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Laino Borgo: River Tribe compie 2 anni |
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4/08/2018 | River Tribe, società di Laino Borgo nota in particolare per il rafting sul fiume Lao e non solo, ha appena compiuto due anni di attività. E ha festeggiato la ricorrenza con una serata nella quale si sono esibiti i “Ghetto Eden”. “Sono davvero felice – ci racconta il fondatore Antonio Trani, con cui collaborano alcuni amici che sono anche soci –, ero sicuro che dando un’impostazione diversa, che puntasse in alto da un punto di vista organizzativo e logistico, saremmo stati in grado di competere con i migliori centri outdoor al mondo. Già il prima anno, con il rafting, abbiamo ottenuto risultati migliori che nel resto d’Italia, e in poco tempo siamo riusciti a proporre una varietà di attività come nessuno in Europa”.
Un successo che viene da lontano – Oltre 2000 persone l’anno si rivolgono a River Tribe, su un bacino complessivo di visitatori che per il fiume Lao superano i 30 mila l’anno. “Ma non siamo arrivati a questi livelli dal nulla. Io, fin da piccolo – aggiunge Antonio –, cullavo il sogno di lavorare nei 5 continenti e di intraprendere un’attività del genere. Ma ricordo il grande lavoro di bonifica che ci siamo sobbarcati prima di iniziare. Nel terreno in cui abbiamo aperto la sede c’era di tutto e di più, ma noi abbiamo ripulito portando a termine un lavoro abnorme”.
Un escalation continua – Oggi River Tribe conta 18 collaboratori e ha già ricevuto le attenzioni di media e network internazionali. “Di noi hanno parlato il National Geographic, il Guardian, riviste tedesche, svizzere e norvegesi”. Le attività proposte al pubblico sono tante. “Facciamo rafting, kayak, river tubing, packraft, trekking, river sup, mountain bike, river walking, canyoning, yoga, massaggi, parapendio, arrampicata, speleologia e abbiamo anche i cavalli”. Insomma, una scelta ampia e variegata. “Il prossimo anno amplieremo ulteriormente l’offerta, con novità assolute. Ci saranno sorprese”. Antonio ha lavorato per quasi 15 anni in giro per il mondo, in 14 paesi diversi, e questa sua esperienza gli è servita anche per specializzarsi in un’altra particolare attività. “Organizzo viaggi estremi in zone remote del mondo”.
Il rispetto per l’ambiente – “Proponiamo tante attività che si coniugano con la natura che ci circonda. Ci occupiamo anche di innovazione, informazione e cerchiamo di sensibilizzare alla salvaguardia dell’ambiente e del territorio”. Ma le difficoltà non mancano. “Ci impegniamo al massimo per fare andare avanti e migliorare le cose, anche se poi non mancano i potenti di turno che vanno nella direzione opposta. E mi riferisco alla Centrale del Mercure ed alla San Benedetto”. Antonio, insieme a tutti i ragazzi di River Tribe, da sempre critica le attività dei due insediamenti industriali all’interno del Parco: ritenuti non compatibili con un’area protetta per le emissioni, il disboscamento (questi ultimi due effetti per l’impianto a biomassa), il traffico di mezzi pesanti che hanno generato e per l’impatto proprio sul fiume Lao (e quindi Mercure) da cui captano l’acqua.
Gianfranco Aurilio
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