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A Carbone si celebra la tradizione dei fuochi di San Giuseppe |
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1/12/2022 | Il 10 dicembre a Carbone si terrà un interessante programma teatrale a partire dalle ore 17,30.
Sarà messa in scena una rappresentazione teatrale itinerante: seguendo il componimento di Gozzano autore della Signorina Felicita, si sosterà presso le tre "osterie"; infine si raggiungerà Piazza XXIV Maggio, dove si potrà assistere ad uno spettacolo con il fuoco.La rappresentazione teatrale seguirà il canovaccio del componimento poetico della Notte Santa di Gozzano.
L’evento è organizzato dall’Amministrazione comunale di Carbone.
Il sindaco ed il vicesindaco hanno espresso il loro placet per un evento culturale che tempo permettendo dovrebbe richiamare pubblico.
Molti cittadini di questo paese hanno accolto con goia quest’evento, per trascorrere una serata scevra dai problemi della quotidianità.
Esso è parte integrante della cultura e vi sono alcuni cittadini di questo paese amanti del teatro.
Per chi non conosce questo letterato del secolo scorso,
Gozzano ha appartenuto alla corrente letteraria del crepuscolarismo. Nato da una famiglia benestante di Agliè, inizialmente si dedicò alla poesia nell'emulazione di Gabriele D'Annunzio e del suo mito del dandy. Successivamente, la scoperta delle liriche di Giovanni Pascoli lo avvicinò alla cerchia di poeti intimisti che, poi, sarebbero stati denominati "crepuscolari", accomunati dall'attenzione per "le buone cose di pessimo gusto", con qualche accenno estetizzante[ il "ciarpame reietto, così caro alla mia Musa", come le definì ironicamente lui stesso.[ Morì a soli 32 anni, a causa del cosiddetto mal sottile, termine caduto in disuso che stava ad indicare la tubercolosi polmonare che lo affliggeva. Alla tubercolosi, che lo afflisse fin dal 1904, è collegato un viaggio in India nel 1912, intrapreso con la speranza di trovare nel clima di quel Paese un sollievo alla sua malattia. Durante il suo soggiorno in India scrisse una serie di articoli, raccolti nel volume postumo Verso la cuna del mondo (1917). Più importanti le sue raccolte in versi: La via del rifugio (1907) e I colloqui (1911). Il mondo da lui descritto è quello provinciale, piccolo-borghese, visto con amore, ma allo stesso tempo con un certo distacco ironico.
Biagio Gugliotta
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