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Guazzo saluta Melfi, per lui c'è la fila |
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14/12/2010
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| Quella di domenica contro il Brinsisi potrebbe essere stata l'ultima gara di Matteo Guazzo in maglia gialloverde. L'attuale capocannoniere del girone C di seconda divisione con i suoi 18 gol firmati da gennaio ad oggi ha attirato le attenzioni di grossi club di categorie superiori che con l'imminente riapertura del mercato, se lo contenderanno a suon di quattrini. Giunto a Melfi su indicazione di Paolo Rodolfi, l'attaccante ex Como ha composto con Roberto Chiaria (l'altro gioiello di casa Melfi) una coppia gol invidiabile, capace di segnare gol a ripetizione e sfoderare giocate di categoria superiore. Il cartellino giallo rimediato contro il Brindisi, gli farà scattare la squalifica. Guazzo a Pomezia non ci sarà. Ma l'uscita dal campo e i relativi saluti a fine gara concessi al pubblico gialloverde sono indicatori ben precisi che segnalano il calciatore verso altri lidi. Bergamo (sponda Albinoleffe), Taranto, Lucca, Nocera, Frosinone, Piacenza, Verona e Sorrento le probabili destinazioni, per lui solo l'imbarazzo della scelta. D'altronde sono già tanti gli esempi di calciatori cresciuti o passati da Melfi che poi hanno sfondato nel calcio vero. Da Gennaro Del Vecchio ora a Catania a Belmonte e Rana del Bari, da Cosenza della Reggina a Vitiello del Grosseto passando per Vinci (Empoli) e Dell'Oglio, indimenticabile mediano della Fiorentina. Testimonianze tangibili di competenza e lungimiranza dei dirigenti gialloverdi, capaci di valorizzare talenti inespressi ed ottenere risultati a dispetto delle pochissime risorse a disposizione. Seguendo questa scia non sarà difficile trovare l'erede di Matteo Guazzo.
Davide Mecca
lasiritide.it |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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