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Umanità e fantasia nel romanzo di Mario Petrelli

9/09/2025

Il romanzo Raggi di luce dal cielo – I figli del sole di Mario Petrelli, edito da Valentina Porfidio, è stato presentato nella sede dell’editore a Moliterno.

Un romanzo fantastico in cui i racconti si incontrano, si intrecciano, e dove si vuole narrare l’umanità in tutte le sue sfaccettature: pregi, difetti, sogni, contraddizioni. I racconti sono presentati da Domenico Carelli, con una prefazione intensa, capace di suscitare curiosità, interesse, emozione.

Lo stile poetico e riflessivo dell’Autore diventa pittorico, un’arte di parole e di scene: su fogli bianchi tratteggia paesaggi intensi, con la natura in primo piano. Questo primo volume apre le porte a una saga, con altre storie, altri racconti, altre leggende. Si intravedono guerrieri e draghi, predoni, lupi e avventurieri.

I racconti sviluppano in modo originale temi esistenziali attraverso personaggi fantastici, epici, nel tentativo di plasmare gli animi in un mondo che sembra guardare oltre i confini della Terra, lasciandosi dietro l’essenza della vita. Si esplora la realtà umana fatta di meraviglie, ardore, speranza e desideri, ma allo stesso tempo il cielo si fa cupo: le nubi si addensano e la luce di quell’umanità primordiale sembra rinnegare le proprie radici, i propri figli, mettendo a rischio un futuro possibile, fatto di amore, altruismo e passioni intense.

Sono pagine di poesia, dove la follia dei più forti si scontra con l’animo gentile dei saggi, che cercano sempre e comunque di tendere la mano per una carezza. Uno specchio di meditazioni, dove l’esperienza e la consapevolezza diventano figure dantesche, capaci di mostrare ai viandanti segreti i sentieri del bene e del male, della luce e dell’oblio.

Tra i protagonisti emerge il Signore del Colle, anziano patriarca di un remoto villaggio che narra, conosce e modella il passato in storie avvolte dal mistero. Achner, nipote adolescente, viene esortato ad abbandonare i giochi nella neve con il suo fedele lupo per intraprendere un nuovo viaggio, il cammino che apre le porte dell’età adulta:

“Ragazzo mio! Non è più tempo di favole. Ormai per te è giunta l’ora della verità.”

Accanto al camino, inizia un viaggio nel tempo, dove passato, presente e futuro si incontrano nelle parole e nell’esperienza di chi ha già vissuto. Adimar indica la via: le finestre del tempo si spalancano su dimensioni parallele. Le pareti svaniscono, restano foreste, brughiere e un cielo che si fa sempre più cupo.

Le pagine svelano, sotto gli occhi attenti e accigliati, l’utopia dell’amore e della pace. Il capo chino sul libro è accompagnato da mani che diventano leggio, sorreggendo il dominio del potere e della forza. E mentre le pagine scorrono, la bramosia di sapere prende il sopravvento.

Storie, racconti e sentimenti hanno volti umani. Lucas e Alessandro si confrontano, discutono, ma come spesso accade, le parole non bastano. Ci si insegue nel mondo, ci si interroga sul significato del fuoco che distrugge ma anche della luce che illumina, mentre l’animo riflette sul senso ancestrale del dominio, che da sempre accompagna l’umanità.

È una storia umana che cerca risposte sotto il peso degli eventi e di quel libero arbitrio che rende per propria mano liberi o schiavi. Un percorso dove forza e fragilità si incontrano più volte, diventando contraddizioni umane.

Rapiti, ci si lascia catapultare in una macchina del tempo. La Città del Silenzio, avvolta nel suo candore sotto il sole, sembra un miraggio: una meta che promette risposte alle domande che l’umanità si pone da sempre. Una città del sole utopica, astratta, che illude e accompagna occhio, mente e cuore verso un’armonia illusoria che diventa monito.

I volti sono sempre gli stessi, cambiano i nomi e i luoghi. Nel romanzo li conosciamo come Siver Stuart, sovrano saggio e guida sicura ma non infallibile, e sua figlia Amira, principessa guerriera fatta di forza e grazia. Ci si divide tra umanità e potere, libertà e sottomissione, profondità e bellezza.

Il cammino diventa sopravvivenza, ricerca di se stessi, di una verità intima e magica, difficile da conquistare nella sua interezza. “Se guardassimo il cielo – dice l’Autore – incontreremmo il raggio della sapienza, un viaggio dove il tempo non c’è.”

Un affanno esistenziale porta a guardarsi dentro, senza rincorrere con smania i propri simili o il tempo che alimenta continue domande, fatte di lunghe attese e poche certezze.

Eppure l’umanità, nel romanzo, sembra ritrovarsi: niente è casuale. Tutto ha un senso attraverso il dialogo ininterrotto tra ciò che è e ciò che potrebbe essere, mentre un giovane è pronto a germogliare in un altro luogo, in un altro tempo.

Le storie corrono, si intrecciano con quelle di donne e uomini fino a incontrare la sorte. Un viaggio dove la vita è messa a rischio, il mondo stesso quotidianamente in pericolo, e i falsi legami e tradimenti tentano di prevalere su un’umanità che ha come guardiani i messaggeri di luce: personaggi che combattono e non arretrano.

Uno scontro epico di forze contrapposte, tra luci e ombre, libertà e tirannia. Ma anche nel buio più profondo la luce ritrova la sua strada, prepara gli esseri a nuove sfide, mentre la porta del tempo si apre a nuovi inizi. E ognuno può diventare, se lo desidera, figlio del sole.

Vincenzo Diego



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