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L’ attualità di Scotellaro, intellettuale e politico, a 70 anni dalla scomparsa

26/04/2023

In occasione del centenario dalla nascita di Rocco Scotellaro e a 70 anni dalla sua prematura scomparsa, organizzata dal Circolo PD di Francavilla in Sinni ed aperta a quanti hanno inteso portare il loro contributo e la loro analisi critica sulla vita e l’opera dell’autore, è stata celebrata una serata di riflessione sulla esperienza umana, politica,poetica ed intellettuale dell’ex Sindaco di Tricarico.
Chiamata ad introdurre l’argomento ed a relazionare sulla figura di Scotellaro
“intellettuale politicus”, sulla sua intensa e breve vita pubblica e sulla sua fecondissima attività culturale,letteraria e poetica, la professoressa Enza Berardone, profonda studiosa dell’autore, nonché essa stessa cultrice ed autrice di composizioni poetiche.
La relatrice, nella sua introduzione, ha ripercorso con illuminata conoscenza, le tappe della vita pubblica di Scotellaro, nonché il suo sforzo culturale, rappresentativo della realtà meridionale e della sua aspirazione all’emancipazione delle classi meno abbienti, prima fra tutte quella contadina.
Scotellaro, prima della “ esplosione letteraria”, che fu postuma alla sua azione politica, nel 1946, in una delle tante realtà meridionali, nella sua Tricarico, giovane leader socialista, aveva intrapreso una battaglia culturale, prima che politica, per l’emancipazione del mondo contadino, che era mantenuto in condizioni di arretratezza, di povertà e di lontananza dai centri decisionali.
La lotta politica intrapresa contro Vito Brandi, Sindaco provvisorio di Tricarico, fu incandescente, fatta di reciproche accuse, che portarono Scotellaro nelle aule del Tribunale di Matera per una denuncia per diffamazione, dalla quale il poeta politico fu assolto per intervenuta amnistia.
La battaglia politica lo portò, poi, ad essere il più giovane Sindaco d’Italia dal 1946 al 1950, carica che esercitò con impegno ed abnegazione a favore del suo popolo e dalla quale decadde per ingiuste accuse ed iniziative giudiziarie, per poi trasferirsi a Portici, dove morì, improvvisamente, per un infarto nel 1953.
E Scotellaro , intellettuale e poeta, troverà proprio nel mondo contadino, che aveva cercato in ogni modo di risollevare dalle sue condizioni di arretratezza nella sua funzione pubblica, il suo “mondo”, perché, per lui, esso non è una idea letteraria, né l’oggetto di una conoscenza indiretta o di una passione ideologica, ma è l’ispirazione che ha portato ad indimenticabili rappresentazioni nelle inchieste di “Contadini del Sud”, che inaugurarono un vero e proprio genere letterario negli anni 50.
La morte ,che lo ha colto improvvisamente a Portici, all’età di 30 anni, non ha concluso la sua opera,ma ha spezzato il processo del suo chiarimento e della sua presa di coscienza, che altri autori, primo fra tutti Carlo Levi, concorreranno ad esplicitare ed enucleare.
La sua capacità di portare alla luce significative realtà sociali,intrise di originali patrimoni linguistici, determinò, insieme ad altri intellettuali del tempo, la nascita di un nuovo filone letterario, il Neorealismo, che rendeva manifesta “ l’altra Italia”.
Si può dire che Scotellaro fu l’unico autentico poeta del Neorealismo italiano, che riuscì ad evitare, con dirompente energia e passione civile,tutti i rischi impliciti nel folclorismo decadente di un certo sudismo novecentesco.
Egli fu autore che potremmo definire postumo; Contadini del Sud-Bari 1954 e L’uva puttanella –Bari 1955, sono stati pubblicati dopo la sua morte e E’ fatto giorno- 1954 , grazie pure alla prefazione di Carlo Levi, rappresentò un vero e proprio caso letterario.
Solo nel 1978 furono pubblicati numerosi inediti, che portarono alla scoperta di uno Scotellaro molto più colto di quanto non fosse apparso in vita, “ frutto di incesti letterari e di semi trapiantati dalle serre del simbolismo europeo”.
La sua poesia dirompente e per molti versi inesorabile, fu il primo evento giovanile, che irruppe nella poesia italiana del dopoguerra, dopo decenni di riserbo obbligato
dal regime imperante.
Ancora oggi i suoi anacoluti e le sue ellissi restano testimonianza di arte letteraria viva, che andrebbe ricostruita criticamente e riportata ad una attualità ed un protagonismo insieme letterario,poetico,scientifico e politico.
Oggi , però, resta l’attualità della sua testimonianza storica di un protagonismo civile e sociale, finalizzato ad elevare le condizioni dei meno abbienti e più emarginati, in un tempo, il nostro, in cui ancora i divari tra mezzogiorno e nord non sono superati, anzi si tende ad accentuarli, nel quale la giustizia e l’uguaglianza sociale rimangono un anelito ed una sfida non ancora vinta, nel quale molti diritti costituzionali non sono garantiti, la partecipazione democratica alla vita pubblica è ad appannaggio di pochi, l’emancipazione femminile è solo agli albori di un percorso ancora lungo.
E’ indispensabile, a distanza di 70 anni dalla sua morte, riscoprire la tensione morale ed i valori, che hanno sostenuto la sua azione poliedrica e ad essi uniformarsi , per ritrovare forza e determinazione per battaglie che necessitano, ancora oggi, di essere combattute e vinte.
Antonio Amatucci



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