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Maria Teresa Cascino arbitro per pura passione

17/09/2010



Tackle, fischio dell’arbitro, proteste. Ammonizione. «Che numero?» «Tre, tre, nove…». Cose che capitano. Specie se, oltre a essere un apprezzato direttore di gara, sei anche una ragazza con volto di madonna pagana e ricci fluenti. I maschiacci, si sa, son tremendi assai e Maria Teresa Cassano ha il suo daffare per tenerli a bada. «L’arbitraggio per me è soprattutto un’esperienza di vita, che mi ha fatto crescere. A volte le cose non vanno come vorresti, i sacrifici sembrano vani, ma io trovo sempre la forza e il coraggio di andare avanti per dimostrare a tutti che posso farcela» spiega Maria Teresa, 21enne ma autoritaria come una veterana. Anche perché poi gli sforzi sono sempre ripagati da esordi che regalano «momenti di gioia ed emozioni indimenticabili». Come in amore, però, anche nel calcio è la prima volta quella che non si scorda mai. «La partita era Rotonda-Nemoli. Ero emozionatissima, indossavo la divisa ufficiale per la prima volta. E’ stato l’inizio di tante soddisfazioni, accompagnate da tanti sacrifici». Inizialmente non sapeva molto di calcio. Seguiva la serie A in tv e la Santarcangiolese in paese. E c’era qualcosa che l’affascinava. Una figura: l’arbitro. «La curiosità per questo ruolo mi ha fatto avvicinare a questo mondo sportivo. Poi, arbitrando, è subentrata la passione vera e propria». I suoi tre fratelli, al calcio, preferiscono palestra e piscina. Ma la famiglia, guidata da papà Donato, la sostiene sempre. E poi c’è l’amica speciale, Marilena Bonavoglia: «La partita che ricordo con maggiore gioia è quella del 28 febbraio scorso, fra Bella e Real Irsina, in cui io arbitravo e lei era assistente». Poi Maria Teresa è stata promossa in Eccellenza: «Non avrei mai pensato di potercela fare, quando ho iniziato. E’ una grande soddisfazione». Studentessa di Economia a Napoli, autocritica e umile, non svela per chi batte il cuore. O meglio, ama soprattutto la sua famiglia, nell’attesa di appuntare sul suo taccuino un nome del tutto speciale.
ANTONINO PALUMBO
Gazzetta del Mezzogiorno


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