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Milano. Presentato ”Viaggiatori di nuvole” di Giuseppe Lupo

8/06/2013

E’ stato presentato, alla Libreria Rizzoli di Galleria Vittorio Emanuele, il quinto romanzo di Giuseppe Lupo, “ Viaggiatori di nuvole”, per i tipi della “Marsilio Editori”.
Giuseppe Lupo, professore di Letteratura italiana contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia, ha già al suo attivo, sempre pubblicati da Marsilio, “L’americano di Celenne”, 2000 (Premio Giuseppe Berto, Premio Mondello, opera prima); “Ballo ad Agropinto” 2004; “La carovana Zanardelli” 2008 (Premio Grinzane Cavour, Fondazione Carical, Premio Carlo Levi); “L’ultima sposa di Palmira” 2011 (Premio Selezione Campiello, Premio Vittorini). Lupo, inoltre, collabora, per le pagine letterarie, con IL Sole 24 Ore ed Avvenire.
Il “piacere” di presentare l’ultimo lavoro dello scrittore lucano è toccato a Paolo Mieli, direttore RCS Libri, Corriere della Sera. Lo ha fatto nella semplicità più assoluta in un ambiente familiare di gente ben predisposta ad ascoltare, ancora una volta, il significato ed i perché del romanzo di Lupo, vecchio amico di tutti e sempre atteso a nuove sperimentazioni di fantasia e di storia.
Mieli, da par suo, ha subito centrato i motivi del libro, i temi conduttori che non si discostano poi tanto da quelli dei romanzi precedenti: l’amore di Lupo per la ricerca storica che poi affida alla sua fantasia per romanzarla a favore dei lettori e l’amore della sua terra Lucana che, per vari accertati motivi storici , Lupo pone sempre a centro dei suoi romanzi.


Mieli ha colto assai bene questi capisaldi dello scrivere fluente e “ generoso” dell’amico Giuseppe e, dopo aver fatto un breve escursus sulle vicende narrate nel romanzo, ne raccomanda una triplice lettura, durante i prossimi mesi estivi. Il motivo è dettato dalla necessità di comprendere meglio ed in toto un romanzo che presenta, appunto, tre “strati” di narrazione, che il lettore deve giustamente assorbire con calma, senza fretta, lasciandosi andare lieve come una farfalla o come uccelli nelle vicende descritte: la prima serve ad inquadrare la storia, la seconda a capirne al meglio il periodo importante in cui scorrono le vicende storiche e la terza per capire, in toto, la bellezza e il piacere dell’autore nel tuffarsi con impegno nella narrazione di un suo “piacere”.


Lupo, l’eterno ragazzone della nuova narrativa, sempre sorridente, ha confermato le intuizioni di Mieli, cui ha aggiunto il suo intento di parlare di un epoca,1400, particolarmente importante per la storia dell’umanità ed altrettanto importante per lui stesso.
La storia narrata parte da Venezia nel 1499 e si conclude a Venezia. Ne è protagonista Zosimo Aleppo, stampatore di origine ebraica, che lascia Venezia alla ricerca di tale Chierico Pettirosso , che , si dice, porti nelle sue bisacce profezie, rivelazioni, memorie di straordinaria importanza- La meta è Milano, dove il giovane è segnalato, ma quando vi arriva Pettirosso è già “volato” via ed allora lo rincorre a Mantova, in Francia, a Napoli, ad Atella, in Basilicata. Nel frattempo, si imbatte in soldati, donne, cavalieri, spioni, insomma una buona rappresentanza di varia umanità, fingendosi, di volta in volta, poeta, marito, , soldato mercenario pur di ottenere notizie. Nel suo affannoso girovagare, incontra illustri personaggi come Isabella D’este, Leonardo da Vinci, Francesco Gonzaga ed attraversa un’Italia in preda ad eserciti sempre diversi, in un tempo in cui soffia il vento delle invenzioni, delle scoperte geografiche. Insomma, Zosimo, l’alter ego in un certo senso di Lupo, incontra la storia che lo coinvolge in modo travolgente per soddisfarne le sue “bramosie”. Lupo fa sognare ed incanta il lettore con le suggestione di una lingua che ricorda l’Oriente di Mille e una notte, lo accompagna in un crogiolo di illusioni, sconfitte, utopie e speranze che hanno contraddistinto la civiltà del XV secolo.
Ne è seguito un “gustoso” dibattito che è servito ad approfondire svariate tematiche ed a soddisfare anche legittime curiosità.
Insomma, alla Rizzoli, si è consumata una magnifica serata di cultura internazionale, con immancabile “tocco” Lucano, grazie al maestro Lupo, di Atella.

Giovanni Labanca

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