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Al MIG di Castronuovo Sant’Andrea le mostre di Natale 2025

12/12/2025

Martedì 16 dicembre 2025, alle ore 17.30, nelle sale del MIG. Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”, si inaugurano le mostre dedicate a “Giacomo Manzù e il libro d’artista” e “Auguri dal Novecento: 100 biglietti d’auguri, da Picasso a Kounellis”,
La mostra dedicata a Manzù comprende le seguenti opere: Le litografie per "L'Immagine" di Cesare Brandi, 1949; Salvatore Quasimodo, Il falso e vero verde, con 7 litografie originale di G. Manzù e 6 testatine stampate da Piero Fornasetti, Schwarz, Milano, 1954; Esiodo, Le opere e i giorni, tradotti da Fausto Codino, con un saggio di Salvatore Quasimodo e 10 illustrazioni originali di G. Manzù, Edizioni dell'Elefante, Roma 1966; Sofocle, King Oedipus, tradotto da Edward Watling, con 7 incisioni originali di G. Manzù, Racolin Press, New York, 1968; 15 acqueforti della Touchstone suite, 1970; Omero, Odissea, episodi scelti e tradotti da Salvatore Quasimodo, illustrati con 20 tavole originali di G. Manzù, Presentazione di G. C. Argan, Delfino Edizioni d'Arte, Roma 1977. La scultura in bronzo, in copertina, è un originale di Giacomo Manzù.
Da grande disegnatore e attento sperimentatore di tecniche (da Michelangelo a Bernini, da Rodin a Giacometti, gli scultori sono tra i maggiori disegnatori), Manzù non poteva non dedicarsi all’illustrazione, alla grafica moltiplicata nelle sue molteplici varianti (l’acquaforte, l’acquatinta, la litografia), confrontandosi con autori classici come Esiodo, Sofocle, Omero, modelli fondamentali per lo sviluppo della letteratura e dell’arte europea. Il libro d’artista, proprio per essere un luogo privilegiato dell’incontro tra testo e immagine, in Manzù trova uno dei più alti interpreti dell’interazione tra letteratura e arte, parola e segno, capace in ogni occasione di sviluppare un legame sotterraneo di stili e epoche diverse, così che ogni rielaborazione classica sia anche una rivitalizzazione delle componenti più emotive della forma. Di rilievo, in
questo incontro con la classicità, la collaborazione con Salvatore Quasimodo.

