Già da diversi anni la Regione Basilicata dà la possibilità ai giovani lucani, tramite borse di studio, di partecipare ai corsi di perfezionamento musicale organizzati dall'Istituto Culturale Centro Europeo di Toscolano (C.E.T.) presieduto e diretto dal Maestro Mogol.
I corsi messi a disposizione dal C.E.T. sono quelli per Interpreti, Autori di testo, Compositori e Produttori di musica leggera.
Quest’anno il sogno di accedere a questa esperienza si è realizzato per tre giovani artisti senisesi: Niccolò Marcone, Antonio Ricciardi e Rocco Amendolara. Antonio, già alla sua terza esperienza al C.E.T., ha frequentato, insieme a Rocco, il corso per Autori di testi, Niccolò quello per Interpreti di musica leggera.
“Credo che si potrebbe scrivere un libro intero su questa esperienza, ma comunque sarebbe un libro privo di parole, perché in sostanza non esistono parole per descrivere questa esperienza- spiega Rocco Amendolara-.Persone nuove e che rimarranno per sempre nel mio cuore, insegnamenti di ogni tipo, ma soprattutto insegnamenti di vita. La musica è un posto stupendo, un posto che va al di là dei confini della scienza e dell’umanità, proprio come succede al CET dove il tempo si ferma per un attimo e vorresti rimanere lì per sempre. Ringrazio tutti quanti i maestri che hanno cambiato il mio modo di vedere la musica e di ascoltarla soprattutto e ringrazio tutti gli splendidi ragazzi che ho conosciuto in questo percorso di tre fasi. Senza dilungarmi troppo, esperienza da rifare assolutamente. Grazie a tutti e grazie a Mogol.”
“Avevo frequentato già nel 2010 e nel 2016 il corso per Interpreti di musica leggera, la prima volta sotto la guida di Giada Amadei, la seconda volta con Laura Valente e Carla Quadraccia (in arte Carlotta).- racconta Antonio Ricciardi-Quest’anno ho avuto l’onore di frequentare il corso per Autori di testi con tre grandi maestri: Giuseppe Anastasi, Maurizio Bernacchia ed Eugenia Martino. Come già prevedevo, alla luce delle precedenti esperienze, le settimane trascorse al C.E.T. sono state una valanga di emozioni, musica, amicizia, confronto e crescita artistica ed umana. Nulla è cambiato da quando per la prima volta, poco più che ventenne, conobbi questo posto magico, posto in cui il mondo sembra fermarsi per dare modo all’anima di ritrovare la propria dimensione e il proprio equilibrio. Oltre a noi lucani hanno frequentato i corsi negli stessi periodi allievi provenienti da diverse regioni. Un potpourri di personalità differenti ma tutte accomunate dal grande amore per la musica. Praticamente impossibile non costruire rapporti, impossibile non sentirsi a proprio agio. Ogni persona lì dentro rappresenta qualcosa, non c’è spazio per l’anonimato. Ogni parola, ogni gesto, ogni nota assumono un peso differente. Non so se lì il tempo si ferma o se scorre troppo velocemente. Forse è semplicemente che lì il tempo non esiste. Esiste solo il tempo per dire GRAZIE per tutto quello che questa esperienza ogni volta aggiunge al mio bagaglio artistico ed umano.”
Come racconta Niccolò Marcone“Mi ci sono voluti alcuni giorni per metabolizzare il ritorno a casa e l'idea che la mia esperienza al C.E.T. di Mogol fosse finita, che gli amici meravigliosi con cui ho stretto un legame speciale, sono ora molto lontani, ognuno di ritorno alla propria vita. L'esperienza al C.E.T. di Mogol è qualcosa che, per certi versi, non vorresti nemmeno raccontare una volta tornato a casa, qualcosa che vorresti facesse parte intimamente di te, come un sogno fantastico che vuoi difendere e preservare da chi non l'ha vissuto e che temi possa sminuirlo. La mattina dopo essere tornato a casa, ho avuto la netta sensazione di essermi svegliato da un lungo e bellissimo sogno. Pensandoci, non riesco a trovare una parola più adatta per definire il C.E.T: un bellissimo sogno. E in questo sogno, in questo mondo ideale per musicisti, Mogol è riuscito a creare qualcosa che mi ha lasciato emozioni indelebili. Un'altra caratteristica di quella tenuta meravigliosa è l'atmosfera di accoglienza e condivisione: emozioni positive, fortissime, intense, che ti portano ad abbassare ogni difesa, ogni muro che hai costruito nella vita per vari motivi. Ho sentito ogni debolezza e ogni punto di forza di me stesso emergere in superficie e, quindi, messi allo stesso livello, senza paura di giudizio da parte dei compagni di corso e dei docenti. Arrivato lì con tutte le mie insicurezze e convinzioni a livello artistico e personale al Corso Interpreti i docenti (i quali mi hanno fortemente consigliato quel percorso, rispetto al corso autori per cui concorrevo alle selezioni per le borse di studio), sono riusciti, con molta umanità ed empatia, letteralmente smontarmi e rimontarmi da capo, a spingermi a ridimensionare dei miei "pregiudizi" e "vizi" canori e musicali, a far emergere la mia voce autentica, la mia effettiva dimensione musicale e la giusta emotività interpretativa. Una parte di me è ancora quella del Niccolò pre-C.E.T., ma c'è una nuova dimensione canora predominante, più vera, più autentica, che piano piano, con il lavoro, riesce a lasciarsi dietro quella precedente. In quel posto magico, nessuno conserva i segreti per sé: ogni docente, Cheope e lo stesso Mogol sono sempre stati pronti a dare consigli su ogni fronte: io, interprete, ho ricevuto una marea di suggerimenti in campo autorale e compositivo dai docenti dei rispettivi corsi, il tutto sempre portato su un piano artista - artista e mai sul piano allievo, insegnante, da parte delle stesse persone che, per intenderci, hanno fatto la storia della musica italiana e continuano, ad oggi, ad essere i principali autori i cui testi arrivano al Festival di Sanremo, conversando e vivendo il C.E.T. con noi studenti in un rapporto praticamente alla pari. Proprio questo, penso, sia il motivo per il quale i sentimenti negativi lì sembrano non avere proprio accesso: cose come l'invidia, sospetto, gelosia sembrano non esistere più in quella tenuta immersa nel verde in cui ti sembra davvero di non aver bisogno di nient'altro se non il pane quotidiano che assapori ogni giorno: musica, musica e ancora musica, condita di tantissimo affetto, umanità e con una bella spolverata di arte in generale, dal momento della colazione, dove arrivi con un sorriso enorme nel vedere i tuoi nuovi amici tutti allo stesso tavolo, fino a sera, prima di andare a letto, tutti intorno ai divani nella sala principale, accanto all'enorme camino, cantando e suonando tutti insieme. Il C.E.T. non è una semplice accademia: è un posto sicuro e un'esperienza che andrebbe fatta a cadenza mensile, un posto in cui vorresti tornare anche solo per un saluto veloce e un altro "grazie" a quelle persone fantastiche che sono in grado di farti credere di più in te stesso, in ciò che fai. In grado di ricordarti che sì, per la musica ne vale davvero la pena. Ogni giorno.”
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