 È stata inaugurata sabato 1 novembre presso la Casa delle Muse la mostra Intimo Sinisgalli. Il fondo di Agnese De Donato: testi, lettere, disegni e acquerelli, dedicata al ricco materiale che la Fondazione ha acquisito nel febbraio 2014 da Agnese De Donato, la “libraia di Via Ripetta”, animatrice culturale nella Roma degli anni ’60 con la sua libreria «Al Ferro di Cavallo», nonché grande musa ispiratrice di Sinisgalli.
Una vita bella e turbinosa la sua: tre matrimoni, sport, mondanità e viaggi. A Roma, nel 1957 ha aperto e diretto – fino al 1966 – una libreria particolarissima, con annessa una galleria per mostre di grafica e di fotografie e una saletta per incontri culturali, della quale ha raccontato nel suo libro Via Ripetta 67 (Edizioni Dedalo, Bari 2005).
Il fondo ceduto dalla De Donato alla Fondazione Sinisgalli per l’allestimento della mostra, si compone di un ricco materiale inedito: 11 lettere scritte dal poeta ad Agnese nel corso dei suoi viaggi da New York o da Budapest, da Tripoli o da Kyoto; 30 fra disegni e acquerelli, realizzati fra il 6 dicembre 1960 e il 4 settembre 1965; 3 poesie (“Piccolo canzoniere scritto sul palmo”, “Annunciazione”, “Una piccola sporca storia d’amore”); un taccuino con schizzi di paesaggi, ritratti (ben 10) e un lungo testo intitolato “Piazza del popolo”; 8 fotografie su carta, 28 file digitali e una fotocopia di un “Canto per una pescivendola”, il cui originale è andato perduto.
L’inaugurazione della mostra è stata preceduta da un convegno, coordinato dalla giornalista Eva Bonitatibus, cui hanno preso parte il professor Franco Vitelli dell’Università di Bari, la professoressa Stefania Zuliani dell’Università di Salerno, lo storico e critico d’arte, Giuseppe Appella, e la vivace Agnese De Donato.
Il direttore della Fondazione, Biagio Russo, ha spiegato che il materiale della mostra documenta un Sinisgalli inedito, più “intimo”, animato da una forte attenzione per la libraia di Via Ripetta, una musa che attrae e ritrae. È un Leonardo diverso, passionale e giocoso, turbato e malizioso, estroso e bizzarro. Tale materiale offre inoltre il racconto di un contesto molto particolare, ossia la Roma degli anni’60, una città euforica e dolce, felliniana e infantile, attraversata e sedotta da poeti e artisti, paparazzi e divi. In questa Roma così vivace, in Via Ripetta n.67, la libreria-galleria «Al Ferro di Cavallo» era fulcro e fucina di idee avanguardistiche, nonché luogo di incontro fra grandi intellettuali come Ungaretti, Sinisgalli, Tzara, Pound, Guillen, De Libero, Frassineti, Bertolucci, Pasolini, Butti, Afro, Capogrossi.
Nel ricco materiale del fondo De Donato – ha sottolineato Franco Vitelli – è possibile scorgere parallelismi e contrasti rispetto alla produzione “ufficiale” di Sinisgalli, tali da stimolare un nuovo moto di ricerca da parte di studiosi e filologi. La descrizione dell’Oriente come mondo arcaico e originario che emerge dalle lettere è, per esempio, speculare al recupero della tradizione contadina del Sud Italia, ma è anche in contrasto con la celebrazione della civiltà delle macchine, esaltata dall’ingegnere. Un assaggio di queste lettere, allegre e intense, è stato offerto al pubblico grazie alla lettura fatta dall’attrice Nicole Millo, accompagnata dalle delicate note degli allievi della Scuola dell’Arpa Viggianese.
Quanto alle poesie, esse rappresentano un superamento della stagione ermetica: il testo lungo e disposto per sezioni, che quasi tende al poema, è un andare oltre l’essenzialità dell’Ermetismo, nonché il riflesso di una crisi della poesia e della figura del poeta avvertita da Sinisgalli. I disegni – è stato spiegato da Stefania Zuliani – sono invece l’emblema dell’ “impurezza” che attraversa il fondo. I ritratti restituiscono, in una sorta di pantheon, lo sguardo dell’autore sulle persone a lui vicine, sia fisicamente che idealmente.
Una di queste persone è stata senza dubbio Agnese De Donato, donna «bella e strafottente, a metà fra Merilyn Monroe e Sofia Loren», come l’ha definita Giuseppe Appella: nella sua libreria si andava per discutere, bere, litigare, confrontarsi, ma soprattutto per vedere lei. Lei che dopo 33 anni è riuscita a raggiungere Montemurro e a visitare la tomba del caro amico Sinisgalli. Affettuoso è stato il suo ricordo del poeta-ingegnere, che si riempiva le tasche di soldi per comprare qualunque cosa fosse esposta nella libreria di Via Ripetta; lo ha definito «un uomo intelligente, geniale, colto e per questo molto affascinante, tanto da riuscire a stregare tutti, compresi i bambini». La De Donato ha confessato la strana emozione provata sia nel momento in cui si è “dovuta” privare di alcuni ricordi della propria vita, sia nel vederli diventare oggetto di una mostra: «da un piccolo pacchettino è venuta fuori una mostra di ben due intere sale»- ha confessato stupita.
A lei è stato dato l’onore di tagliare, nella Casa delle Muse, il nastro inaugurale della mostra “Intimo Sinisgalli”, visitata già in questa prima serata da un pubblico numerosissimo e curioso.
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