sua profonda carriera musicale ha aperto i concerti di Samuele Bersani e Nomadi, Max Gazzè, Simona Molinari, fino ad accompagnare Mario Venuti durante il festival “Yeahjasì BPF 2016”.
Ma la febbrile ed emozionante attesa era tutta per una delle certezze del cantautorato italiano: con la sua “leggerezza”, Fabio Concato – accompagnato dal trio del pianista Paolo Di Sabatino (con Marco Siniscalco al basso e Glauco Di Sabatino alla batteria) – ha immerso il suo pubblico nel Jazz in un comune, condiviso ritorno all’adolescenza del cantautore milanese nel ricordo sempre vivo di suo padre (noto autore e divulgatore della musica Jazz). Una genesi, quella che ha fatto incontrare Concato e Di Sabatino, sancita nel 2011, quando il giovane e poliedrico artista abruzzese invita Fabio a prendere parte al suo album “Voices”, proponendogli di rivisitare alcuni tra i suoi più grandi successi rivestiti con arrangiamenti e sonorità vicine al Jazz acustico. Ne è nato, così, un momento carismatico, audace, intimo, in grado di coinvolgere ogni umana capacità sensoriale di un pubblico senza età, bloccando lo scorrere del tempo. In quello che era il rock italiano degli anni ’60 e ’70, ben lontano dall’impronta politica che ha segnato la produzione di molti suoi coetanei colleghi, Fabio Concato è uno degli autori più amati per quelle storie di quotidianità ed intime emozioni: chi, d’altronde, non conosce “Domenica bestiale”, che nel 1982 lo porta al successo poi tenuto vivo da brani come “Rosalina”, “Ti ricordo ancora”, “Fiore di maggio”, “Guido piano” e “Sexy Tango”, ancora oggi punti di riferimento nella musica d’autore italiana. Una lunga carriera di successi e di impegni sociali – come la collaborazione con Telefono Azzurro (si pensi al singolo “051/222525” del 1988, i cui incassi furono destinati a mantenere in vita il servizio, allora minacciato di chiusura) – fino ad arrivare a diversi tributi alla sfera musicale del Jazz, come “Ballando con Chet Baker” (2001), e le collaborazioni con due jazzisti internazionali, quali Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello. Aspettando di festeggiare i suoi vent’anni, Vulcanica Live Festival – organizzato dall’Associazione Culturale Vulcanica – continua a regalare alla zona del Vulture e alla terra di Basilicata grandi emozioni, momenti intensi di cultura e buone pratiche per una società più sana; a dimostrazione che anche la musica può essere canale di Bellezza.

Marialaura Garripoli



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