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Cersosimo protagonista al Salone Internazionale del Libro di Torino |
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22/05/2025 | Anche Cersosimo è stato protagonista al Salone Internazionale del Libro di Torino, la più importante fiera dell’editoria italiana. L’edizione di quest’anno ha registrato numeri da record: centinaia di migliaia i visitatori che hanno affollato i padiglioni, numerosi gli editori e gli autori presenti, migliaia gli eventi e i tavoli tematici. Un bilancio decisamente positivo per la 37ª edizione, che ha accolto scrittori da tutto il mondo, penne di prim’ordine capaci di raccontare e interpretare il nostro tempo.
All’interno del cartellone degli eventi organizzati dalla Regione Basilicata è stato presentato il volume “Cersosimo. La città ritrovata”, a cura di Caterina Raimondi e Maurizio Lazzari, insieme ai sette numeri di Listen, gli annali dell’Istituto Universitario SSML della Basilicata, curati da Nicola Montesano.
Una piccola realtà, quella di Cersosimo, che troppo spesso fatica a credere in sé stessa, come tanti altri centri del Sud. Il volume è interamente incentrato sulla riscoperta e valorizzazione di questo antico e per certi versi mitico comune della Valle del Sarmento, adagiato ai piedi del Monte Castello e cinto da boschi rigogliosi, dai monti del Parco Nazionale del Pollino e da antiche fiumare.
Dall’amore per le proprie origini nasce l’idea di portare alla luce una comunità antica e laboriosa, con le sue luci e le sue ombre. Un progetto di ricerca e di identità, che vuole ricostruire quella vasta struttura di sentimenti che costituisce il cuore di ogni paese. Il libro, frutto degli studi di Raimondi e Lazzari, è un testo di 350 pagine, edito da Zaccara Editore di Lagonegro (PZ). Un lavoro “dell’anima”, nato grazie all’Associazione Mediterraneo Interiore (ex ASAJ), già distintasi nel territorio per iniziative di rilievo come il Telefono Rosa e il Pollino Doc – Festival del Documentario Antropologico.
Il progetto ha beneficiato anche del sostegno della Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura. Le pagine diventano così visione, progetto, energia. “Cersosimo. La città ritrovata” ha fatto incontrare donne e uomini, esperienze diverse, con un dibattito intenso e appassionato, dal taglio antropologico, senza tralasciare temi cari agli autori: urbanistica, economia, problematiche sociali.
Al centro della discussione: mediazione culturale, capacità di fare rete, promozione dell’immenso patrimonio culturale locale. Come ha spiegato l’architetta Caterina Raimondi, il volume nasce dall’esigenza di dare voce al senso di appartenenza, ma anche da un forte messaggio: “Non bisogna arrendersi alla fine dei piccoli comuni”. È un messaggio di resilienza e speranza, un’indagine sul campo che punta allo sviluppo e alla rinascita delle piccole realtà.
“Abbiamo percorso strade insolite – ha affermato la Raimondi – rileggendo con occhi nuovi il contesto di Cersosimo. Siamo partiti dal primo insediamento bizantino, costruendo un ponte, non solo ideale, con le culture euro-mediterranee. Connessioni culturali e sociali, grazie anche alla collaborazione con l’Associazione Mediterraneo Interiore attiva in Calabria: una dimostrazione concreta di come si possa e si debba fare rete, non solo tra associazioni, ma anche tra enti e istituzioni regionali e non”.
Sulla stessa linea l’intervento del professore Nicola Montesano: “La speranza per le aree interne passa necessariamente dalla valorizzazione del patrimonio esistente. Una sorta di ponte che mitighi l’isolamento fisico e geografico, anche attraverso le nuove tecnologie”.
Lucia Briscese, funzionaria della struttura informazione, comunicazione ed eventi e moderatrice dell’incontro, ha riflettuto su rinascita, ripopolamento, attrazione dei giovani, sottolineando che la rinascita non può dipendere solo dalla presenza fisica ma anche da un nuovo umanesimo digitale.
Antonio Pagano, consigliere parlamentare e presidente dell’Associazione Mediterraneo Interiore, ha posto l’accento sull’importanza degli argomenti trattati e sulle difficoltà: “La politica deve saper orientare, aprire tavoli allargati. Le politiche regionali, interregionali e transnazionali sono cruciali. Ma serve anche superare l’incapacità di fare rete e la tendenza a distruggere ciò che è stato fatto prima. La vera chiave è la partecipazione attiva dei cittadini. Come diceva Sant’Agostino, bisogna passare dall’indignazione al coraggio: quel coraggio che genera rivoluzioni sociali, economiche e culturali. Solo così si diventa comunità fiere e propositive”.
Le parole, secondo gli autori, sono fondamentali per ripristinare il senso di appartenenza e la memoria collettiva. Le parole generano emozioni, stimolano la curiosità, diventano ricerca, si fanno libro e strumento di comunità.
“Cersosimo. La città ritrovata” non è solo un volume, ma una visione di appartenenza, un racconto dei costumi, della storia, dell’apertura al confronto, dell’incontro tra culture. Da Cersosimo parte così un cammino di studio e riflessione per comprendere il presente e orientare il futuro, ricostruendo territori oggi dispersi, ma ancora carichi di speranza e identità.
Vincenzo Diego |
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