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Una giornata di studi sul comunicare la sofferenza con ANT e Fond.ne Angelini

22/02/2017

La sofferenza può accompagnare infinite situazioni cliniche ed è necessario che i professionisti della salute imparino a sospettarne sempre l’esistenza, a indagarla e ascoltarla. È vero che un’attenzione empatica verso la sofferenza, non potrà certo modificare le basi biologiche della malattia, ma potrà costituire un potente elemento di supporto.

Un convegno, promosso da Fondazione ANT insieme a Fondazione Angelini con il patrocinio di Sicp, Ordine dei Medici di Bologna e Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, indaga il tema Sofferenza e comunicazione in medicina, con un programma pensato per approfondire il tema della sofferenza in medicina e delle strategie comunicativo-relazionali più adeguate per affrontarla.

Nel corso della giornata congressuale, in programma venerdì 24 febbraio 2017 dalle ore 9 nella sede di Fondazione ANT a Bologna (via Jacopo di Paolo, 36), saranno discussi alcuni dei molti esempi di sofferenza riscontrabili nell’agire clinico. Un esempio classico è costituito dall’associazione dolore-sofferenza, fenomeno che colpisce in Italia oltre 12 milioni di persone, ma eguale importanza ha naturalmente la sofferenza collegata ad una diagnosi con prognosi negativa e la sofferenza collegata a situazioni terribilmente ansiogene di emergenza. Esiste poi, campo ancora poco esplorato, della sofferenza dei professionisti della salute di fronte al fallimento del loro intervento.

La Fondazione Angelini è orgogliosa di collaborare con Fondazione ANT nella lotta al dolore.- commenta l’Avv. Claudio Santini, Direttore della Fondazione Angelini - In medicina si incontrano molte forme di sofferenza, da quelle legate al dolore fisico alla diagnosi di malattie gravi fino alla sofferenza di chi assiste le persone malate. Contribuendo a realizzare questo evento, la Fondazione Angelini punta a migliorare la comunicazione nel confronto quotidiano con la sofferenza”.

Parteciperanno al convegno in veste di relatori medici, psicologi e filosofi, poiché il tema della sofferenza non si limita agli aspetti tecnici ma richiede una riflessione culturale ben più vasta.

Alla giornata, moderata da Egidio A. Moja, professore ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Milano e da Silvia Varani, responsabile del Dipartimento di Psico-oncologia di Fondazione ANT, interverranno personalità d’eccellenza nel panorama nazionale: Guido Fanelli, direttore scientifico di Fondazione ANT e padre della legge 38/2010 sul diritto di accesso alle terapie del dolore, il medico e giornalista Roberto Satolli, Maria Conforti, professoressa di Storia della Medicina dell’Università La Sapienza di Roma, Sandro Spinsanti, direttore Istituto Giano per le Medical Humanities, Pierangelo Lora Aprile, segretario scientifico e responsabile nazionale Area Dolore e Cure Palliative SIMG, Franca Benini, responsabile del Centro Regionale Veneto di Terapia Antalgica e Cure Palliative Pediatriche, Guido Biasco, presidente della Conferenza Nazionale Permanente dei Direttori di Master in Cure Palliative e Terapia del Dolore, Fabrizio Consorti presidente della Società Italiana di Pedagogia Medica, Stefano Caracciolo, professore ordinario di Psicologia Clinica dell’Università di Ferrara, Pio Enrico Ricci Bitti, professore emerito di Psicologia Generale dell’Università di Bologna, Claudio Cassardo, psicoanalista membro associato della SPI e dell’IPA, Alberto Zoli direttore generale Azienda Regionale Emergenza Urgenza della Regione Lombardia. Chiuderà la giornata un intervento dello psicologo e attore Paolo Vergnani, formatore esperto di comunicazione interpersonale, motivazione e gestione delle crisi e dei conflitti.

Come sottolinea il Prof. Egidio A. Moja, moderatore della giornata: La sofferenza in medicina rappresenta una dimensione presente in molte consultazioni cliniche ed in tutte le specialità. Si collega ad avvenimenti diversissimi, che vanno dalla diagnosi di una malattia mortifera all’apparente semplice attesa dei risultati di un esame clinico. La sofferenza è difficilmente definibile ed altamente personale. Non esistono linee guida per affrontarla ma i professionisti della salute debbono affrontarla quotidianamente. Al ‘come’, sul piano della comunicazione, è dedicata questa giornata di Bologna.