NOTIZIE BIOGRAFICHE
Giacomo Manzù nasce a Bergamo il 22 dicembre 1908. Dopo un primo apprendistato come intagliatore (1919-1921) passa alla Fantoni, scuola serale di plastica decorativa a Bergamo e, durante il servizio militare (1927-1928), frequenta saltuariamente l'Accademia Cignaroli a Verona. Ricollegandosi all’impressionismo di Medardo Rosso, assorbe i valori della scultura antica e trasfonde nelle sue opere una personale ma alta ispirazione religiosa e civile (cfr. la serie delle Deposizioni e delle Crocifissioni, dal 1940 al 1943) ma anche una toccante umanità propria della serie dei Cardinali e dei Vescovi e dei numerosi ritratti. Compie un breve viaggio a Parigi e, nel 1929, si stabilisce a Milano dove entra in contatto con l'avanguardia milanese e ottiene, nel 1932, la sua prima commissione: la decorazione della cappella dell'Università Cattolica (1931-1932). Nel 1933, espone alla Triennale di Milano una serie di busti. Negli anni seguenti realizza le prime versioni della Bambina sulla sedia (1933) e dei Cardinali (1936). Sono del 1939 i primi bassorilievi in bronzo a tema religioso, le "Deposizioni" e le "Crocifissioni", nelle quali la simbologia del sacrificio di Cristo rievoca gli orrori della guerra e la violenza del regime fascista Dal 1940 insegna scultura all’Accademia di Brera e, poi, all'Accademia Albertina di Torino. Il suo nudo Francesca Blanc vince il premio della Quadriennale di Roma del 1943. Torna a Brera nel dopoguerra. Vince, nel 1950, con Biagini e Crocetti, il concorso per le tre porte bronzee di San Pietro, nel 1954 viene nominato Accademico di San Luca e si dimette da Brera per insegnare presso l'Accademia internazionale di Salisburgo dove rimarrà fino al 1960. Qui incontra Oskar Kokoschka e Inge Schabel, sua futura compagna e ispiratrice. Nel 1969 inaugura ad Ardea, dove aveva lo studio e l'abitazione, la raccolta “Amici di Manzù”, donata allo stato italiano nel 1981.
Presto riconosciuto in ambito internazionale per la porta del Duomo di Salisburgo, incentrata sul tema dell'amore (1955-1958) e per la porta della Morte per la Basilica di S. Pietro, dedicata a Don Giuseppe De Luca (1959-1964), dove la maturità è espressa da una rigorosa ricerca affidata a una felicità espressiva tra le più alte del ‘900, da sempre impegnata nella sperimentazione grafica che lo porta a semplificare gli schemi compositivi per una narrazione tesa e drammatica, nel 1966 gli viene assegnato il Premio Lenin per la pace e nel 1984 il Premio internazionale Feltrinelli. A testimonianza di un costante e sentito impegno civile e una fede profonda nel riscatto finale dell'uomo. Intanto, nel 1969, ha completato la porta della Pace e della Guerra per la chiesa di Saint Laurens a Rotterdam (al cui tema si ispirerà nel 1972 per il rilievo del palazzo della Comunità europea a Lussemburgo e ancora nel 1977 per il monumento al Partigiano di Bergamo). Nei tardi anni '60 si dedica alla scenografia allestendo alcune tra le opere più importanti di Igor Stravinskij, Goffredo Petrassi, Claude Debussy, Richard Wagner e Giuseppe Verdi. Del 1973 è la grande mostra al Museo di Arte Moderna di Tokyo. Nel 1989 viene inaugurata a New York, di fronte alla sede dell'ONU, l'ultima sua grande realizzazione pubblica, una scultura in bronzo alta 6 metri.
Muore ad Aprilia il 17 gennaio 1991.
La mostra “Auguri dal Novecento”che, per la prima volta in Italia, mette in risalto la tradizione, continuata dagli artisti del XX secolo, di fare gli auguri con opere grafiche originali firmate e numerate, comprende fogli e pieghevoli di Accardi, Adami, Afro, Assadour, Avati, Bianchi Barriviera, Bartolini, Bendini, Biglione, Bonfanti, Bozzolini, Bradley, Bryen, Burhan, Calderara, Camacho, Campigli, Carrino, Castellani, Chersicla, Yuen-Chia, Christoforou, Clerici, Consagra, Conti, Corneille, Cuschera, Dechamps, Del Pezzo, De Pisis, Della Torre, Dorazio, Feito, Dal Molin Ferenzona, Fioroni, Fontana, Frascà, Friedlaender, Gioli, Giovanola, Goetz, Guarienti, Guerrini, Holm, Isgrò, Janich, Jorn, Lindner, Longanesi, Maccari, Manessier, Mathieu, Matta, Mattiacci, Mazzon, Melotti, Messagier, Modica, Morlotti, Nakian, Napoleone, Nunzio, Olivieri, Omiccioli, Ontani, Ortega, Ostrower, Paulucci, Perilli, Picasso, Pulsoni, Radice, Raphaël, Redon, Reggiani, Ricci, Rotella, Russotto, Salvatori, Sassu, Saunier, Sava, Savinio, Scialoja, Searle, Seidler, Spacal, Staccioli, Starczewski, Strazza, Teodosi, Tirelli, Turcato, Uncini, Valentini, Velly, Venna, Verna, Viviani.
In biblioteca, inoltre, sono esposti 16 marionette del XVIII sec. e una serie di giochi natalizi della prima metà del Novecento (a partire da una tombola prodotta da Walt Disney), provenienti dalla donazione Bruno Conte di Roma.
Le mostre rimarranno aperte fino all’1 aprile 2026. Nella casa Natale di Sant’Andrea Avellino e in Piazza Civiltà Contadina, continua la mostra del Presepio delle mani di Edo Brandimarte e l’installazione L’albero del sale di Nino Tricarico. Per visite guidate al Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller”, si prega di telefonare al n. 0973.835045 (Municipio).



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