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Unibas."Lieviti indigeni per la Doc Matera, Pif-Vini di Lucania: Progetto Lieluc

24/06/2015

Le tecniche per migliorare alcune fasi della vinificazione - fornendo così alle aziende le migliori indicazioni, innovative e facilmente applicabili, per il processo produttivo, sono al centro del convegno "Lieviti indigeni per la Doc Matera, Pif-Vini di Lucania: progetto Lieluc" in programma a Matera, venerdì 26 giugno, dalle ore 14.30, nella tenuta “Le Monacelle”. Il progetto è realizzato nell'ambito delle produzioni vitivinicole a Denominazione di Origine, tutelate dal consorzio Doc Matera, coordinato dalla Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari e Ambientali (Safe) dell’Università degli Studi della Basilicata, con la partecipazione delle aziende agricole di Francesco Paolo Battifarano, Francesco Marino e Vincenzo Petito.
Al convegno interverrà Lisa Granchi, dell’Università degli Studi di Firenze (con una relazione dal titolo “Cosa fanno i lieviti nel vino?”, il presidente del Consorzio di Tutela Vini “Matera Doc”, Francesco Battifarano, Patrizia Romano, (Università degli Studi della Basilicata, “Lievito a misura di vino”), Angela Capece (Università degli Studi della Basilicata, “Lieviti del Primitivo Della Doc Matera: risultati del progetto Lieluc”), il sommelier Peppino Baldassarre (“I diversi volti del Primitivo”) e il direttore della Scuola di Scienze Agrarie, Severino Romano, con una relazione su “Tipicità e territorio: fattori per uno sviluppo sostenibile?”. Al termine del convegno è prevista poi una degustazione guidata dei vini ottenuti con lieviti selezionati durante il progetto Lieluc.
Nella fermentazione alcolica spontanea si succedono diverse specie di lievito, per numerosi fattori ambientali che ne influenzano la popolazione, sommati al rischio di non garantire l’ottenimento di vini con qualità costante nel tempo. L’uso dei lieviti commerciali pone rimedio a questo problema, influendo però sulla composizione finale dei vini e sulla loro qualità complessiva, spesso uniformandola. La vigna è l’habitat in cui si trovano i lieviti dell’areale, che possiedono caratteristiche specifiche, naturalmente selezionate in quell’habitat e spesso correlabili con un determinato vitigno. L’uso di lieviti starter indigeni selezionati per uno specifico vitigno rappresenta una tecnologia innovativa che conferisce a questi vini un carattere distintivo, nel rispetto delle caratteristiche qualitative del prodotto.
L’obiettivo principale del progetto è la selezione di ceppi indigeni da impiegare come starter specifici partendo da lieviti isolati dalle uve delle aziende coinvolte nel progetto.
Un ceppo di lievito specifico per una tipologia di vino di una determinata area di produzione rappresenta uno strumento per conferire al vino quel carattere distintivo, fondamentale per la salvaguardia della tipicità dei prodotti italiani in un mercato sempre più globalizzato, conferendo quindi al prodotto un valore aggiunto e un maggior legame col territorio.



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