Il convegno “Sofferenza e comunicazione in medicina” si inserisce nei percorsi formativi che ANT propone costantemente ai propri operatori e a tutti i professionisti sanitari interessati all’ambito delle cure palliative e dalla terapia del dolore – commenta Raffaella Pannuti, presidente di Fondazione ANT - Questo perché siamo fermamente convinti che sia necessario offrire ai pazienti e alle famiglie un’assistenza globale, in grado di gestire al meglio non solo gli aspetti strettamente medici della patologia, ma anche le delicate dinamiche psicologiche e comunicative che tanto incidono sulla qualità di vita dei nostri assistiti.”

“Un esempio particolarmente drammatico dell’apparire della sofferenza in medicina – spiega Guido Fanelli - è costituito dal suo associarsi al dolore somatico. Il dolore impoverisce l’uomo e lo riduce a “sofferenza”. Di straordinaria importanza da questo punto di vista appaiono i progressi farmacologici attuali nella terapia del dolore. La farmacologia però da sola non basta: è necessaria una consapevolezza molto più matura di queste tematiche e dei problemi ad esse connessi da parte dei professionisti sanitari e della società in generale”.
Profilo Fondazione ANT

Nata nel 1978 per opera dell’oncologo Franco Pannuti, dal 1985 a oggi Fondazione ANT Italia ONLUS – la più ampia realtà non profit per l’assistenza specialistica domiciliare ai malati di tumore e la prevenzione gratuite – ha curato oltre 116.000 persone in 10 regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Marche, Campania, Basilicata, Puglia, Umbria – dato aggiornato a giugno 2016). Ogni giorno 4.000 persone vengono assistite nelle loro case da 20 équipe multi-disciplinari ANT che assicurano cure specialistiche di tipo ospedaliero e socio-assistenziale, con una presa in carico globale del malato oncologico e della sua famiglia. Sono complessivamente 433 i professionisti che lavorano per la Fondazione (medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti, fisioterapisti, farmacisti, operatori socio-sanitari etc.) cui si affiancano oltre 2.000 volontari impegnati nelle attività di raccolta fondi necessarie a sostenere economicamente l’operato dello staff sanitario. Il supporto offerto da ANT affronta ogni genere di problema nell’ottica del benessere globale del malato. A partire dal 2015, il servizio di assistenza domiciliare oncologica di ANT gode del certificato di qualità UNI EN ISO 9001:2008 emesso da Globe s.r.l. e nel 2016 ANT ha sottoscritto un Protocollo d’intesa non oneroso con il Ministero della Salute che impegna le parti a definire, sostenere e realizzare un programma di interventi per il conseguimento di obiettivi specifici, coerenti con quanto previsto dalla legge 15 marzo 2010, n. 38 per l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore. ANT è inoltre da tempo impegnata nella prevenzione oncologica con progetti di diagnosi precoce del melanoma, delle neoplasie tiroidee, ginecologiche e mammarie. Dall’avvio nel 2004 sono stati visitati gratuitamente oltre 138.000 pazienti in 76 province italiane (dato aggiornato a giugno 2016). Le campagne di prevenzione si attuano negli ambulatori ANT presenti in diverse regioni, in strutture sanitarie utilizzate a titolo non oneroso e sull’Ambulatorio Mobile - BUS della Prevenzione. Il mezzo, dotato di strumentazione diagnostica all’avanguardia (mammografo digitale, ecografo e videodermatoscopio) consente di realizzare visite su tutto il territorio nazionale. ANT opera in Italia attraverso 120 delegazioni, dove la presenza di volontari è molto attiva. Alle delegazioni competono, a livello locale, le iniziative di raccolta fondi e la predisposizione della logistica necessaria all’assistenza domiciliare, oltre alle attività di sensibilizzazione. Prendendo come riferimento il 2015, ANT finanzia la maggior parte delle proprie attività grazie alle erogazioni di privati cittadini (30%) e alle manifestazioni di raccolta fondi organizzate (29%) al contributo del 5x1000 (12%) a lasciti e donazioni (5%). Solo il 18% di quanto raccoglie deriva da fondi pubblici. Uno studio condotto da Human Foundation sull’impatto sociale delle attività di ANT, ha evidenziato che per ogni euro investito nelle attività della Fondazione, il valore prodotto è di 1,90 euro. La valutazione è stata eseguita seguendo la metodologia Social Return on Investment (SROI). ANT è la 11^ Onlus nella graduatoria nazionale del 5x1000 su oltre 38.000 aventi diritto nel medesimo ambito. Fondazione ANT opera in nome dell’Eubiosia (dal greco, vita in dignità).



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