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Cinema (E)migrante, uno sguardo per la multietnicità |
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14/03/2012 | Pensiamo alla Città della Pace che sta costruendo in Basilicata il premio Nobel Betty Williams. Pensiamo ad una Lucania territorio-aperto e un Meridione dell’entroterra senza barriere. Una news-tow delle nostre piccole comunità che potrebbe acquisire la facciata di un processo virtuoso (e di ripopolamento) fondato sull’accoglienza a profughi, rifugiati, genti di ogni dove. Da questa prospettiva immaginiamo che possa ben radicarsi una cultura multietnica, retta su una politica che include e non esclude, che unisce e non discrimina, che volta le spalle a tutte le normative restrittive adottate negli ultimi tempi dai governi dell’Europa. Pensiamo ad un modello di comunità basato sulla diversità, che ci obbliga a cambiare la nostra ottica sui fenomeni migratori i quali, dentro una nuova prospettiva di società, diventano ricchezza e non problematicità. La storia ci insegna che nei secoli le popolazioni meridionali si sono arricchite mischiandosi con Arabi e Bizantini: e il nostro Sud questo dovrà essere in futuro, il frutto di incontri, scambi, processi trasformativi, rielaborazioni individuali affinché ogni “io” metta radici in una varietà di “noi”. Immaginiamo, insomma, ad un Sud differenziato ed aperto che, pur conservando la propria identità e storia, sappia aprirsi al multiculturalismo il quale, oltre a luogo di relazioni, dovrà essere valore aggiunto di crescita, consapevolezza, costruzione di speranza e corresponsabilità…E il cinema? Come entra in questo discorso di cementificazione di una cultura dell’accoglienza e della diversità? Anche l’arte delle immagini movimento può fare - certo - la sua parte, intanto perché i film e i documentari come quelli che presentiamo in questa rassegna sono un focus sulla condizione del migrante, su ciò che significa per uomini, donne, bambini scappare dalla miseria o dalla guerra del proprio Paese e non trovare dove in un’altra nazione l’accoglienza sperata. Film come “Welcome” di Philippe Lionet, “Good Morning Aman” di Claudio Noce, “Lettere dal Sahara” del compianto maestro Vittorio De Seta , oppure documentari come “Il sangue verde” di Andrea Segre e “Fratelli d’Italia” di Claudio Giovannesi ci portano dritti dentro l’inferno della vita di un migrante, in vissuti di dolore e lacerazione, in esistenze marginali che, spesso, si schiantano del tutto nel momento in cui approdano nei paesi e nelle città dell’Italia (e dell’Europa). Bilal, Nader, Masha, Alin, Aman, Assan sono i nomi dei giovani protagonisti dei film sopramenzionati, anche a partire dalla conoscenza della loro amare storie possiamo pensare si possa costruire con meno ostacoli (e diktat) una multietnica Lucania, un Sud senza barriere, un’ Italia e un’ Europa di uomini dalla pelle diversa che si impastano in un unico e rispettoso agglomerato.
Mimmo Mastrangelo
Curatore della rassegna
28 marzo Moliterno Istituto Comprensivo “G.Racioppi” ore 14.00
29 marzo Spinoso Piccolo Teatro “E. Guerriero” ore 15.00
30 marzo Moliterno Istituto Comprensivo G. Racioppi ore 14.00
31 marzo Moliterno Ipsia ore 9.30
2 aprile Sarconi Biblioteca Comunale “N.Ramagli” ore 19.00
3 aprile Tramutola Biblioteca Comunale “A.Pecci” ore 18.00
Di fronte a livelli crescenti di discriminazione nei confronti dello straniero, in presenza di una legislazione quantomeno incerta, di una scuola non preparata come dovrebbe per la multietnicità e di un’opinione pubblica in preda alla fobia della sicurezza, bisogna costruire una strategia di gestione democratica della diversità. A partire da questo proposito il Consiglio Regionale della Basilicata intende promuovere e sostenere la seconda edizione di CINEMA(E)MIGRANTE, una rassegna nata per far conoscere opere ed autori che, portando sullo schermo storie attinenti con quanto accade nella realtà, hanno trattato con una certa efficacia il tema dei transiti migratori in Italia e in Europa. Questa iniziativa chiama in causa innanzitutto le scuole di alcune delle nostre piccole comunità, perché condividiamo con quanto sostenuto di recente dal segretario del Consiglio D’Europa, Thorbjem Jangland, che “il tutto inizia dall’istruzione”. I giovani sono il futuro e vanno educati ad accettare la diversità. L’Italia e l’Europa non possono rinunciare a farsi modello di democrazia e coesione sociale per il mondo, non possono non tenere conto che la diversità culturale è ormai una caratteristica storica che non si può rimuovere. Siamo certi che anche delle opere cinematografiche come quelle che vengono presentate in “CINEMA(E)MIGRANTE possono non solo stimolarci a riflettere sullo stato della realtà, sulle discriminazioni nei confronti degli stranieri, ma possono anche aiutarci a realizzare una nuova cultura della convivenza e a non disperdere il significato del rispetto della diversità, sancito tanto dalla nostra Costituzione che dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani.
Vincenzo Folino
Presidente del Consiglio
della Regione Basilicata
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