HOMEContattiDirettoreWebTvNewsNews SportCultura ed Eventi

Il ribelle Rocco Girasole e la Lucania felix

13/01/2022

Questa storia - nella Regione più povera d’Italia, senza giovani e senza lavoro, in preda a signorotti, usurai, istituti di debito e multinazionali - ci ricorda che in fin dei conti ciò che è cambiato è semplicemente il padrone e che la strada da fare è ancora lunga. Corre il lontano 1956. L’anno si apre con un inverno molto rigido, un elemento di sofferenza in più per la gente del Sud già provata da povertà ed emigrazione. I braccianti senza terra (ancora molti, nonostante la Riforma) soffrono i problemi della disoccupazione. Sono tanti, sfruttati e incazzati. Tra di loro c’è un giovane di Venosa, Rocco Girasole, un ragazzo solare, “pazzerello” (come dicono i suoi compagni riferendosi al suo ritardo mentale), figlio della miseria più nera. Il 13 gennaio è fra i 300 braccianti che si ritrovano in Via Roma, a Venosa, per l’ennesimo “sciopero al rovescio“, vale a dire la protesta di quelli che un lavoro non ce l’avevano e protestavano lavorando per opere d’interesse pubblico nell’Italia post-bellica che accumulava, a causa della DC, ritardi biblici nella ricostruzione del Paese. A Venosa è nevicato parecchio nei giorni precedenti e così i 300 braccianti, armati di pale e picconi, si riversano nella strada principale per sgombrare il fango che si era accumulato sul terreno. Decisa a “disarmare” gli scioperanti e a scoraggiare la protesta, la polizia si fa trovare lungo la villa comunale. Partono le manganellate e i lanci di fumogeni, i braccianti reagiscono, i militari ricorrono al piombo. Alcune sventagliate di proiettili sparati prima in aria e poi a terra, per giunta nei pressi della vicina scuola elementare, iniziano ad intimorire i manifestanti che iniziano a ripiegare nei vicoli del paese nel tentativo di coordinare una resistenza più massiccia. Rocco, sempre in prima linea, come quando nei cortei apriva lo spezzone sventolando con orgoglio la bandiera rossa, si trovava lungo via Roma per indicare ai compagni i crocicchi presidiati dai militari. Pochi minuti e il suo corpo si troverà accasciato a terra, attraversato da una scarica di proiettili ad altezza uomo che non gli daranno neppure il tempo di capire cosa fosse successo. Venosa reagisce, dai vicoli riparte la sassaiola e con essa una nuova offensiva della polizia. Dura poco. Con un coltello puntato alla gola, il maresciallo è costretto ad ordinare di cessare il fuoco. Di quella morte, di quel funerale negato, di quei 19 anni di carcere che complessivamente scontarono alcuni compagni di Rocco, rimane ben poco. La notte del 13 gennaio il prefetto di Potenza, seguendo quella stessa prassi mafiosa che renderà poi nota la nostra terra per casi ancora più eclatanti, impartisce l’ordine di prelevare forzosamente il cadavere di Girasole e di seppellirlo in gran segreto nel vicino cimitero del paese. Con lui viene tumulata anche una storia maledetta, destinata forse a sgonfiarsi e ad esaurirsi lentamente con il passare del tempo, una storia perniciosa, una vera chiazza di sozzume su quell’immagine felice ed edenica di una Basilicata virtuosa e geneticamente pacificata, senza lotte o bizze rivoluzionarie. Ma dopo 57 anni di fili della memoria recisi, di alchimie storiche e di continui addomesticamenti del nostro immaginario, il fantasma di Rocco potrebbe davvero tornare a tormentare i placidi sonni dei nuovi “latifondisti” del sud. Nella Regione più povera d’Italia, senza giovani e senza lavoro, in preda a signorotti, usurai, istituti di debito e multinazionali, in fin dei conti ciò che è cambiato è semplicemente il padrone. Da qualche tempo è in rete il documentario su Rocco Girasole. Ne consigliamo la visione per tre motivi: a) è una ricostruzione molto dettagliata dei fatti del 13 gennaio 1956; b) è un documentario ben fatto, molto godibile e ricco di testimonianze suggestive; c) è un’opera corale che vale anche come documento linguistico sul dialetto di Venosa. Che dire di più, buona memoria e buona visione!



Danilo Di Chio, pres ANPI sez di Lavello (Pz)



archivio

ALTRE NEWS

ALTRE NEWS
6/07/2025 - Alba sul Sirino: una scena di luce, silenzio e gratitudine per La Remuda

C’è un momento, durante le riprese di La Remuda, che si è impresso nel cuore della troupe come un respiro sacro: l’alba del 5 luglio 2025, sulla cima del Sirino, davanti al Santuario della Madonna. Una scena che custodisce tutta la delicatezza e la potenza del film. Un istan...-->continua

6/07/2025 - Estratti i biglietti vincenti della Lotteria della Bruna 2025

Sono stati estratti i biglietti vincenti della Lotteria di Maria Santissima della Bruna, promossa dall’omonima associazione per sostenere l’organizzazione della festa patronale di Matera, giunta alla 13ª edizione. Anche quest’anno sono stati venduti tutti i 10...-->continua

5/07/2025 - Accoglienza, Medihospes premiata dall'Unhcr

Tirocini formativi per 143 persone, oltre 600 inserimenti lavorativi, 25 contratti a tempo indeterminato e 124 a tempo determinato nella sola Roma, 160 corsi professionali avviati nel 2024. Con l’obiettivo di favorire l’integrazione nel tessuto cittadino e l’i...-->continua

5/07/2025 - Medihospes: Giornata Mondiale del Rifugiato 2025

Lo scorso 3 Luglio 2025 presso il comune di Latronico in Piazza Fontana Villa è stato realizzato un evento in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che ha visto coinvolti i SAI della Basilicata gestiti dalla Cooperativa MEDIHOSPES. Animazione e artis...-->continua

E NEWS













WEB TV



Agoraut - Associazione culturale di informazione territoriale - P.Iva: 01673320766 - Copyright© lasiritide.it - Webmaster: Armando Arleo