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| 27 e 28 settembre le Giornate Europee del Patrimonio a Potenza e Matera |
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24/09/2025 | Dopo i due appuntamenti estivi nei Parchi Archeologici di Policoro e Grumento Nova degli scorsi 29 e 30 luglio, i Musei nazionali di Matera – Direzione Regionale Musei nazionali della Basilicata, nell’ambito del progetto In-cedere: il fluire del tempo in Lucania, beneficiario del Bando “Valorizzazione delle Attività di Spettacolo dal Vivo da parte di Istituti e Luoghi della Cultura Statali 2025” della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura, proseguono con tre nuove date autunnali la sezione relativa al Teatro con la rassegna Dal teatro antico al contemporaneo, e ritorno, organizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Ombre per la direzione artistica di Rosanna Ventura.
L’iniziativa, come già Basilicata: Musei in festa realizzata per la 31^ edizione della Festa della Musica il 20 e 21 giugno scorsi, è diffusa su base regionale e prevede altre tre repliche dello spettacolo LE TRAGICOMICHE, vita da eroi della compagnia CREST/I Nuovi Scalzi in concomitanza con le Giornate Europee del Patrimonio (27-28 settembre 2025) presso il Museo Archeologico Nazionale “Dinu Adamesteanu” di Potenza e il Museo nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata di Palazzo Lanfranchi a Matera. Per la prima data di Potenza è in programma una doppia replica con matinée alle ore 10:30 e serale alle ore 20:00, mentre lo spettacolo materano andrà in scena alle ore 17:00 con apertura porte, per entrambe le location, prevista 30 minuti prima dell’inizio dello spettacolo.
“LE TRAGICOMICHE, vita da eroi” non è una storia di guerra, è una storia di amori, di aspirazioni e di giovani figli che si confrontano con una realtà in cui la giovinezza è spedita sul fronte, mentre i padri, padroni e potenti, possono continuare a imperare sicuri, nel castello delle proprie certezze.
Il testo è strutturato sullo schema delle "ballate", ispirato a La canzone di Achille di Madeline Miller. La presentazione del tema in chiave comica e il prologo affidato a quattro buffoni dichiara, in apertura, la natura dell'opera. Una tragicommedia basata su tematiche ben note, appartenenti alla cultura classica, dove il viaggio e l'aspirazione di conquista cedono il passo alla profondità dei sentimenti e dei paradossi. Lo spettacolo si ispira ad una forma di teatro molto antica, alla base del teatro comico occidentale, che nasce e si sviluppa fra il V e III sec a.C. nella Magna Grecia, in particolare modo a Taranto: il teatro Fliacico, a cui si intende ridare luce perché ha influenzato il modo di fare teatro dei latini e successivamente dei comici dell'arte italiani, i quali hanno dato vita al mestiere del teatro moderno.
Lo spettatore è condotto tramite la presenza narrante multipla dei fliaci (attori di farse popolari in uso nelle antiche colonie doriche dell'Italia meridionale) a conoscere ogni personaggio coinvolto nel poema omerico. Con la propria natura istrionica, i fliaci, ripercorrono i momenti salienti della vicenda, legandoli ad altri drammi e personaggi: Ifigenia in Aulide, per esempio. Si apre così la possibilità di guardare all'antico con una visione rinnovata che lega Achille a Ifigenia, Ulisse ad Agamennone, segnando nel tema dell'amore e del sogno - il luogo interiore dei propri desideri - il nucleo tematico profondo per cui vale compiere un viaggio immaginario nell'antico.
Uno spettacolo che offre l'opportunità di immergersi nel mondo dell'antica Grecia, rivisitato con una chiave di lettura moderna e coinvolgente. La comicità dei fliaci si intreccia con momenti di profonda riflessione, invitando il pubblico a sorridere e a pensare. Tematiche come potere e responsabilità: il peso delle decisioni dei potenti e le conseguenze sulle vite degli altri, amore e desiderio: le passioni che muovono gli uomini e le donne, i sogni e le aspirazioni, guerra e pace: le contraddizioni e i costi della guerra, l'anelito alla pace e alla felicità. |
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