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Un prototipo lucano alla Shell Eco Marathon 2011

14/05/2011



Un Team composto da alcuni studenti della Facoltà di Ingegneria Meccanica dell’Ateneo Lucano parteciperà, dal 23 al 28 Maggio, alla XXVI edizione della Shell Eco-Marathon, che si terrà sul circuito Eurospeedway di Lausitz, in Germania. Scopo della competizione è percorrere il maggior numero di km con il minor quantitativo di combustibile. Qualche dato che la dice lunga sul successo e sulla difficoltà di questa manifestazione: un veicolo che compete alla Shell Eco-Marathon, produce meno anidride carbonica di un atleta di classe mondiale che corre alla velocità di 25 km/h. Il record di percorrenza –detenuto dal team Polyjole del politecnico di Nantes- è di un veicolo alimentato con celle a combustibile che ha percorso, con l’equivalente di un litro di carburante, ben 4896 km! La Shell Eco-Marathon si è aggiudicata nel 2006 il Petroleum Economist Award, per il miglior progetto educativo per i giovani.
Arrivare il più in alto possibile e, magari, perché no, vincere. E’ questo il traguardo al quale l’ “UNIBAS Racing Team” dell’Università degli Studi della Basilicata ha lavorato negli ultimi mesi. Il prototipo lucano, interamente progettato e realizzato nel Laboratorio di Fisica Tecnica dell’Ateneo Lucano, per sperare in un ottimo piazzamento dovrà percorre gli 8 giri di circuito previsti -circa 25 km- utilizzando non più di 6-8 cc di benzina. Un primo importantissimo risultato lo si è già raggiunto: la partecipazione alla fase finale della manifestazione infatti, è aperta a tutti gli istituti scolastici superiori ed alle Università, ma vengono scelti solo quelli che superano le prove preliminari, consistenti in due fasi di selezione su progetto. Il Team lucano, alla sua prima partecipazione, è tra questi.
La Shell Eco-Marathon, è una competizione organizzata dalla società petrolifera, Shell appunto, che nasce nel ’39 in un laboratorio degli Stati uniti come scommessa amichevole tra scienziati: percorrere più km con un solo gallone di benzina. Da allora, attorno a questa idea, si è sviluppato un vero e proprio concorso, che, nel 1985, approda anche in Europa. Ad oggi sono oltre 20 i Pesi europei che vi partecipano, a riprova di come la competizione sia da stimolo per gli studenti. Partendo dalla benzina e passando per il diesel tradizionale, quale tipo di combustibile, si è arrivati all’utilizzo di idrogeno, energia solare ed elettrica.
Lo scopo, non a caso, è incentivare la ricerca verso metodi innovativi e rispondere all’esigenza, sempre più incalzante, di sviluppare energie alternative per l’autotrazione e migliorare le tecnologie esistenti per un futuro di mobilità ecocompatibile. La competizione si divide in due categorie di veicoli: Urban concept, veicoli caratterizzati da un design “pratico” (simile a normali autovetture) e Prototipi dalle forme decisamente più avveniristiche per effetto di una ricerca estrema dell’efficienza aerodinamica e meccanica. Ed è in quest’ultima categoria che si è cimentato il team lucano. Un prototipo a cui è stato dato il nome di “Cinderella’s Pumpkin” (Zucca di Cenerentola). Uno degli ingegneri, Rocco Fasanella, ci spiega perché. "Per poter occupare i laboratori fino a tarda ora abbiamo chiesto dei permessi speciali all’Università. Non si poteva, però, andare oltre la mezzanotte. Da qui l’analogia con la favola di Cenerentola, oltre al fatto che stavamo costruendo qualcosa di simile ad una “carrozza”, col timore che da un momento all’altro ne uscisse fuori, invece, una zucca”.
La fase di progettazione è durata circa 8 mesi ed è stata condotta con l’ausilio di software per il disegno tecnico e le simulazioni. Il risultato finale è un prototipo così composto: telaio tubolare in alluminio, scocca esterna in fibra di carbonio, ruote da 20" speciali, tipo bici da corsa, e trasmissione a catena, spinto da motore Honda GX35 da 35 cc, alimentato a benzina, ed opportunamente modificato con un innovativo sistema di alimentazione ad iniezione diretta senza farfalla. Il tutto per un peso totale del veicolo, in ordine di marcia, di 30 kg. Gli obiettivi pratici sono "Minimizzare i consumi e le emissioni di un motore a combustione interna" -spiega Antonio Bonomo, responsabile del progetto, che aggiunge "Altri traguardi, non meno importanti, sono stati il dover imparare le metodologie di collaborazione tra i componenti del gruppo per la buona riuscita del progetto, mettendo in pratica le nozioni apprese in aula applicandole ad un prototipo reale e, non ultimo, dare risalto a livello internazionale al nostro Ateneo. Tutto questo grazie alla disponibilità del Prof. Enrico NINO che ci ha dato la possibilità di concretizzare una esperienza formativa di elevato spessore tecnico, a prescindere dal risultato finale della competizione". Il progetto, nato e sviluppatosi grazie soprattutto alle risorse del Laboratorio di Fisica Tecnica, è anche patrocinato da: Università degli Studi della Basilicata, Facoltà di Ingegneria e Dipartimento di Ingegneria Fisica dell’Ambiente. E’ stato inoltre richiesto un sostegno all’ARDSU candidando il progetto ad un apposito bando dell’Ente, rivolto alla promozione di iniziative di carattere culturale, sportivo e ricreativo promosse da associazioni studentesche. Di seguito l’elenco completo del team. Docenti: Prof. Enrico Nino e Ing. Rocco Fasanella. Studenti della Facoltà di Ingegneria Meccanica: Antonio Bonomo, Giuseppe Pace, Luca Antonio Duva, Giancarlo Grimaldi, Nicola Ferrara, Carmelo Narciso, Maurizio Maio, Renato Zaffina. Completano il gruppo le studentesse Giusy Cancro e Francesca Lavella, rispettivamente iscritte ai corsi di laurea di Informatica ed Ingegneria Edile ed Architettura. A loro il compito di pilotare il veicolo verso un risultato, si spera, più rilevante possibile. Altro aneddoto simpatico, lo racconta Bonomo, è stata la ricerca dei due piloti. “Come è facile immaginare, dato il senso della competizione, più che di piloti si doveva trattare di fantini. La ricerca, quindi, si è orientata su persone di peso ridottissimo. Girando per l’Ateneo l’occhio è caduto su un paio di ragazze che, per un pò di tempo, si saranno sicuramente sentite osservate senza capirne esattamente il motivo. Ad un certo punto, prima che si rivolgessero ai Carabinieri, capito che -ad occhio e croce- potessero pesare al massimo 40-45 kg, abbiamo rivelato loro il senso di tutte quelle attenzioni e loro, devo dire in maniera molto entusiasta, hanno accettato di salire sulla nostra zucca. Tanto per rimanere in tema fantastico, potremmo dire che, a quel punto, avevamo finalmente trovato non una, ma ben due proprietarie della famosa scarpina: le nostre due Cenerentola!".
Ora, ai ragazzi dell’UNIBAS Racing Team non rimane che portare la loro “zucca” sul circuito di Lusitz, praticarle un intramuscolo di 6-8 cc di benzina verde e… circolare anche dopo la mezzanotte! In bocca al lupo, ragazzi!


Paolo Sinisgalli
redazione Agri-Lasiritide.it


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