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| 'Dalla terra luna', l'ultimo, bellissimo libro di Renato Cantore |
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11/07/2019 | Esce oggi, per Rubbettino Editore, il nuovo e attesissimo libro del giornalista Renato Cantore, “Dalla terra alla luna. Rocco Petrone, l’italiano dell’Apollo 11”, con prefazione di Tito Stagno, il giornalista che consacrò il suo nome e la sua voce a quella notte tra il 20 e il 21 luglio 1969 quando gli astronauti partiti da Cape Kennedy toccarono il suolo lunare. Nel 50esimo anniversario da quei momenti magici e da quello storico evento, Cantore ha voluto riproporre la storia di Rocco Petrone, l’uomo del ‘’go’’, il direttore di lancio a Cape Kennedy;
‘’Uno dei principali artefici del successo, se tutto fosse andato bene. E di sicuro il principale responsabile nel caso di uno sciagurato fallimento.’’.
Rocco era figlio di lucani, di Sasso di Castalda. Papà Antonio e mamma Teresa erano partiti alla volta dell’America all’inizio del 1900.
Rocco in effetti era tutto il contrario dell’italoamericano chiassoso e un po’ spaccone che un certo racconto dell’emigrazione oltreoceano ci ha regalato. Aveva piuttosto il tratto tipico dei lucani descritto da Leonardo Sinisgalli: «Il lucano non si consola mai di quello che ha fatto, non gli basta mai quello che fa. È perseguitato dal demone della insoddisfazione».
Si dice che dietro un grande uomo ci sia sempre una grande donna. Io voglio parafrasare questa citazione e dire che dietro ogni eccezionale scoperta, dietro un evento destinato ad entrare nei libri e ad essere annoverato, come in questo caso, tra le imprese più importanti e grandiose della storia dell'umanità ci sono sempre dei piccoli tasselli di vita; c'è un destino, ci sono dei caratteri, ci sono delle scelte precise, ci sono delle decisioni prese. Come la decisione di partire, di restare o di tornare. Come quella di dire ‘’sì, è il momento di andare sulla Luna’’. Ci sono contesti che vanno considerati; genitori che decidono, un giorno, di partire da un piccolissimo paese lucano alla volta dell’America; ci sono giovani, come Rocco Petrone, che dedicano la loro intera esistenza alla conoscenza.
‘Dalla Terra alla Luna’, quindi, non è soltanto la storia della realizzazione di una delle più grandi imprese della storia dell'umanità, ma è anche la storia dell'epopea dell'emigrazione, la storia del grande impegno, dell'amore per la cultura, per la conoscenza; l'amore per lo studio, la vittoria della meritocrazia, la consapevolezza che per ottenere grandi risultati non esistono stupide barriere ideologiche, differenze di culture e di razze. E’ un libro attualissimo perché spiega, non con opinioni ma con l’esposizione lucida e pulita di fatti realmente accaduti, perché non dobbiamo far vincere la prevaricazione di chi opera per dividere invece che unire.
Cosa resta oggi di quel sogno?
‘’Per tanti di noi, una generazione che aveva vissuto gli anni del miracolo economico, le paure della Guerra fredda e le speranze della Nuova Frontiera, le utopie e le contraddizioni del Sessantotto, quei due uomini che saltellavano in maniera un po’ goffa sulle rocce polverose della Luna rappresentavano una certezza e una speranza. La certezza che da quel momento nessun obiettivo sarebbe più stato considerato irraggiungibile, e la speranza che i grandi progressi nella tecnologia e nell’elettronica, che erano il frutto più maturo della grande corsa verso lo spazio, potessero essere messi al servizio di una prospettiva di pace’’.
Cosa resta di quella speranza? Dello sguardo pieno di attesa e fiducia in un mondo migliore? “Dalla terra alla luna” è un felice e necessario connubio tra due persone, Rocco e Renato, che hanno incrociato i loro destini e si sono ritrovati a passarsi il testimone in una simbolica staffetta generazionale.
Perché una bella storia non basta. Per diventare immortale deve anche saper essere raccontata.
Il libro verrà presentato il 16 luglio a Sasso di Castalda, paese di origine della famiglia Petrone, il 17 luglio a Matera, nell’ambito della settimana dedicata all’allunaggio nel programma di eventi di Matera 2019 capitale europea della cultura e il 21 luglio a Senise in occasione di Capitale per un giorno.
Mariapaola Vergallito
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