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Partita dell’Integrazione e dell’Accoglienza a San Giorgio Lucano |
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6/08/2011
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| La Parrocchia “San Francesco di Assisi” in San Giorgio Lucano (MT), in collaborazione con la Cooperativa Novass, la Prefettura di Potenza e la Protezione Civile “Gruppo Lucano” in San Giorgio Lucano, organizza la Partita dell’integrazione e dell’accoglienza a tre mesi circa dall’arrivo dei profughi all’interno della Comunità Parrocchiale, accolti nel Santuario di “Santa Maria degli Angeli” in contrada Pantano.
L’incontro di Calcio sarà disputato lunedì 8 agosto p.v. ore 16.30 nel campo Sportivo di San Giorgio Lucano
La partita vedrà impegnata l’associazione sportiva parrocchiale, che milita in terza categoria, contro la rappresentativa dei profughi e dei rumeni.
I valori su cui si vuol porre l’accento sono quelli dell’amicizia e della fraternità che in maniera mirabile possono veicolare nelle piccole comunità lucane anche tramite lo sport, momento di fraternità fortemente educativa soprattutto per le giovani generazioni.
Anche lo sport e il gioco possono e dovrebbero diventare, insieme ad un’occasione per fissare reciprocamente lo sguardo negli occhi, un aiuto per la riflessione e la ricerca di risposte dinanzi agli interrogativi che accompagnano l’uomo. La pedagogia dello sport, con tutti i valori a questo connessi, vuole essere proposta con forza per agevolare una logica di interscambio e di conoscenza reciproca: educa all’intesa, all’ascolto delle indicazioni, alla passione, alla disponibilità, all’attenzione e al rispetto.
Sperimentare una relazione attraverso lo sport permette di cogliere che nella vita ci si affida e si è condotti. Si ubbidisce a una regola non scritta in cui l’altro è compagno e collaboratore. È avversario ma non nemico, partecipa ad un incontro agonistico ma prende parte allo stesso cammino della vita.
Nella certezza - viene sottolineato dal parroco don Gianluca Bellusci che propone l’evento - che oggi non c'è soltanto una gloriosa storia da ricordare e da raccontare, ma una grande storia ancora da costruire anche come sportivi e, soprattutto, come cristiani e cittadini.
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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