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Vizzino(Agente FIFA): ‘Un procuratore deve conoscere le regole e avere rispetto'

1/07/2016



Luis Vizzino, Agente F.I.F.A., avvocato esperto di diritto sportivo e scrittore, ha presentato ieri a Moliterno il suo libro: "Procuratori e dirigenti sportivi, tutto ciò che è importante sapere", arrivato alla seconda edizione.
«Il volume verte su tematiche inerenti il diritto sportivo, con particolare attenzione alla branca calcistica», spiega il noto procuratore.
«Il manuale è suddiviso in tre sezioni - prosegue -, la prima è dedicata al regolamento nazionale dilettanti, la seconda riguarda disposizioni inerenti l'ambito professionistico, ovvero il regolamento F.I.F.A. disciplinante i trasferimenti internazionali, quindi un'ultima parte che, alla luce della riforma approvata lo scorso anno, attiene alla normativa emanata per la professione dei procuratori sportivi. In realtà - afferma Vizzino - questo lavoro vuole essere una sorta di vademecum per tutti gli operatori di mercato in ambito calcistico, siano essi avvocati, procuratori o dirigenti, affinchè abbiano un ausilio nell'esercizio della professione».
Alla domanda relativa a quale prerogativa debba essere propria di un procuratore, l'agente risponde così: «Premetto che, sulla base della mia esperienza, questa attività non può prescindere da un'adeguata conoscenza delle norme proprie del settore sportivo. Questa componente è a mio avviso indispensabile ma, al contrario, mi accorgo che è troppo spesso sottovalutata. Si pensi, ad esempio, ai casi in cui si vada a discutere di calciatori minorenni: chiaramente, in circostanze del genere, se da parte del manager che rappresenta il giovane si registrasse una lacunosa preparazione circa i profili regolatori, ne deriverebbe un sicuro danno per il ragazzo. Ciò detto - puntualizza - non bisogna trascurare fattori quali la passione ed il rispetto nei confronti degli altri. In questo lavoro anche la componente etica è fondamentale, in quanto ti trovi a rappresentare chi si fida di te e si aspetta di essere tutelato in tutto e per tutto. Poi, ovviamente, è necessaria la costanza. Per chi inizia i momenti bui non mancheranno, tuttavia, coniugando la perseveranza con la preparazione tecnica, si possono raggiungere degli ottimi risultati».
A questo punto chiediamo all'avvocato una riflessione sull'immagine dei procuratori, anni fa osteggiati in quanto ritenuti il male del calcio, per capire se le cose stiano cambiando: «Non nego che la sola parola procuratore ancora oggi incute sospetto e diffidenza. Anche perché, non nascondo che buona parte di chi opera in questo settore non ha fatto molto per liberarsi di questa etichetta. È chiaro che se un procuratore lo si considera esclusivamente quale un procacciatore di squadra per il proprio assistito, risulterà difficile scrollarsi di dosso questa nomea. Ma nel momento in cui si cambia il punto di vista, iniziando a considerare il ruolo come svolto da colui il quale rappresenta gli interessi del calciatore, tanto nei trasferimenti quanto nei rinnovi contrattuali, allora ecco che ci troveremmo di fronte ad una figura irrinunciabile per il mondo del calcio. Basti pensare ad un giocatore che al momento della firma si trovi di fronte una società con dirigenti esperti, chiaramente, senza un'adeguata tutela, diventerebbe la parte debole del rapporto contrattuale. Per cui, se si cambia la prospettiva il discorso si capovolge. Viviamo in un'epoca globalizzata, gli interessi in gioco sono tanti e un calciatore non può pensare di riuscire a fare tutto da solo».
A Vizzino, considerando che lavora molto anche con i giovani, chiediamo proprio che illustri la strada da percorrere a chi inizia a giocare a calcio e che magari sogna un giorno di affermarsi come professionista: «Il consiglio che do sempre ai più giovani è di non tralasciare mai ciò che è importante nella vita, quindi innanzitutto di non abbandonare gli studi. Spiego loro di considerare il calcio per quello che è, ovvero un divertimento, un hobby. Ma, al contempo, non devono rinunciare ad inseguire il proprio sogno. Per farlo bisogna impegnarsi in modo serio e con costanza. Così facendo certamente ci si diverte di più e si tengono aperte le porte per raggiungere un domani il professionismo, obiettivo statisticamente difficile ma non impossibile. Per cui - conclude - non bisogna tarpare le ali ai ragazzi, purchè non facciano voli pindarici perdendo di vista ciò che davvero conta nella vita. Altrimenti si rischia che le illusioni si tramutino in delusioni».


Gianfranco Aurilio
lasiritide.it


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