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| Quaderno di esercizi per vincere le ossessioni”:guida pratica per gestire il DOC |
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12/09/2025 | In “Quaderno di esercizi per vincere le ossessioni” (Castellani, Galleschi, Lebruto, Puccetti, Melli, Erickson, 2022) ma utilizzabile anche adesso, ed acquistabile al prezzo di 17,50 euro, è presentato un percorso in 16 step che si ispira alla terapia cognitivocomportamentale (TCC), con l’obiettivo di aiutare chi soffre di Disturbo OssessivoCompulsivo (DOC) a gestire le ossessioni e le compulsioni. Ecco una panoramica di come, secondo il quaderno, si può “risolvere” o meglio gestire le ossessioni:
Principali passaggi/metodi suggeriti
1. Identificare ossessioni e compulsioni
Riconoscere quali sono i pensieri, immagini o impulsi ossessivi, e quali comportamenti compulsivi o rituali si mettono in atto per alleviare l’ansia che essi provocano.
2. Affrontare le emozioni spiacevoli e le credenze emotive
Capire quali emozioni (colpa, vergogna, ansia, paura) si accompagnano alle ossessioni; analizzare le credenze che rendono queste emozioni forti (es. “se non controllo succede qualcosa di grave”).
3. Identificare evitamenti e comportamenti protettivi
Spesso per evitare l’ansia o il disagio si evitano situazioni, si fanno rituali, si mettono in atto comportamenti protettivi che sembrano utili ma che in realtà mantengono il disturbo. Riconoscerli è importante.
4. Autovalutazione del proprio DOC
Misurare quanto sono intensi i sintomi, quanto impattano sulla vita; riflettere su quanto ci si autocritica, sul grado di compromissione
5. Riconoscere i pensieri disfunzionali
Analizzare quei pensieri che alimentano l’ossessione: distorsioni cognitive, catastrofismo, pensiero “tutto o niente”, responsabilità eccessiva, etc
6. Descrivere il DOC
Mettere su carta come si manifesta, quando, con quale intensità, con quali variabili, per capirlo meglio.
7. Ridurre l’autocritica
Coltivare un atteggiamento più accettante verso se stessi, diminuire la colpa, la vergogna, la critica interna che spesso peggiora la sofferenza.
8. Distinguere ossessioni e preoccupazioni “normali”
Capire la differenza tra ciò che può essere un pensiero normale, anche se spiacevole, e ciò che invece diventa patologico per frequenza, intensità, interferenza con la vita.
9. Tollerare il senso eccessivo di responsabilità
Lavorare sul pensiero che “se non faccio io qualcosa di preciso, succede una catastrofe”; sviluppare la tolleranza al rischio che qualcosa vada diversamente.
10. Il quaderno in questione, scritto con un linguaggio chiaro e lineare, offre importanti spunti di riflessione su una patologia presente in molti. Ecc.
Biagio Gugliotta
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