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A Potenza per Gaza: contro il genocidio, la fame e il riarmo dell’Europa |
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30/04/2025 | Ormai a Gaza si muore anche per fame. Oltre alla distruzione delle case, delle reti elettriche, idriche e fognarie, degli ospedali, delle scuole, dei presidi sanitari, non c’è più cibo. Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) ha comunicato ufficialmente di aver esaurito tutte le scorte di cibo disponibili nella Striscia, poichè dal 2 marzo Israele ha bloccato l'ingresso di qualsiasi tipo di aiuto o merce. Ai valichi di frontiera sono pronte oltre 116mila tonnellate di aiuti alimentari, ma i camion continuano a restare fermi.
E i raid israeliani non si fermano. In concomitanza con le celebrazioni del 25 aprile in Italia, nella Striscia di Gaza si sono registrati nuovi bombardamenti che hanno provocato almeno 52 morti in meno di 24 ore, di cui 39 soltanto a Gaza City e nelle aree settentrionali. Dall'inizio della nuova offensiva, il 18 marzo scorso, sono stati uccisi oltre 1.900 palestinesi, con più di 5.000 feriti.
Nel frattempo, i coloni israeliani e l’esercito israeliano hanno intensificato l’uso della violenza fisica estrema contro i palestinesi nei territori occupati della Cisgiordania: sono decine di migliaia le persone sfollate che non hanno un riparo sicuro, servizi essenziali né accesso all’assistenza sanitaria. Da ottobre 2023 in Cisgiordania sono stati uccisi 930 palestinesi, tra cui 187 bambini, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
I governi delle “democrazie” occidentali assistono complici al genocidio quotidiano di un popolo inerme, e nel nome della difesa dei valori occidentali, decidono la via della guerra, con piani di riarmo miliardari e politiche regressive, razziste e repressive.
Facciamo nostro l’appello NO REARM EUROPE promosso da tante associazioni italiane ed europee che si oppone al piano di riarmo europeo, al momento bloccato per errori procedurali:
“Ci opponiamo al piano dell’UE di spendere 800 miliardi di euro in armi. Saranno 800 miliardi rubati. Rubati alle spese sociali, alla salute, all’educazione, al lavoro, alla costruzione della pace, alla cooperazione internazionale, alla transizione giusta e alla giustizia climatica. Saranno un beneficio solo per i produttori di armi in Europa, negli USA e in altri paesi. Renderanno la guerra più probabile, e il futuro più insicuro per tutti e tutte. Genereranno più debito, più austerità, più confini. Approfondiranno il razzismo. Alimenteranno il cambiamento climatico.
Non abbiamo bisogno di più armi; non abbiamo bisogno di preparare altre guerre. Abbiamo bisogno di un piano totalmente differente: sicurezza reale, sociale, ecologica e comune per l’Europa e il mondo intero.”
Comitato per la Pace di Potenza
Associazione Equomondo |
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