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Il calciatore policorese Niko Di Sanza cambia casacca

20/01/2016



Il talento lucano Niko Di Sanza, 26 anni, di Policoro (MT) cambia casacca. Dopo la permanenza nello York Region Shooters di Toronto (massimo campionato canadese), che l’ha visto protagonista sfiorando i play-off, ha deciso di trasferirsi a Puerto Plata nella squadra dell’ Atlantico F.C. in Repubblica Domenicana per interessamento di osservatori del posto che l’hanno convinto a fare questo passo. Niko Di Sanza ha rescisso il contratto con la società canadese, dove aveva ancora 2 anni contrattuali, scegliendo la squadra caraibica, stipulando un contratto più sostanzioso per un anno soltanto. Ormai Niko Di Sanza è considerato un calciatore giramondo, questo anche grazie alla sua volontà e coraggio di misurarsi con tutti, ma soprattutto stare quasi sempre lontano da casa dall’età di 17 anni. Niko ha fatto questa scelta, perché la sua nuova società calcistica caraibica, essendo giunta al 2° posto nel campionato scorso, parteciperà alla Coppa Concacaf, la Champions League del nordamerica che si disputerà in Trinidad e Tobago dal 24 al 28 febbraio. La squadra vincitrice del torneo potrà fregiarsi del titolo di Campeòn De Clubes De La Concacaf e disputare la Coppa Del Mondo Per Club Della FIFA. Anche il giornale sportivo “Futbol Dominicano” ha pubblicato notizia su tutti i social della firma e dell’arrivo di Niko Di Sanza, proveniente dalla prima divisione canadese, nell’Atlantico F.C. Queste cose per Niko sono motivo di orgoglio che nella vita capitano una sola volta e lui ci vuole provare armato di tanta buona volontà, coraggio e soprattutto buona tecnica di gioco. A qualcuno che gli chiede come mai preferisce giocare all’estero, lui risponde: “in Italia giochi a certi livelli se hai santi in paradiso e soldi da investire, mentre all’estero giochi perché sei bravo e chi ti osserva ti piazza in qualche squadra importante. Comunque alla fine vorrei dire che in America anche se gli ingaggi non sono così onerosi come in Italia o in Europa, io vado perché per me vale più l’orgoglio sportivo che i soldi”.


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