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Karate. Europeo amaro per D’Onofrio, fuori al secondo turno. |
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11/02/2011
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| Finisce al secondo turno l’avventura di Francesco D’Onofrio, ai campionati europei di karate in Serbia. L’azzurrino di Sant’Arcangelo, infatti, era impegnato, nella categoria Cadetti, con la squadra Nazionale al "38° European Junior & Cadet Championship", organizzato, dalla World Karate Federation, presso lo Sport Venue Spens, della città di Novi Sad. Non è andata come si sperava dunque. Il campione lucano era partito con grande entusiasmo e con la convinzione di fare bene. Di certo si sarebbe aspettato di salire almeno sul podio, come lui stesso ci aveva detto nell’intervista che ci aveva rilasciato poco prima della partenza per il ritiro, invece, purtroppo, così non è stato. Da quanto c’è dato sapere nell’immediato, l’atleta lucano, così come il resto degli azzurri, avrebbe pagato un arbitraggio particolarmente severo. Le numerose penalità in cui sarebbero incappati un po’ tutti, hanno letteralmente fatto piazza pulita degli italiani, tanto che solo una di loro è in finale nel kata. Nel caso dell’atleta di Sant’Arcangelo, ben 5 Sambon (forma di combattimento a tre passi, collegata poi, a spostamenti e distanza rispetto all’avversario), sono stati giudicati portati con eccessivo contato e dunque diventati penalità. Non c’è però delusione in casa D’Onofrio. Il campione lucano ha dichiarato: "La sconfitta non mi amareggia, anzi mi sprona ad allenarmi di più. Complimenti al mio avversario". Anche il suo tecnico si è detto soddisfatto: "Francesco è stato grande nella prova e non ha temuto i suoi 2 avversari, comportandosi come un vero combattente".
Paolo Sinisgalli
redazione Agri-Lasiritide.it
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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