HOMEContattiDirettoreWebTvNewsNews SportCultura ed Eventi

 

 

Eccellenza, Mastrangelo: il campionato dei ritiri e della beffa

8/03/2012



Nella fase di stagione che dovrebbe essere quelle per le squadre la più combattuta (anche perché porta alla volata finale del discorso promozione e salvezza), il campionato di calcio di massima serie regionale si spegne beffardamente. Per la Lega Calcio di Basilicata, che si appresta ad ospitare il prossimo mese il prestigioso Torneo delle Regioni, non è certo un buon biglietto da visita ritrovarsi a “governare” l’eccellenza a quattordici squadre come se fosse un qualsiasi girone di seconda o terza categoria. Il ritiro di due settimane fa del Tanagro, che è andato ad aggiungersi a quello d’inizio stagione del Potenza di Postiglione, ha messo a nudo, se ce ne fosse stato ancora bisogno, una realtà e delle condizioni di gestioni societarie non più sostenibili. I tempi sono quelli che sono, le vacche grasse da mungere scarseggiano, non sono più giustificabili le follie di dirigenti (il più delle volte improvvisati) che investono, in un anno o in un biennio, una barca di euro per mettere a ferro e fuoco il torneo, salvo poi abbandonare il tutto alle prime difficoltà finanziarie. Si sa che la categoria dei dilettanti già da un bel po’ è fortemente in ribasso in quanto messa alle corde dalla supremazia del calcio (truccato) dei nababbi e della pay-tv, ma non si può immaginare che ad infliggerle il colpo mortale siano ora gli stessi protagonisti che lo animano. Non so se è giusto sollecitare agli organi della Lega di Basilicata più controlli sui bilanci delle società o redigere nuove regole affinché le società vengano impegnate, comunque, a portare avanti fino alla fine il proprio campionato. Ad oggi ciò che più salta agli occhi è l’assoluta pazzia delle società di spendere 150-200… mila euro per una stagione in eccellenza o promozione e riversare (a nero) sui conti di allenatori e giocatori assegni mensili piuttosto esosi. Ciò non è più giustificabile dentro un Paese in fortissima recessione. Anche una società come il Viggiano, che, pur essendo in testa alla classifica nell’eccellenza e disponendo di liquidità sufficienti per affrontare anche un buon campionato interregionale, se vogliamo è un caso assurdo e squilibrato. Intanto perché se lo si va a vedere nelle partite casalinghe non trovi sulla tribuna più di cento persone (ciò vuol dire che non sta a cuore nemmeno ai viggianesi stessi) e poi è uno smacco troppo grande che lasci fare i professionisti a giocatori ed organi tecnici, mentre al di là delle mura dello stadio c’è una realtà comprensoriale fortemente in affanno. Un paradosso, insomma, è il Viggiano del miracolo petrolio. Tuttavia, il punto primo della questione è che se davvero si vuole salvare il calcio regionale ad undici lo si deve fortemente (ri)dimensionare nei bilanci e nel suo “professionismo d’accatto”. Diversamente ci ritroveremo sempre più con casi come la Vultur Rionero che scende in campo con sette giocatori, il Potenza di Postiglione e l’Atletico Tanagro che chiudono il campionato anzitempo, oppure come l’attuale Avigliano-da-dopolavoro-ferroviario retrocesso sul campo già dalla quarta giornata, ma che si ritroverà per straforo salvato, grazie ai giochi di ripescaggio.

Mimmo Mastrangelo


ALTRE NEWS

CRONACA

23/04/2024 - Tito: in controsenso in autostrada, intervento della polizia
23/04/2024 - Impiantato all’ospedale di Matera il pacemaker più piccolo al mondo
23/04/2024 - Multa al carro funebre senza assicurazione e non revisionato
23/04/2024 - Basilicata: ecco il nuovo Consiglio regionale

SPORT

23/04/2024 - Futsal Senise: due giovani talenti convocati al torneo delle regioni
23/04/2024 - Rotonda, mister Pagana: ‘Abbiamo tenuto testa ad una delle più forti del girone’
22/04/2024 - A S. Arcangelo la finale tra ACS 09 e Tito con in palio la '' Promozione ''
21/04/2024 - Per il Rotonda sconfitta indolore a Nardò

Sommario Cronaca                        Sommario Sport














    

Non con i miei soldi. Non con i nostri soldi
di don Marcello Cozzi

Parlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua





Agoraut - Associazione culturale di informazione territoriale - P.Iva: 01673320766 - Copyright© lasiritide.it - Webmaster: Armando Arleo