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Successo a Teana per "La notte della taranta" |
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13/08/2011 | Continuano, con successo e partecipazione le edizioni del Festival Della Taranta, che è ormai diventato una consuetudine e un appuntamento importante dell’ estate teanase.
La notte di suoni e danze è iniziata alle ore 22:00 con il gruppo Triotarante, e seguito dagli attesissimi Zimbarie. Vasto è stato il repertorio di Pizziche in cui sono state esaltate le componenti ritmiche incentrate sull’ uso del Tamburello e del Violino. L’ evento, organizzato dalla Pro Loco di Teana, ha incontrato il favore di giovani e non solo che, presi dal ritmo di questo particolare tipo di danza, hanno trascorso la notte danzando e divertendosi fino a notte inoltrata. Sempre di più sono coloro che si appassionano e si cimentano in questo ballo scatenante e liberatorio. Teana ieri ha trascorso una notte particolare, danzando sulle note e il ritmo della pizzica, il Festival , ha sempre sin dalle prima edizioni, destato vivo interesse, per il ritmo, l’ armonia e il divertimento che questo genere di musica genera e anche per le leggende e le storie connesse a questo culto. La pizzica, oltre ad essere suonata nei momenti di festa di singoli gruppi familiari o di intere comunità locali, costituiva anche il principale accompagnamento del rito etnocoreutico del tarantismo. Essa, quindi, veniva eseguita da orchestrine composte da vari strumenti con lo scopo di “esorcizzare” le donne tarantate e guarirle, attraverso il ballo che questa musica frenetica scatenava, dal loro male.Oggi il Tarantismo è quasi del tutto estinto, ma la sua memoria permane.
La pizzica, suonata per giorni o addirittura settimane per la cura delle tarantate, aveva spesso caratteristiche proprie, che la differenziavano da quella suonata per il ballo. Grande è, soprattutto di recente la volontà di riscoperta della musica e delle tradizioni popolari ed in particolare del genere Pizzica.
“Alcune fonti indicano che il mito della taranta derivasse dall’antica Grecia ai tempi di Zeus. La leggenda narra di una giovane ragazza, Arakne, sedotta da un marinaio il quale partì dopo la prima notte d’amore, visse in attesa del ritorno del suo amore. Una mattina vide una barca avvicinarsi alla costa e, Arakne, fece il segnale convenuto con il suo marinaio. La barca rispose: era tornato. Ma a pochi metri dal porto ci fu un attacco verso la barca, la quale, fu affondata e coloro che erano a bordo furono uccisi. Arakne vide morire il suo amore dopo anni di attesa. Così, alla sua morte, Zeus la rimandò in terra per restituire il torto ricevuto, non come ragazza ma come tarantola. Importanza fondamentale di questo fenomeno è attribuita a San Paolo, il quale compariva ai tarantolati e prevedeva la loro guarigione dopo qualche giorno, alcune settimane, addirittura mesi.”
Maria Rosaria Rondinelli
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