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| Il presidente Rinaldi conferma «Il nostro calcio è in difficoltà» |
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1/09/2010
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|  A conclusione di un incontro tecnico tenutosi nella locale sede del Comitato della FIGC, abbiamo incontrato Pietro Rinaldi, presidente regionale della Federcalcio al quale abbiamo posto qualche quesito riguardo la prossima stagione.
Qual è la situazione delle società che parteciperanno ai prossimi campionati regionali?
«Abbiamo perso l’Irsinese e lo Sporting Genzano, due società storiche, in compenso abbiamo recuperato, in termini numerici, con l’arrivo del Potenza calcio. Anche negli altri campionati si verificheranno perdite, ma stiamo completando i ripescaggi. La situazione, figlia della crisi economica, è molto delicata».
La presenza del Potenza Calcio, dopo molti decenni, renderà il torneo più problematico o più affascinante?
«Certamente più interessante perché il Potenza potrà schierare tutti i ragazzi nati dal 1991 in poi, che l’anno scorso hanno partecipato al campionato nazionale allievi».
A proposito di giovani del vivaio, qual è la condizione a livello regionale?
«Ci sono molti dirigenti lungimiranti che stanno già lavorando da anni sul vivaio, ma alcune società attanagliate dall’incertezza economica sono costrette ad attrezzarsi con ritardo».
In conclusione l’augurio alle società e l’obiettivo che intende realizzare nella prossima stagione.
« L’auspicio è che si alleggerisca la crisi economica, per consentire agli imprenditori locali di tornare ad interessarsi delle società dilettantistiche; l’obiettivo è quello di realizzare il progetto “Promocalcio”, che coinvolge le società, la scuola, gli Enti Locali e le forze sociali, avendo come finalità non solo l’incremento dei tesserati, ma una maggiore presenza e testimonianza nel tessuto sociale: questo soprattutto nell’area sud della Basilicata, dove proprio il Comitato di Moliterno sarà protagonista».
NICOLA ORLANDO
Gazzetta del Mezzogiorno |
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Non con i miei soldi. Non con i nostri soldidi don Marcello CozziParlare di pace in tempi di guerra è necessario, ma è tardi.
Non bisogna aspettare una guerra per parlarne. Bisogna farlo prima.
Bisogna farlo quando nessuno parla delle tante guerre dimenticate dall'Africa al Medio Oriente, quando si costruiscono mondi e società sulle logiche tiranniche di un mercato che scarta popoli interi dalla tavola dello sviluppo imbandita solo per pochi frammenti di umanità; bisogna farlo quando la “frusta del denaro”, come ...-->continua
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