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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldi di don Marcello Cozzi Parlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldi di don Marcello Cozzi Parlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
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Una figuraccia peggiore non potevano rimediarla i rossoblu di Arleo davanti al loro pubblico nella partita che dava loro l’opportunità di superare in classifica gli ospiti. Rinunciario, svogliato e coi garretti imballati, il Moliterno si faceva “suonare” da un modesto Rionero. Al quale, comunque, andava riconosciuto il merito di aver gestito (nel secondo tempo) le proprie azioni con più produttività. Il primo tempo scorreva senza una sola azione di rilievo su entrambi i fronti , solo schermaglie nelle zone centrali e tantissima noia tra il pubblico. Con il ritorno campo il Rionero batteva al 55’una punizione dalla trequarti, sulla palla andava Cirillo il cui sinistro a rientrare dava qualche preoccupazione a Fittipaldi. Rispondeva subito il Moliterno in quella che era in tutto il match la sua unica occasione degna di nota: da uno spiovente la testa dell’esordiente Brindisi colpiva la sfera che sorvolava di pochi centimetri il montante. Al 60’ l’arbitro fischiava un penalty su un fallo ricevuto da Cirilllo a pochi metri dalla porta: dagli undici metri si posizionava il difensore Carretta e sulla sua forte botta Fittipaldi non poteva farci niente. Invece di reagire il Moliterno lasciava aperti ancora varchi per gli avversari, i quali al 70’ sciupavano un gol fatto con Di Francesco che tutto solo davanti a Fittipaldi non riusciva a mettere in rete. Sfumato il raddoppio i bianconeri diretti dalla panchina dal dirigente Ceruzzi portavano ancora qualche altro pericolo alla retroguardia locale ( che nel frattempo giocava in dieci per l’espulsione di capitan Mastrangelo): all’80 una punizione di Di Francesco metteva alla prova i riflessi di Fittipaldi ed una mangiata di minuti dalla fine Scippo, da posizione favorevole, scarrozzava il pallone sulla gradinata dove si trovano i suoi tifosi (una ventina). I quali al triplo fischio dell’arbitro potevano ritrovare un timido sorriso di gioia dopo le note delusione delle passate settimane.
